lunedì 4 gennaio 2010

Class action contro l'Ilva? Niente: morite e basta!

Arriva la class action. Boccia: ma non per l'Ilva di Taranto

L'anno nuovo ha portato grandi novità per i consumatori italiani. Dal primo gennaio, infatti, possono esercitare la class action, ossia l’azione collettiva a tutela dei propri diritti per danni o inadempienze contrattuali da parte delle aziende. Si tratta di una innovazione introdotta dalla Legge Sviluppo per tutelare i consumatori e gli utenti, sostituendo così integralmente l’analoga disciplina, prevista dalla legge finanziaria per il 2008, ma mai entrata in vigore perchè ritenuta carente sia sotto l’aspetto procedurale che sostanziale.
«Anche in Italia diventa finalmente operativo uno strumento di civiltà, essenziale per la tutela dei consumatori, già attivo in altri paesi sviluppati», ha detto Claudio Scajola, Ministro dello Sviluppo Economico, ricordando che «da ora è più semplice, concreto ed effettivo l’esercizio dell’azione collettiva, poichè questa può essere avviata anche da singoli consumatori o utenti, anzichè solo dalle loro associazioni, e viene semplificato il meccanismo di liquidazione del danno». In sostanza la nuova disciplina consente a consumatori o utenti, i quali abbiano patito danni derivanti da prodotti difettosi o pericolosi, oppure da comportamenti commerciali scorretti o contrari alle norme sulla concorrenza, di unire le proprie forze per ottenere il risarcimento in ipotesi in cui il ricorso al giudice sarebbe troppo oneroso per un singolo individuo: ad esempio quando la controparte è molto più forte sul piano economico, e può quindi avvalersi in giudizio di strumenti di difesa più efficaci; ovvero quando i comportamenti illeciti di quest’ultima, pur avendo grande rilevanza nel loro complesso, arrecano al singolo un pregiudizio di lieve entità.
Con le nuove norme, in vigore dal 1° gennaio 2010, tutti coloro che si trovino nella stessa situazione di chi ha promosso la causa, nelle ipotesi suddette, potranno aderire all’azione, facendo valere i propri diritti, anche attraverso il promotore e senza bisogno di ricorrere autonomamente ad un avvocato. Il procedimento, si legge in una nota, sarà snello e consentirà di avere una sentenza immediatamente esecutiva e non una mera sentenza di principio che poi costringe ad instaurare un successivo giudizio. Per assicurare una piena tutela dei consumatori che aderiscono, è previsto il preventivo esame da parte del giudice per verificare l'adeguatezza di chi ha instaurato il giudizio a curare l'interesse della classe, cioè del gruppo di consumatori o utenti che versino nella medesima situazione, e per accertare l’assenza di conflitti di interesse.
Inoltre, è assicurata la piena trasparenza e pubblicità di tutte le fasi del procedimento, compresa la pubblicità sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico. È anche prevista la notifica al pubblico ministero, garantendo così la possibilità di una presenza imparziale nella fase preliminare, preordinata a valutare adeguatezza ed assenza di conflitti d’interesse. È pure contemplata, prosegue la nota, l’eventuale sospensione del giudizio quando sui fatti rilevanti è in corso un’istruttoria davanti a un’autorità indipendente, ovvero un giudizio dinnanzi al giudice amministrativo. Si è predisposta così una procedura economica, snella e veloce, trasparente, garantita ed efficace. Sono interessati dal provvedimento gli illeciti commessi successivamente alla entrata in vigore della Legge Sviluppo, cioè successivamente al 15 agosto 2009.

Attenendosi ai principi generali, in base ai quali di norma le nuove leggi si applicano solo per l’avvenire, nell’attuale quadro economico finanziario si è così inteso mantenere immutato per il passato il quadro di riferimento, evitando di interferire con le eventuali strategie aziendali relative alla gestione dei contenziosi, nella consapevolezza che una tale scelta avrebbe potuto indurre potenziali ricadute anche sulla stabilità delle imprese e sui relativi livelli occupazionali.

BOCCIA, E' INCOMPLETA, SCAJOLA SPIEGHI PERCHE'
«Come sempre, il governo vende slogan e titoli. La class action in Italia è una parente povera delle richieste collettive di risarcimento che caratterizzano le economie dei principali Paesi occidentali. Scajola ci spieghi perchè il governo Berlusconi non ha introdotto la class action sui prodotti finanziari e sulle vicende riguardanti l'inquinamento ambientale dei grandi siti industriali». E' quanto dice il parlamentare del Pd Francesco Boccia.
«Nonostante la propaganda del primo gennaio fatta dal ministro – sottolinea – , gli italiani devono sapere che il governo ha preferito tutelare ancora una volta gli operatori finanziari pregiudicati e i siti industriali inquinanti. In altre parole, ancora oggi un risparmiatore Parmalat (non a caso lo conferma lo stesso sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, smentendo il suo ministro) non potrebbe utilizzare la class action, come non potrebbero utilizzarla i tanti cittadini che vivono a ridosso dei maggiori siti inquinanti d’Italia. Il caso dell’Ilva di Taranto è il più emblematico ed è quello che meglio chiarisce le bugie di Scajola». (GdM)

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