giovedì 16 ottobre 2008

I ricchi e i cafoni di Puglia

Carlo D'Amicis, La guerra dei cafoni

Carlo D'Amicis è nato nel 1964 a Taranto, vive e lavora a Roma. Fa parte della redazione di "Fahrenheit", trasmissione sui libri di Radio 3. Oltre a "La guerra dei cafoni", uscito quest'anno per la casa editrice Minimum Fax, ha pubblicato i romanzi "Piccolo Venerdì" (1996), "Il ferroviere e il golden gol" (1998), "Ho visto un re" (1999), "Amor Tavor" (2003) e "Escluso il cane" (2006). "La guerra dei cafoni" è entrato nella selezione del Premio Strega 2008 ed è finalista della V edizione del Premio letterario nazionale Paolo Volponi.

Estate 1975. In un villaggio della costa salentina si rinnova la guerra che oppone i ragazzini benestanti ai figli dei pescatori, dei pastori, dei contadini: i cosiddetti cafoni. A dichiarare e alimentare questo conflitto è il quattordicenne capo dei signori, che fa Angelo di nome, ma che nel soprannome porta il segno del campione e della perfidia: Francisco Marinho (rapinoso calciatore brasiliano dell'epoca), altrimenti detto il Maligno. Ossessionato dall'odio per i cafoni, Francisco Marinho combatte in nome dell'ordine sociale, della divisione di classe, della continuità storica. Ma quando, per un tragicomico equivoco, nella sua visione del mondo subentra una punta di compassione - o forse di affetto, o forse di amore - verso una giovane cafona, la separazione tra il bene e il male comincia a offuscarsi. Intorno a lui, i sintomi di una stagione nuova: dove il prestigio o la disgrazia dell'essere cede il passo all'arroganza dell'avere. La guerra dei cafoni non sarà più scontro tra i ranghi che ribadiscono la propria natura, ma lotta di conquista, arrampicamento, disordine collettivo e interiore. Metafora, attraverso un microcosmo di ragazzini indemoniati, del cambiamento collettivo che in quegli anni trasfigurò il nostro paese, il nuovo libro di Carlo D'Amicis è poema cavalleresco e satira sociale, romanzo di formazione e divertissement pulp, tragedia dell'antica borghesia e commedia dell'Italia moderna.

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