Italia Nostra e i dissalatori pugliesi: nessuna sindrome nimby ma non vanno fatti in aree protette
Il delegato regionale pugliese di Italia Nostra alla tutela paesaggistica, Giorgio Sciarra, parte è preoccupato perché la stampa pugliese tenterebbe di far passare la posizione dell´associazione sulla realizzazione di tre dissalatori come «la solita ottusa presa di posizione contraria o il ricorso alla celebrata sindrome di Nimby».
Per questo chiarisce che l´audizione del 22 ottobre presso la Commissione consiliare regionale per l´Ambiente, dalla quale partono le polemiche giornalistiche, «era stata indetta per ascoltare il parere delle istituzioni e associazioni interessate sulle deroghe da apportare alle leggi regionali nr. 24 e 26 del 23/12/2002 (leggi che istituivano le riserve naturali regionali del litorale tarantino orientale e del bosco di Cerano), in modo tale da consentire la realizzazione di dissalatori nelle riserve naturali e non in merito alla costruzione di questi.
Italia Nostra, ma non solo, ha dichiarato la propria contrarietà di principio alle deroghe in questione dal momento che se si è ritenuto opportuno legiferare al fine di tutelare un bene comune non ha senso, e non è privo di contraddizioni, alla prima occasione presentare deroghe che autorizzano inevitabili e ineludibili danni a ciò che prima si era ritenuto, invece, di salvaguardare. L´emergenza idrica è sicuramente un grave problema ma non deve e non può giustificare delle violazioni rese "legali", tale bisogno idrico deve essere affrontato con grande responsabilità e a vasto raggio trattandosi di un argomento molto complesso.
A proposito della politica delle "deroghe", ad esempio, Brindisi ha vissuto sulla propria pelle tali escamotage che hanno consentito, alla Centrale Brindisi Nord ex Enel, di esercire per anni "in deroga a", per inquinare nei termini di legge».
Quindi, nessuna sindrome nimby anti-dissalatori, e nessuna discussione sull´opportunità di realizzarli o meno, ma secondo Sciarra «vale la pena chiedersi come mai su tre di questi impianti, ben due sono stati previsti in zone protette: a Cerano tra il Comune di Brindisi e San Pietro e alle sorgenti del Chidro nel comune di Manduria. Come mai non è stato possibile individuare altri siti più idonei o che, più verosimilmente, avrebbero incontrato meno difficoltà oltre quelle previste dalla legge e cioè la Valutazione di impatto ambientale? Pare che vi sia una particolare abilità nel ricercare non siti idonei, ma la ovvia contrarietà delle popolazioni».
Ma Italia Nostra non sembra sola: la provincia di Taranto ha chiesto tempo per valutare la proposta della giunta regionale, quella di Brindisi sollecita la valutazione d´impatto ambientale e il sindaco di Manduria ha molti dubbi, visto che ritiene sovrastimata la portata del Chidro e che vi siano problemi di fattibilità del progetto.
Contrario il Comune di Brindisi: «non pregiudizialmente, ma per la localizzazione in un´area peculiare come il bosco di Cerano, senza indicazioni chiare sulle quantità di emungimento ed uno studio degli effetti sull´ecosistema marino».
L´Assessorte regionalie ai lavori pubblici, Onofrio introna, e quello all´ecologia Michele Losappio difendono i tre impianti:«Sulla vicenda dei dissalatori - ha detto introna a Brindi Sera - la quinta commissione ha svolto un´attività di consultazione degli enti locali e delle associazioni che il precedente governo regionale avrebbe dovuto svolgere quando fu sottoscritto l´accordo di programma con l´Aqp. L´aver omesso in quella fase la concertazione con i comuni interessati e l´ascolto del partenariato istituzionale e sociale non ha consentito e non consente di realizzare i tre dissalatori, a Bari, Brindisi e Manduria. Va ribadito però che i circa 180 milioni di euro a suo tempo destinati ai tre impianti non sono andati perduti. L´attuale Giunta regionale li ha destinati ad altre opere pubbliche nel territorio (nella depurazione) e pertanto conferma l´impegno a finanziare con risorse comunitarie del Por 2007-2013 dissalatori, dovunque saranno realizzati. Il governo regionale finanzierà l´acquisizione di risorse idriche aggiuntive determinati per il bilancio tra potabile, irriguo e industriale nella nostra regione».
Fonte: greenreport
Nessun commento:
Posta un commento