Pubblichiamo questo articolo copiaincollato da diversi giornali da un comunicato stampa Ilva... senza un minimo di valutazione. Bel mestiere quello di giornalista: control C, control V!
Taranto, una rete di 21 metri per contenere le polveri dell'Ilva
Si è svolta oggi nello stabilimento Ilva di Taranto la cerimonia inaugurale della posa in opera del primo palo di sostegno della barriera di contenimento delle polveri nell'area parchi minerali e fossili. Lo scorso marzo l'Ilva aveva annunciato la realizzazione della barriera di contenimento delle polveri, secondo gli accordi sottoscritti con gli Atti di intesa. Si tratta di una struttura della lunghezza di 1.600 metri ed alta 21 metri, realizzata nell'area parchi, al confine tra i parchi minerali e la recinzione esterna dello stabilimento, seguendo la direttrice nord lungo la strada provinciale Taranto-Statte e, lato sud, lungo la statale Taranto-Grottaglie. «L'obiettivo di questa barriera - è detto in una nota dell'Ilva - è di contenere le polveri della zona dei parchi minerali e fossili verso l'esterno, soprattutto verso il quartiere Tamburi. La rete, con la sua porosità, ha un'azione di intrappolamento delle polveri, oltre che rallentare la velocità del vento». Questo intervento era stato inserito come prescrizione nel programma di interventi per la riduzione delle emissionì previsto dal decreto di Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Il costo complessivo dell'opera sarà di circa otto milioni di euro. (Quotidiano)
E che dire dei sindacati leccac...? Poveri loro, e noi!
L’intervento della Cisl e della Fim Cisl
«Ieri mattina, nello stabilimento Ilva di Taranto, si è tenuta la cerimonia inaugurale per la posa in opera del primo palo di sostegno della barriera di contenimento delle polveri, nell’area parchi minerali e fossili.
Tale operazione, inserita lo scorso 19 luglio 2011, come prescrizione nel programma di interventi per la riduzione delle emissioni verso l’esterno (in particolar modo nel Quartiere Tamburi) previsto dal decreto Aia, permetterà di reprimere la fuoriuscita delle polveri.
Di primaria importanza la realizzazione della struttura, la cui fabbricazione - così come quella presentata oggi - avverrà presso lo stesso stabilimento Ilva di Taranto.
Questo rappresenta per noi un primo motivo d’orgoglio, perché ancora una volta è dimostrato che questo stabilimento è formato da persone con professionalità elevate, tali da permettere, sia in termini progettuali che realizzativi, di creare gli importanti manufatti.
La Cisl e la Fim ritengono importante l’avvio e la realizzazione del progetto di “barrieramento”, poiché lo stesso potrà dare ulteriori risposte sul tema ambientale nell’avviato cammino verso l’ecocompatibilità.
La Cisl e Fim, infine, plaudono all’azione intrapresa dall’Azienda che giunge con forte anticipo rispetto a quanto disposto dal decreto.
Un forte segnale di responsabilità da parte dell’Ilva che, in sintonia con l’azione volta all’ecocompatibilità fortemente promossa dalle Organizzazioni sindacali, contribuirà a rafforzare l’impegno a tutela dell’ambiente». (Manduriaoggi)
E Legambiente è l'unica fuori dal coro:Comunicato stampa
ILVA: PRIMO PALO DEL BARRIERAMENTO DEI PARCHI MINERALI
LEGAMBIENTE: MISURA INADEGUATA. NECESSARIA COPERTURA PARCHI MINERALI. DA INSERIRE NELLA NUOVA A.I.A.
Soddisfatta dai rassicuranti dati forniti dagli epidemiologi americani invitati a Taranto dal Centro Studi Ilva, l’azienda si impone ancora oggi sulle prime pagine dei media per la posa del primo palo del barrieramento con maxiteloni dei parchi materie prime. Come è noto il progetto prevede la realizzazione di “barriere” di tela alte 21 metri lungo la Taranto - Statte e la Taranto – Grottaglie per contenere lo spolverio di minerali che colpisce soprattutto (ma non solo) il quartiere Tamburi. Un barrieramento che sarebbe dunque quasi inutile considerata la modestissima pericolosità delle polveri sottili e i dati non preoccupanti relativi all’inquinamento secondo quanto affermato dagli studiosi americani!!! Peccato che diversi studi (SIDRIA, APHEA, MISA 1 e 2, SISTI) abbiano accertato la correlazione tra aumento dei livelli di PM10 e diverse patologie nel breve periodo con effetti sia in termini di ricoveri che di decessi. Particolarmente interessate sono malattie respiratorie e cardiache nel loro complesso. Peccato inoltre che le due centraline di monitoraggio di via Archimede e via Machiavelli abbiano fatto registrare superamenti dei limiti di legge (non limiti imposti dagli ambientalisti) previsti per la media giornaliera su base annuale: 40 in via Archimede e 45 in via Machiavelli e peccato che, data la collocazione delle centraline a ridosso dell’area industriale, è del tutto evidente come all’origine di questi superamenti vi siano emissioni provenienti soprattutto dall’Ilva. In particolare sotto accusa sono, oltre ad impianti come l’agglomerato e la cokeria, i parchi minerali. Conferme in tal senso si sono ottenute con la sentenza di condanna subita dall’Ilva il 28 settembre 2005 in sede di Cassazione Questi dati prefigurano un rischio sanitario per la popolazione esposta. L’Ilva sostiene che diverse città italiane abbiano un maggior inquinamento da polveri sottili, ma dimentica che le polveri di Taranto veicolano su di sé altri inquinanti di produzione industriale che le rendono più patogene , infatti per ogni incremento di 10 microgrammi di PM a Taranto c’è un aumento dello 0.69 % di mortalità contro lo 0.31 % riportato da altri studi italiani ( MISA ) o sulle città europee ( 0.33% ) (riportato nello studio SENTIERI ) La situazione di rischio sanitario profilatasi con il PM10, peraltro in un riconosciuto contesto di forti criticità ambientali (non riconosciuto come tale solo dai professori americani invitati dall’azienda), impone finalmente l’adozione di provvedimenti adeguati : in primo luogo, la copertura dei parchi minerali. Si ribadisce come la soluzione del barrieramento la cui realizzazione è stata iniziata oggi sia del tutto inadeguata. Ad essere intercettate sarebbero infatti soprattutto le polveri pesanti aerodisperse e solo nella misura del 50%, mentre il barrieramento risulterebbe inefficace per le polveri sottili come PM10 e PM 2,5. La copertura dei parchi minerali è del tutto fattibile come dimostrato da un progetto presentato nel 2005 dal Politecnico di Taranto che prevede la realizzazione di apposite tensostrutture. Legambiente ha posto questa tra le misure irrinunciabili per la nuova AIA che dovrà essere concessa all’Ilva.
Nessun commento:
Posta un commento