Ecco un articolo molto interessante scritto da Luisa Campatelli sul corgiorno di ieri, 8 Ottobre.
Mi è piaciuto molto perchè ho ritrovato il mio stato d'animo quando la mattina prego che il vento soffia nella direzione "giusta"...
E' davvero un peso insostenibile. (Lea)
Qualcosa va cambiato
Non c'è pace nella città delle grandi industrie inquinanti. L'immagine del fumo nero dell'Eni rimane fissa nella mente come un incubo da cui è difficile liberarsi.
La convivenza tra Taranto e i mostri “sputaveleno” che alterano il colore del cielo e seminano particelle cancerogene nei polmoni sta diventando sempre più difficile. Diciamo insostenibile.
Non è possibile che una città sia costretta a vivere con le finestre chiuse, che faccia l'abitudine al dramma quotidiano di una mamma che non può garantire al figlio aria pulita e latte incontaminato.
E' assurdo che l'umore del mattino debba dipendere dal vento perchè dal vento dipende la direzione che prendono i fumi della fabbrica (che ci sono sempre, visibili e invisibili).
Probabilmente di questo ai tavoli concertativi non si parla, ma è così. E di fronte a certi silenzi si fa sempre più palpabile la sensazione che nei luoghi del dialogo e delle firme in calce all'”importante documento sottoscritto dalle parti”, la salute, la vita e il benessere del cittadino non siano considerati come priorità assoluta, non negoziabile. Quando poi accadono fatti gravi come quello dell'Eni, questa sensazione diventa angosciante. Se l'opinione pubblica ha diritto di sapere e l'azienda in cui si è verificato l'incidente ha il dovere di informare, chi è preposto alla salvaguardia della salute ha l'obbligo di pretendere risposte e, se necessario, disporre provvedimenti di una certa consistenza.
Invece eccoci qui a commentare l'ennesimo “caso inquietante”, a raccogliere le preoccupate dichiarazioni del direttore generale dell'Arpa, e a domandarci se sia giusto che alla città impaurita e
piena di dubbi non si debba altro che questo.
Fa bene il vicepresidente del Consiglio regionale Luciano Mineo a chiedere all'assessore regionale all'Ambiente Losappio -che ha subito raccolto la sollecitazione- di“ convocare i responsabili dell'impianto e, più in generale, il management dell'Eni per chiarire le responsabilità e le cause di quanto è avvenuto e per garantire che, in futuro, non si verifichino più incidenti simili” e farebbe ancora meglio il sindaco Ezio Stefàno ad assumere analoga iniziativa e contestualmente convocare un Consiglio comunale straordinario sull'emergenza ambientale.
Siamo d'accordo con il presidente della Provincia Gianni Florido quando sottolinea che il dialogo va incoraggiato ma crediamo anche che quando vengono meno reciprocità e rispetto dell'interlocutore
vuol dire che c'è qualcosa che non funziona. Che metodi e regole vanno modificati. Evidentemente, nel rapporto tra la città e le due grandi industrie presenti sul territorio il percorso intrapreso non è sufficiente a garantire la tutela di chi questo rapporto lo subìsce ogni giorno, pagando prezzi altissimi, che nessun posto di lavoro potrà mai compensare.
Luisa Campatelli luisa.campatelli@corgiorno.it
Corriere del Giorno 8 ottobre 2008
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