Taranto, Stefàno «boccia» l'Amiu
Sindaco Stefàno, la segreteria provinciale dell’Udc e Franco Vitanza del Pdl la criticano fortemente per la gestione dell’Amiu... «Proprio questi partiti hanno indicato, per un decennio, gli amm inistratori dell’Amiu. Si tratta di quegli stessi amministratori che non hanno pagato i tributi allo Stato. Persino l’Iva non era stata versata. Ed ora, criticano pure? Apprezzo il loro coraggio nell’esporsi pubblicamente in dichiarazioni di questo tipo ma ricordo che il centrodestra ci ha consegnato un’azienda con 42 milioni di euro di debiti».
Udc e Pdl si riferiscono al recente sequestro dell’inceneritore del cimitero. «Ma perchè sanno già come si esprimerà la magistratura? io ho la coscienza a posto. Ho fatto quel che dovevo fare...».
Sindaco, ma inceneritore a parte, qual è il suo giudizio sull’operato dell’Amiu? «Insufficiente. Fortemente insufficiente. O meglio, è gravemente negativa la percezione che i nostri concittadini hanno dell’operato dell’azienda per l’igiene urbana. Soprattutto nelle periferie ma non solo».
Cosa farà? «Devo approfondire meglio tutta la situazione. Devo conoscere e poi assumere le determinazioni relative».
Quando agirà? «Devo assolutamente prima risolvere la questione avanzata da una parte dei disoccupati a proposito di un possibile loro inserimento nel progetto della Regione sulla raccolta differenziata. Poi c’è da risolvere la questione dei lavoratori della cooperativa “Girasole” di cui ci stiamo occupando per cercare di andare oltre le proroghe sinora concesse. E, infine, devo affrontare alcuni aspetti dell’emerg enza abitativa che affligge la nostra città. Spero e penso di riuscire a far tutto questo entro due settimane».
Ed a febbraio tocca all’Amiu, dunque? «Sì passerò sotto la lente d’ingrandimento la gestione dell’azienda e nel giro di qualche settimana valuterò il da farsi».
Potrebbe rimuovere anche l’attuale cda? «Ripeto, devo prima conoscere, capire. Confermo, il mio giudizio è negativo ma magari ci sono delle condizioni oggettive o degli ostacoli che impediscono il raggiungimento di alcuni risultati concreti da parte dei componenti del consiglio d’amministrazione. Chi ha governato prima di noi, ci ha lasciato in eredità un bubbone ma a noi spetta trasformarlo in un’azienda moderna ed efficiente». (Fabio Venere, GdM)
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