mercoledì 20 gennaio 2010

Precarietà e pensione

L’eterna precaria va in pensione. A 61 anni ancora senza cattedra
Lucia Longo vive a Taranto e insegna in un liceo di Laterza. 120 chilometri tra andata e ritorno a casa

«Peculiare assai», dice della sua storia. Anche questa mattina Lucia Longo si è svegliata presto, ore 6 del mattino. Vive a Taranto, insegna in un liceo di Laterza, il paese del pane buono, 120 chilometri tra andata e ritorno a casa. Le «utenze difficili » e lontane sono l’approdo annuale dei precari della scuola, specialmente al Sud. Nel 2008 le era toccata Crispiano, più vicina, prima c’erano state Grottaglie, Mottola, Massafra, e un’altra ventina di istituti. Eppure sembra una storia come tante, confusa nella massa dei duecentomila precari della scuola italiana. «Ma adesso esco dalla moltitudine — dice —. Finalmente sono prima in classifica». Ironia, molto amara. Il campionato che Lucia si appresta a vincere è quello delle precarie per sempre. A 61 anni compiuti, la professoressa Longo va in pensione dopo averne trascorsi 29 in cattedra, ma senza aver vissuto un giorno da insegnante di ruolo. È questo che fa di lei una specie di Gronchi rosa della Pubblica istruzione, un monito per chi resta. «Se non lo faccio ora, mi tocca aspettare anche per mettermi a riposo. Sinceramente, non ce la faccio più, a guardare gli altri che mi passano davanti, colleghi giovani che mi dicono "zitta, che non sei di ruolo". Chissà, forse hanno ragione loro. Forse sono una deficiente, la spiegazione è questa».
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«Ero un’insegnante vecchio stampo, severa, ma dialogante, come si usa dire. La scuola mi mancherà. Ma a forza di aspettare, ti accorgi che è passata una vita intera ». (LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO sul Corriere della Sera)

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