Comunicato stampa del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
«Il miliardo di euro sequestrato, una volta concluso il processo, doveva risarcire lo Stato del danno erariale causato dai Riva. Se si usano questi soldi per applicare l'AIA del siderurgico è evidente che non ci sarà alcun risarcimento per le casse pubbliche» «Era il 14 maggio del 2013 quando circa 1 miliardo di euro in prodotti veniva dissequestrato con la scusante che “senza quei soldi non si poteva applicare l’AIA”. A distanza di un anno e 5 mesi, accompagnati da minacce e ricatti nei confronti di cittadini e lavoratori, la situazione in fabbrica e fuori è notevolmente peggiorata.
Il GIP di Milano, Fabrizio D’Arcangelo, ha accolto la richiesta che il commissario straordinario Piero Gnudi ha avanzato lo scorso 11 settembre 2014. Oggi come allora, 1,2 miliardi di euro vengono “restituiti” per essere destinati interamente all'applicazione dell'AIA.
Nulla di questa somma sarà destinato alle bonifiche; neanche un euro per risarcire Taranto, una città massacrata dall'inquinamento, anche dell'Ilva.
La notizia del dissequestro di queste somme è stata presentata come una conquista!!
Aggiungi un appuntamento per oggi il commissario Gnudi,una parte di politici,l'associazione degli industriali ionici,alcune organizzazioni sindacali e perfino legambiente urlano vittoria...ma tra le righe dichiarano a voce unanime che "ADESSO SI PUO CONTINUARE A SPERARE".
Beh, certamente.. a TARANTO le "certezze" sono un optional...dobbiamo vivere di "speranze".
L'unica CERTEZZA è l'aumento dei tumori infantili al 21%...ma nessuno ovviamente dei "soddisfatti" ne parla.
Analizzando quindi la "nuova notizia", ci sorgono spontanee alcune domande:
Quando sarà materialmente disponile la somma dissequestrata?
In quale dei paradisi fiscali sono state nascoste queste somme sequestrate sulla carta alla famiglia Riva?
A quanto ammonta il debito che l’ILVA ha accumulato fino ad oggi considerando il prestito ponte, le pendenze verso le ditte d’appalto, le spese di gestione ecc…?
Siamo sicuri che i Riva non ricorreranno in appello E cosa accadrebbe qualora un giudice in appello invertisse la decisione?
Se la "crisi di liquidità" è tale che anche questo mese si paventa la mancanza dello stipendio, credono davvero "lor signori" che il problema sia risolto e che si può stappare qualche bottiglia?
L'apoteosi della contraddittorietà, però, viene raggiunta se si considera l'assoluta divieto dell'Unione Europea a ogni forma di aiuto di Stato alle imprese private.
Troppo spesso si dimentica, infatti, che per quanto commissariata ,l'Ilva è una azienda privata.
Il miliardo di euro sequestrato, una volta concluso il processo, doveva risarcire lo Stato del danno erariale causato dai Riva. Se si usano questi soldi per applicare l'AIA del siderurgico è evidente che non ci sarà alcun risarcimento per le casse pubbliche. Si sta a tutti gli effetti usando i soldi dei cittadini.
A tutte le domande precedenti, dunque, ne aggiungiamo ancora un'altra: è legittimo un tale aiuto di Stato a una impresa privata?
Diverso sarebbe stato se le risorse fossero destinate alle bonifiche e alla riqualificazione ambientale del territorio, devastato anche dall'Italsider pubblica negli anni passati.
A nostro avviso, questa ulteriore concessione è la conferma che in questo territorio la “vendita di fumo” continua imperterrita».
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
Comunicato stampa di Angelo Bonelli
«Ci sono consiglieri comunali, parlamentari che hanno esultato per lo sblocco del 1,2 miliardi di euro sequestrati ai Riva affermando che è stato applicato “il principio chi inquina paga”!
Ma applicare l'AIA negli impianti di proprietà degli stessi Riva non è applicare il principio chi inquina paga! Mai sciocchezza così grande era stata pronunciata! Nessun principio chi inquina paga è stato applicato, perchè quei soldi non saranno utilizzati per fare le bonifiche nelle aree contaminate, nei terreni agricoli interdetti al pascolo perché inquinati dalla diossina. Quei soldi non saranno utilizzati per disinquinare il mare e le falde, per risarcire agricoltori, allevatori , mitilicoltori e chi ha subito danni alla salute o la perdita dei propri cari. Il principio chi inquina paga non è stato applicato e chi lo dice o è in malafede o deve tornare a studiare. Rimettere a posto gli impianti a norma era un obbligo di legge che i Riva non hanno mai fatto perché così hanno aumentato i profitti,ma così facendo le terre,le acque di Taranto e la vita dei tarantini sono state contaminate. Sia chiaro mettere a posto gli impianti dei proprietà dei Riva con i soldi dei Riva non è applicare il principio chi inquina paga, perchè le terre, le acque e la vita di Taranto continua ad essere disseminata di veleni!».
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