Ilva: possibile sequestro dello stabilimento di Taranto
Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha indetto una riunione tecnica
sull’Ilva di Taranto che si terrà domani, 13 luglio, alla presenza dei
rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico e del ministero
per la Coesione territoriale e della regione Puglia.
Motivo dell’incontro: esaminare le condizioni dello stabilimento “con
particolare riferimento alla recente iniziativa della magistratura a
carico dell’impresa per i reati di inquinamento ambientale” e verificare
lo stato delle iniziative in relazione “all’autorizzazione ambientale
integrata degli impianti” ed “alla bonifica del sito industriale”.
Non
è la prima volta che si tenta di chiudere lo stabilimento di Taranto.
Anche la scorsa estate i carabinieri del nucleo operativo ecologico si
erano fortemente attivati per chiedere il sequestro del centro
siderurgico dopo aver svolto numerose indagini che testimoniavano i
reati commessi dalla società. Reati che vanno dal disatro ambientale
colposo, alle omissioni di cautele contro gli infortuni su lavoro, al
danneggiamento di beni pubblici, allo sversamento di sostanze
pericolose.
Questa volta, però, molti hanno paura che per lo
stabilimento di Taranto sia arrivata davvero la fine. Inquina troppo e
da anni la gente si ammala, su questo non ci sono dubbi. Eppure c’è chi,
a Taranto, non riesce ad essere del tutto contento immaginando una
eventuale chiusura della fabbrica. Cinquemila sono i lavoratori che si
ritroverebbero senza occupazione. La riunione di domani, e poi la
prossima del 19 luglio che dovrebbe determinare le sorti definitive
della società desta quindi un certo timore negli animi dei sindacati.
Timore che la magistratura faccia quello che avrebbe dovuto fare ormai
da molto tempo, dal momento che le indagini sull’Ilva di Taranto sono
partite ormai vent’anni fa.
Se si arrivasse alla chiusura della
fabbrica, infatti, cinquemila persone rischierebbero di trovarsi da un
giorno all’altro per strada. “Un disastro”, dicono i sindacati. Ma
“disastro” è anche la parola che viene usata, non solo dagli
ambientalisti ma anche dai comuni cittadini per definire il danno creato
dalla società in questione in tutti questi anni. Casi di malati di
tumore a causa dell’Ilva di Taranto si sono avuti non solo nelle
vicinanze della fabbrica ma in molte altre zone solo teoricamente
“lontane”. Persino nel basso Salento ci sono stati numerosi casi di
decessi a causa di tumori determinati proprio dall’Ilva, poiché, come
hanno dimostrato molti scienziati, è anche il vento tossico della
fabbrica ad inquinare e ad ammalare, soffiando verso il tacco d’Italia.
Non
si capisce, quindi, quale sia il maggiore disastro, dal momento che le
perizie della magistratura mostrano una correlazione scientifica tra
l’inquinamento, le malattie e lo stabilimento dell’Ilva. Solo a Taranto,
nei 7 anni presi in considerazione dalle indagini, ci sono stati 174
decessi “da inquinamento”, avvenuti in particolare nei quartieri Tamburi
e Borgo.
Leggiamo nella perizia dei magistrati: “È emerso un
eccesso di mortalità per patologia tumorale (+11 per cento), in
particolare per tumore dello stomaco (+107), della pleura (+71), della
prostata (+50) e della vescica (+69). Tra le malattie non tumorali sono
risultate in eccesso le malattie neurologiche (+64) e le malattie
cardiache (+14). I lavoratori con la qualifica di impiegato hanno
presentato eccessi di mortalità per tumore della pleura (+135) e
dell’encefalo (+111). Il quadro di compromissione dello stato di salute
degli operai della industria siderurgica è confermato dall’analisi dei
ricoveri ospedalieri con eccessi di ricoveri per cause tumorali,
cardiovascolari e respiratorie”.
E i vertici dell’Ilva sembrano
essere coscienti di tutto ciò. Così coscienti che due di loro – il
presidente del gruppo, Nicola Riva e il direttore dello stabilimento,
entrambi indagati – hanno già deciso di mettersi in ombra, di mollare il
gruppo, probabilmente spaventati dai recenti atti resi pubblici dalla
magistratura e dalle riunioni ministeriali che si terranno in questi
giorni.(Eilmensile)
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