Diossina, dubbi sulla contaminazione delle pecore. Il Tar: «Non le abbattete»
Gli animali «salvati» dalla gravidanza. Secondo i giudici non è scontata la trasmissione del veleno al feto
TARANTO - Sarà la gravidanza, per ora, a salvare dalla mattanza gli animali in attesa contaminati dalla diossina. La decisione, che fa tirare un sospiro di sollievo agli allevatori jonici, è del Tribunale amministrativo di Lecce che con l’ordinanza numero 22 dell’altro ieri, mercoledì, ha sospeso il provvedimento di abbattimento, relativamente alle pecore e capre che sono in attesa (quasi tutte), disposto dalla Regione Puglia lo scorso mese di luglio. Non essendo provata la trasmissione della contaminazione di diossina anche ai feti, i giudici del Tar hanno rinviato l’eliminazione a dopo il parto. Sempre nella stessa ordinanza, il presidente del Tar, Aldo Ravalli, rileva una «discordanza tra le analisi riguardanti la contaminazione della diossina» pertanto «dispone che la Asl e la Regione Puglia effettuino accurate analisi per verificare la consistenza e l’eventuale presenza della diossina sia nella carne che nel latte derivante dagli animali in questione».
Un ragionevole dubbio, quello avuto dal giudice, generato dalla contraddizione di alcune risposte di laboratorio sui campioni di latte prelevati dall’allevamento in questione. Anzi, in uno di questi, quello che porta la data di agosto 2008, i valori di diossina erano risultati nella norma mentre nelle carni erano emersi forti concentrazioni. Con il conforto di tali risultati (che portano la firma del laboratorio di Teramo, centro di riferimento nazionale per la ricerca della diossina negli alimenti), il servizio veterinario del Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto, comunicava in quella data all’allevatore «che poteva avviare l’attività di vendita del latte e derivati». Per tutto questo tempo, insomma, come si apprende dall’ordinanza del giudice e dai motivi aggiuntivi presentati dall’avvocato Cosimo Antonicelli, difensore dell’allevatore, il latte delle pecore infette dalla diossina è stato venduto come sempre.
«E’ fin troppo evidente - fa notare il difensore nella sua istanza - che l’ordine di abbattimento degli animali si pone in contrasto con l’attività di vendita del latte degli stessi animali che si vorrebbero fare eliminare». Questi nuovi elementi, introdotti dall’impresa in una memoria aggiuntiva, hanno inciso profondamente nel parere dei giudici del Tar i quali, nel sospendere comunque ogni ipotesi di macellazione forzata dei capi in gravidanza, chiedono al ricorrente di ripresentare una seconda domanda cautelare che sarà discussa il prossimo 24 marzo. Per quella data, invita sempre il Tar, i tecnici della Asl e della Regione Puglia dovranno dare una spiegazione univoca alla presenza di sostanze diossino-simili in tutti i capi ritenuti contaminati e pertanto destinati al macero. L’ordine di abbattimento sospeso dai giudici riguardava circa quattrocento capi.
Nazareno Dinoi, Corriere del Mezzogiorno
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