In commissione ambiente audizioni sulle deroghe per i dissalatori
Il dissalatore del Chidro: sì, no, perché a Cerano? Sulla localizzazione, tra le misure aggiuntive di approvvigionamento idrico, la commissione ambiente del Consiglio regionale ha ascoltato in un'audizione gli enti pubblici ed organismi interessati, alla presenza degli assessori ai lavori pubblici Onofrio Introna e all'ecologia Michele Losappio.
Sul tavolo, ha spiegato il presidente della "quinta" Pietro Mita: "la modifica legislativa che rappresenta la condicio sine qua non per la costruzione dell'impianto, dal momento che i siti sorgono in aree protette, nelle quali le esigenze di tutela dell'ambiente naturale di pregio prevalgono e vengono tutelate legislativamente.
La Giunta regionale ha approvato un disegno di legge che modifica le leggi regionali che hanno istituito le riserve naturali regionali del litorale tarantino orientale e del Bosco di Cerano.
Quella sul versante ionico è interessa dalle sorgenti cariche del Chidro. Nella zona di Cerano, alla foce, il corso versa in mare acque a bassa salinità, considerate ottimali per la dissalazione.
Il ddl prevede deroghe alle norme di tutela e si preoccupa di ridurre ogni tipo d'impatto, da quello ambientale alle ricadute sul sistema idrogeologico.
Tra i favorevoli: il Comune di San Pietro Vernotico, nel cui territorio rientrerebbe totalmente l'installazione. Sì anche dall'Autorità d'Ambito. L'Aqp, intervenuta con l'amministratore delegato Ivo Monteforte, ha fornito un contributo tecnico che per le deroghe fa riferimento al testo unico ambientale.
L'amministrazione provinciale di Taranto ha chiesto tempo per valutare la proposta della Giunta regionale, quella di Brindisi ha sollecitato l'assoggettamento dei progetti alla valutazione d'impatto ambientale (scontata, per l'assessore Losappio) e il sindaco di Manduria ha posto questioni di praticabilità e realizzabilità, ritenendo peraltro eccessiva la portata stimata del Chidro.
Contraria l'amministrazione comunale brindisina, "non pregiudizialmente, ma per la localizzazione in un'area peculiare come il bosco di Cerano, senza indicazioni chiare sulle quantità di emungimento ed uno studio degli effetti sull'ecosistema marino". "Il dissalatore di Brindisi non è stato ancora fatto perché il comune non lo vuole", è stata la replica di Losappio.
No anche da Italia Nostra, per principio, come nel caso di qualsiasi norma di deroga di carattere ambientale, per l'impatto sull'ambiente di una zona già interessata da insediamenti industriali pesanti e perché "paradossale" in un'area ambientale protetta.
"Sulla vicenda dei dissalatori - ha dichiarato l'assessore Introna - la quinta commissione ha svolto oggi un'attività di consultazione degli enti locali e delle associazioni che il precedente governo regionale avrebbe dovuto svolgere quando fu sottoscritto l'accordo di programma con l'Aqp. L'aver omesso in quella fase la concertazione con i comuni interessati e l'ascolto del partenariato istituzionale e sociale non ha consentito e non consente di realizzare i tre dissalatori, a Bari, Brindisi e Manduria".
"Va ribadito però - per l'assessore ai lavori pubblici - che i circa 180 milioni di euro a suo tempo destinati ai tre impianti non sono andati perduti. L'attuale Giunta regionale li ha destinati ad altre opere pubbliche nel territorio (nella depurazione) e pertanto conferma l'impegno a finanziare con risorse comunitarie del Por 2007-2013 dissalatori, dovunque saranno realizzati".
Introna in conclusione riconferma "con forza che il governo regionale finanzierà l'acquisizione di risorse idriche aggiuntive determinati per il bilancio tra potabile, irriguo e industriale nella nostra regione".
Fonte:BrindisiSera
Nessun commento:
Posta un commento