lunedì 11 gennaio 2010

Mobility manager? A Taranto un posto libero per un altro raccomandato inetto

Capofila nella mobilità sostenibile sono le città settentrionali di Parma e Brescia, sul fronte dei Comuni, ed Emilia Romagna e Piemonte come Regioni

Crescono in Italia i mobility manager, gli esperti della mobilità sostenibile che, nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni, studiano come gestire gli spostamenti di cittadini e merci con un occhio ben attento alle esigenze di clima e ambiente. Secondo dati Euromobility, infatti, nel 2009 i mobility manager delle nostre aziende sono arrivati a 850, mentre l'incremento di uffici d'area di mobility management nella P.A., dal 2003 ad oggi, è stato pari al 55,8%. Fra Comuni e Province, più un'area industriale, infatti, in sei anni gli uffici sono passati da 43 a 67.
«Il Mobility Management nel panorama nazionale -afferma il direttore scientifico di Euromobility, Lorenzo Bertuccio - è costantemente cresciuto in Italia ed ha dimostrato di poter essere una valida risposta alle emergenze ambientali che le aree urbane si trovano ad affrontare».
«Nel nostro paese - continua Bertuccio - la trasformazione della struttura urbana e metropolitana degli ultimi 50 anni ha creato un imponente cambiamento che ha fatto acquisire al mezzo privato un ruolo di primo piano, sia in termini di status symbol sia come strumento per rispondere alle nuove esigenze di spostamento. È da qui che nasce, sempre più prepotentemente, l'esigenza di intervenire con un Mobility manager per dare contemporaneamente risposta - prosegue il direttore scientifico di Euromobility - sia al diritto alla mobilità dei cittadini, sia al diritto di vivere in un territorio di qualità».
Secondo il Terzo Rapporto sulla Mobilità Sostenibile in 50 città italiane firmato da Lorenzo Bertuccio, che ha guidato il gruppo di lavoro composto da Emanuela Cafarelli, Aldo Berardino e Federica Parmagnani, i mobility manager italiani sono attualmente presenti in 41 città. Ma la crescita è a due velocità. Nel Centro-Sud, infatti, ci sono intere aree urbane in cui manca questa figura professionale, come a Campobasso, Cagliari, Catanzaro, L'Aquila, Latina, Pescara, Livorno, Sassari e Taranto dove non si conta nemmeno un mobility manager che gestisca la sostenibilità degli spostamenti di persone o merci.
Mentre ci sono amministrazioni del Nord del Paese leader per best practices. Capofila nella mobilità sostenibile sono infatti le città settentrionali di Parma e Brescia, sul fronte dei Comuni, ed Emilia Romagna e Piemonte come Regioni. Si tratta di aree in cui sono state messe in campo politiche forti per convincere i propri cittadini a lasciare a casa l'auto privata.
«Ci vuole un interesse reale dell'Amministrazione locale per far funzionare bene il mobility management in mancanza di un serio input normativo a livello nazionale» conclude Bertuccio. Che però non tralascia di ricordare che è al Centro-Nord «la più alta concentrazione di imprese e istituzioni». Così come è a Nord «che si registra uno tra i più alti tassi di inquinamento europei». Come dire che, forse, di necessità virtù. (Villaggio Globale)

1 commento:

hurricane ha detto...

IL problema della mobilità sostenibile a Taranto c'è ed è tutt'altro che dipoco conto. siamo la città piu' inquinata di Europa per cui anche se l'inquinamento industriale è ben piu' nocivo, traffico, CO2, particolati e polveri sottili incidono sulla qualità della vita, hanno impatto su ambiente e salute (stress).
2)Avere servizi pubblici di trasporto efficienti migliora la qualità della vita speci delle fasce meno abbienti. 3 l'incidenza dei mobility managers sull'occupazione è significativa in tempui di crisi e spinge anche verso unA riorganizzazione più efficiente ed ecologica della città (car e bike sharing, piste e percorsi ciclabili ecc.). Purchè tali nomine siano frutto di concorsi e vera meritocrazia e non di clientela e sperperocrazia...