Ilva, gip accoglie richiesta commissario straordinario. Sbloccati 1,2 miliardi
Il Gip di Milano Fabrizio D’Arcangelo ha accolto la richiesta avanzata dal commissario straordinario dell’Ilva Piero Gnudi di sbloccare e trasferire nella casse del gruppo 1,2 miliardi di euro circa, cifra sequestrata dalla procura di Milano nell’inchiesta a carico di Adriano Riva e due commercialisti.La richiesta di dissequestrare della somma da parte dei legali del commissario Gnudi era stata presentata l’11 settembre scorso. Le parti hanno discusso davanti al giudice D’Arcangelo in una udienza che si è svolta il 17 ottobre scorso. In quella occasione, la difesa della famiglia Riva aveva sollevato questione di legittimità costituzionale riguardo la legge denominata "Terra dei fuochi", usata dai legali di Gnudi per avanzare la richiesta di dissequestro.
Il giudice D’Arcangelo, nell’accogliere la domanda del commissario, ha indicato che è stata "accertata la manifesta infondatezza" delle questioni di legittimità costituzionale e che, quindi, "occorre rilevare come sussistano nel caso di specie tutti i presupposti per procedere al trasferimento previsto dalla norma", ovvero i fondi potranno essere utilizzati per il risanamento ambientale dell’Ilva di Taranto. Il Gip ha disposto che i beni sequestrati siano convertiti in azioni "a titolo di futuro aumento di capitale" dell’Ilva, spiegando che "le azioni di nuova emissione dovranno essere intestate al Fondo unico giustizia e, per esso, al gestore ex legge Equitalia Giustizia spa".
Il sequestro era stato eseguito nel maggio 2013 e riguardava circa 1,2 miliardi di euro. Il sequestro, eseguito dalla Guardia di Finanza, era stato disposto dallo stesso Gip Fabrizio D’Arcangelo, su richiesta dei pm Mauro Clerici e Stefano Civardi. In quella occasione, nell’ordinanza di sequestro si giustificò la decisione, indicando che i fondi "costituiscono il provento dei delitti di appropriazione indebita continuata e aggravata" da parte degli indagati "ai danni della Fire Finanziara spa (oggi Riva Fire, ndr), di truffa aggravata, di infedeltà patrimoniale e di false comunicazioni sociali, oltre che di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e di trasferimento fraudolento di valori".
In questa inchiesta risultano indagati Adriano Riva e due consulenti della famiglia: Franco Pozzi ed Emilio Gnech, accusati di riciclaggio. Era stato iscritto nel registro degli indagati anche Emilio Riva, deceduto nel frattempo. La richiesta di Gnudi di dissequestrare le somme e di farle tornare nella disponibilità della società Ilva è stata possibile in quanto il 21 agosto scorso è entrata in vigore la legge cosiddetta "Terra dei Fuochi", la quale prevede la possibilità di utilizzare i fondi sequestrati in procedimenti diversi da quello per reati ambientali (condotto dalla procura di Taranto), per il risanamento degli impianti dello stabilimento pugliese. (GdM)
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