martedì 21 ottobre 2014

Intossicati il Mar Piccolo e la falda

 

Rifiuti: situazione critica a Taranto

I problemi di Taranto non si esauriscono con l’Ilva. La città pugliese ha proprio un cattivo rapporto con l’ambiente. A denunciare la situazione è Alessandro Bratti, presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, che, commentando le audizioni del commissario straordinario per la bonifica del Sito d'interesse nazionale di Taranto (area extra Ilva), Vera Corbelli, ha dichiarato che il quadro emerso ‘sul ciclo dei rifiuti rispetto alla realtà di Taranto è più grave di quanto s'immaginasse, in particolare per la zona extra Ilva’.
A preoccupare è, in particolare, ‘l'alto livello di contaminazione di un'area del Mar piccolo di Taranto e delle acque di falda di Statte, dove alcune cave dismesse vennero in passato utilizzate come discariche di rifiuti speciali e pericolosi’. ‘Nel quadro istituzionale e normativo della bonifica dell'area extra Ilva -prosegue- ci sono poi paradossi illustrati da Corbelli che meriteranno ulteriori approfondimenti’. ‘Il commissario del Sin di Taranto Piero Gnudi, da parte sua, -riferisce ancora Bratti- ci ha informato di lavorare senza budget, cosa che lo costringe a pagarsi di tasca propria la carta, i viaggi e le altre spese. Ci auguriamo che venga messo nelle condizioni di lavorare nel modo migliore possibile’.

‘Sono stati anche sottolineati alcuni punti critici della perimetrazione del Sin che non include, ad esempio, il quartiere Tamburi’, sostiene Bratti. ‘Alla fine delle audizioni, la commissione ha chiesto di poter acquisire ulteriore documentazione relativa alla gestione dei rifiuti prodotti dallo stabilimento di Taranto che è considerata oggi -rimarca- una delle più grandi area da bonificare d'Europa’.

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