Strano incontro quello organizzato dal Centro Studi Ilva sulle diossine: tutto il pollaio dell'elite ambiental-sanitaria locale faceva la fila fuori dalle mura di tufo dell'Histò per ascoltare le banalità di tre americani in vena di lezioni elementari (ai tempi di Calvino erano gli italiani a far ben altre lezioni agli americani) per conto di un'agenzia svizzera assoldata dall'Ilva...
Tra prosecchi, salatini e domande stupide s'è consumata l'ennesima umiliazione per la città: Giorgio Assennato, Presidente dell'ARPA Puglia ha preso il cappello nelle mani e tendendolo verso i padroni del vapore ha chiesto il loro sostegno per la realizzazione di un centro epidemiologico INDIPENDENTE sul biomonitoraggio dell'individuo. In pratica si chiede a chi si sospetta che ci avveleni di pagare per verificare se è vero o no... A voi lasciamo la libertà di pensare quel che vi pare.
Ma se questa elemosina non ci stupisce più di tanto visto che ai Riva è stato chiesto nel corso dei tempi di finanziare la squadra di calcio, la festa di San Cataldo, il risanamento della città vecchia, il rassodamento dei glutei e dei seni delle tarantine (ma mai nessuno ha istituzionalmente chiesto di bonificare il territorio...) quello che coglie di sorpresa è l'apertura del sepolcro dell'Ordine dei Medici.
Con la nicchia di sottomissione ormai occupata dall'ARPA sono venuti allo scoperto denunciando l'ovvio che nessuno ha (voluto) notare: ma come fa un professionista assoldato da un privato a dire tutta la verità su quel privato?
L’Ordine dei medici: l’Ilva paga i suoi relatori, ovvie le conclusioni
«Chiamare al tavolo professionisti che dichiarano compensi economici dall’azienda
non garantisce la necessaria imparzialità, che è propria di ogni
confronto scientifico, su temi di così grande rilevanza per la pubblica
salute». Il giorno dopo il confronto su inquinamento ed effetti sulla
salute offerto dal workshop “Diossina e salute: le esperienze
internazionali”, organizzato dal Centro Studi Ilva, con tre relatori
statunitensi, è la Commissione ambiente dell’Ordine dei Medici a
prendere esplicitamente distanza dall’operazione. Pur valutando
positivamente il percorso di confronto intrapreso, l’Ordine dei Medici
non può non osservare che «un maggiore apporto alle conoscenze sarebbe
garantito da scienziati indipendenti e privi di dichiarati e palesi
conflitti di interesse».
L’osservazione era stata mossa
criticamente già nel corso del dibattito che aveva fatto seguito allo
sviluppo delle relazioni dei tecnici statunitensi i quali, sulla base
dei dati noti e loro comunicati, avevano sostenuto che la situazione di
Taranto non desta particolari allarmismi. La nota dell’Ordine dei Medici
incalza ancora di più: «I relatori hanno mostrato di avere scarse e
parziali conoscenze dei dati relativi alla contaminazione dell’ambiente
tarantino, e dichiarato di non conoscere i dati sanitari relativi alla
popolazione tarantina esposta all’inquinamento emersi dalla perizia
epidemiologica ed anche ricavabili dalla copiosa letteratura scientifica
sull’argomento».
Da qui il commento: «E’ del tutto evidente
che, a fronte di questa scarsa competenza sulla situazione tarantina, è
difficile accettare conclusioni ottimistiche che risultano prive di
fondamento scientifico». Dura, dunque, la posizione dei medici nei
confronti dell’opera - zione portata avanti dal Centro Studi Ilva che si
è avvalso di tre grossi nomi: Walter J. Shields, scienziato e direttore
della practice "Scienze della terra ed ambientali"; Donald G.
Patterson, membro del Senior Biomedical Research Service nella divisione
Organic Analytical Toxicology per la Salute Ambientale presso i centri
per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, Atlanta; Suresh H.
Moolgavkar, Professore di Epidemiologia e Corporate Vice President e
Direttore del Centro di Epidemiologia, Biostatistica e Biologia
Computazionale. Tutti componenti della Exponent, la società a cui l’Ilva
ha chiesto di studiare il caso Taranto e che, con questo obiettivo, ha
messo in campo venti scienziati ed ingegneri.
La commissione
Ambiente dell’Ordine dei Medici, infine, condivide quanto rimarcato
dagli esperti statunitensi riguardo alle polveri sottili PM 10.
«Coerentemente con quanto affermato dai periti Forastiere, Biggeri ,
Triassi (nella maxi perizia chiesta dal gip Todisco nell’ambito del
processo per inquinamento contro i vertici Ilva, ndr) – viene affermato
dai medici - 20 mg/m3 è il livello di soglia da non superarsi in aria
ambiente, in riferimento ai danni alla salute così come indicato
dall’Org anizzazione Mondiale della Sanità». (MR Gigante - GdM)
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