CHIETI - Tonnellate di rifiuti speciali, anche pericolosi, che finivano dove non avrebbero dovuto: nella discarica lancianese di Cerratina. L'altra destinazione era la Puglia dove l'organizzazione aveva individuato nella discarica Vergine di Taranto l'approdo di una valanga di rifiuti fittiziamente selezionati e trattati. Fulcro delle attività illecite, la Di Florio Srl, impianto di stoccaggio e selezione di Cerratina, a due passi dalla discarica. Da lì i rifiuti di decine di aziende della Val di Sangro uscivano tutti con uno stesso codice, pronti per essere conferiti in discarica. Il suo legale rappresentante, Giorgio Nicola Di Florio, 63 anni di Lanciano, è ora in carcere per associazione a delinqnere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Si chiama "Spiderman" l'operazione dei carabinieri del Noe di Pescara che ha consentito la disarticolazione di un'organizzazione, costituita in Abruzzo e con diramazioni in ambito nazionale, dedita al traffico illecito di rifiuti speciali. Secondo quanto accertato dagli investigatori (i particolari sono stati resi noti dal comandante del gruppo Noe di Roma, colonnello Antonio Menga, e dal comandante del Noe di Pescara, capitano Florindo Basilico), l'organizzazione contava anche sulla complicità di un impianto di gestione rifiuti - stoccaggio e selezione - ubicato in provincia di Macerata (Macero Maceratese). Otto le ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lanciano su richiesta del sostituto procuratore Vecchi. In carcere, oltre a Di Florio, è finito Andrea Fassone, 39 anni di Chieti, dipendente della ditta Sistema 2000 di Santa Maria Imbaro, società di intermediazione della moglie di Di Florio, Annalinda Di Paolo, 54 anni, alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari. Ai domiciliari anche Vincenzo Cocca, 60 anni di Spoltore, titolare dell'omonimo studio chimico, indagato perchè si sarebbe prestato a falsificare i certificati di analisi, Andrea Di Liberato, 42 anni di Chieti, dipendente della Di Florio, Fiorentino Giangiordano, 58 di Roccascalegna, dipendente della Ecologica Sangro che gestisce la discarica di Cerratina, Antonio Anglano, 49 di Taranto, responsabile della discarica Vergine (questi ultimi tre sono indagati per concorso nel traffico illecito e non per il reato associativo). Ai domiciliari pure Riccardo Di Mascio, 61 anni, ex vice comandante della Polizia provinciale di Chieti: avrebbe falsamente attestato in atti pubblici l'esistenza di attrezzature per il trattamento automatico di rifiuti presso l'impianto Di Florio di cui in realtà la ditta non dispone. Un altro ex vice comandante è stato invece denunciato a piede libero per la stessa ipotesi di reato: associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali. Anche lui, secondo quanto emerso, si sarebbe prestato a rilasciare attestazioni di comodo. Ha scampato l'arresto solo perchè, indagato, ha preferito recarsi in procura e comunicare al magistrato che avrebbe lasciato il servizio. Il traffico accertato è stato stimato in circa 80.000 tonnellate di rifiuti nei soli conferimenti verso le due discariche, con un guadagno per l'organizzazione non inferiore ai 3 milioni di euro. I carabinieri del Noe hanno preso in esame gli anni 2007, 2008 e 2009. Complessivamente sono 23 le persone deferite all'autorità giudiziaria a vario titolo per associazione per delinquere, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, falso in attestazioni analitiche e certificazioni ambientali, falso in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale e frode processuale.
Simonetta Bersani (Il Tempo)
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