PORTI: IN ARRIVO UNA NUOVA RIFORMA
In pista la riforma dei porti che, in parte, affida alle Regioni il controllo di alcuni approdi. La commissione lavori pubblici del Senato ha infatti messo a punto il testo base che farà da riferimento per la modifica dell’attuale ordinamento portuale. I porti saranno divisi in tre categorie: 1) quelli finalizzati alla difesa nazionale e alla sicurezza dello Stato; 2) quelli di rilevanza economica nazionale e internazionale; 3) porti di rilevanza economica regionale e interregionale.
E saranno su questi ultimi che - ferme restando le competenze statali - “le Regioni esercitano la funzione legislativa e quella regolamentare” nel rispetto di precisi principi tra cui l’ esercizio esclusivo da parte di privati delle attività di impresa e commerciali; salvaguardia della salute dei posti di lavoro; tutela della concorrenza; rispetto della titolarità statale in materia di sicurezza della navigazione, del trasporto marittimo e della sicurezza portuale.
La riforma su cui la commissione inizierà la discussione prevede inoltre una programmazione del territorio, attraverso la messa a punto di un Piano regolatore portuale “al fine di definire le opere portuali e gli assetti territoriali della circoscrizione, stabilendo le caratteristiche e la destinazione delle aree portuali, nonche’ infrastrutture stradali e ferroviarie”. La formazione di tale piano regolatore è affidata ad una Autorità portuale che amministrerà i porti più significativi: Ancona, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Genova, La Spezia, Livorno, Manfredonia, Marina di Carrara, Messina, Gioia Tauro, Napoli, Palermo, Ravenna, Savona, Taranto, Trieste, Vemezia. Salerno, Augusta, Olbia-Golfo Aranci e Piombino. (Fuoritutto)
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