martedì 28 ottobre 2014

Galleggiare sul fondo. Il verde che non c'è

Nel rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, Taranto si piazza al 77° posto su un totale di 104 città monitorate. Una posizione poco gratificante che evidenzia le difficoltà della città dei due mari
Inquinamento atmosferico a livelli d'emergenza e tasso di motorizzazione in crescita, gestione dei rifiuti altalenante e trasporto pubblico in crisi. Questo il quadro che emerge dalla ventunesima edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Il Rapporto quest'anno si concentra sulla qualità delle politiche ambientali dei nostri capoluoghi di provincia, per osservare in modo più approfondito quello che l'amministrazione locale fa, o non fa, per migliorare la mobilità, la gestione dei rifiuti e delle acque e, in generale, la qualità del proprio territorio. L'insieme dei dati ci dice, ancora una volta, che le città italiane vanno a tre velocità: sono lente, lentissime e statiche.
In questo quadro Taranto si piazza solo al  77° posto su un totale di 104 città monitorate, nelle parti "basse" della classifica. La cattiva posizione nella classifica generale è frutto innanzitutto di una serie di dati non disponibili relativi al trasporto pubblico, all’indice modal share, alle isole pedonali, alle piste ciclabili e alla qualità dell’aria. Nelle classifiche parziali, altri risultati poco lusinghieri sono stati:  102° posto per VERDE URBANO FRUIBILE; 74° posto per CONSUMI ELETTRICI DOMESTICI; 89° posto per ENERGIE RINNOVABILI – SOLARE; 63° posto per AREE VERDI TOTALI; 64° posto per RIFIUTI: PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI – dato 2012; 93° posto per RIFIUTI: RACCOLTA DIFFERENZIATA – dato 2012 (88° posto col dato 2013, sempre molto basso, dell'11,4%); 57° posto per INCIDENTALITA' STRADALE.
Tra i pochi dati positivi, alcuni sono in buona parte frutto di una  situazione economica difficile: 7° posto per TASSO MOTORIZZAZIONE AUTO e MOTO; 21° posto per CONSUMI IDRICI DOMESTICI. Altri, come la qualità dell'aria, fortemente influenzati dalla forte riduzione della produzione dell'impianto siderurgico: 32° posto per QUALITA' DELL'ARIA – PM10; 1° posto a pari merito con altre 10 città per QUALITA' DELL'ARIA – OZONO; 50° posto per DISPERSIONE DI ACQUA NELLA RETE.
Per Legambiente Taranto, nel capoluogo jonico spiccano, in negativo: i poco più di 3 metri quadri di verde fruibili per abitante che ci assegnano il terzultimo posto tra tutte le città italiane, i tanti dati non disponibili e, tra essi, quelli relativi alle isole pedonali ed alle piste ciclabili: anche a comunicarli i dati sarebbero stati comunque così modesti da lasciarci nei bassifondi delle rispettive classifiche, la raccolta differenziata che continua a non decollare. Una precisazione meritano gli indici per la qualità dell'aria. In particolare il dato positivo del PM10 va considerato con attenzione, essendo fortemente influenzato dalla attuale ridotta capacità produttiva dell'Ilva. Va comunque ricordato che altri inquinanti di produzione industriale rendono più patogene le polveri tarantine. Infatti per ogni incremento di 10 microgrammi di PM a Taranto c'è un aumento dello 0.69 % di mortalità contro lo 0.31 % di altre città italiane (secondo lo studio MISA) e lo 0.33% di altre città europee (studio SENTIERI).
"Purtroppo - dichiara Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto - il  Rapporto Ecosistema Urbano 2014 conferma una realtà ben nota. A Taranto il verde disponibile per i cittadini è pressoché inesistente e sottoposto ogni anno a ingiustificabili potature "selvagge" che continuiamo a denunciare senza che il Comune si decida a intervenire, la raccolta differenziata langue, le aree pedonali sono limitatissime , non ci sono politiche per costruire una mobilità alternativa all'uso dell'auto e la stessa pista ciclabile in Viale Magna Grecia, da questo punto di vista, risulta di scarsissima utilità, né iniziative volte a favorire l'uso di energie alternative. Manca non solo un progetto, ma persino l'idea di una "altra" Taranto". (Cosmopolismedia)

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