Rifiuti: situazione critica a Taranto
I problemi di Taranto
non si esauriscono con l’Ilva. La città pugliese ha proprio un cattivo
rapporto con l’ambiente. A denunciare la situazione è Alessandro Bratti,
presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite
connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse
correlati, che, commentando le audizioni del commissario straordinario
per la bonifica del Sito d'interesse nazionale di Taranto (area extra
Ilva), Vera Corbelli, ha dichiarato che il quadro emerso ‘sul ciclo dei
rifiuti rispetto alla realtà di Taranto è più grave di quanto
s'immaginasse, in particolare per la zona extra Ilva’.
A
preoccupare è, in particolare, ‘l'alto livello di contaminazione di
un'area del Mar piccolo di Taranto e delle acque di falda di Statte,
dove alcune cave dismesse vennero in passato utilizzate come discariche
di rifiuti speciali e pericolosi’. ‘Nel quadro istituzionale e normativo
della bonifica dell'area extra Ilva
-prosegue- ci sono poi paradossi illustrati da Corbelli che meriteranno
ulteriori approfondimenti’. ‘Il commissario del Sin di Taranto Piero
Gnudi, da parte sua, -riferisce ancora Bratti- ci ha informato di
lavorare senza budget, cosa che lo costringe a pagarsi di tasca propria
la carta, i viaggi e le altre spese. Ci auguriamo che venga messo nelle
condizioni di lavorare nel modo migliore possibile’.
‘Sono
stati anche sottolineati alcuni punti critici della perimetrazione del
Sin che non include, ad esempio, il quartiere Tamburi’, sostiene Bratti.
‘Alla fine delle audizioni, la commissione ha chiesto di poter
acquisire ulteriore documentazione relativa alla gestione dei rifiuti
prodotti dallo stabilimento di Taranto che è considerata oggi -rimarca-
una delle più grandi area da bonificare d'Europa’.
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