giovedì 7 gennaio 2010

Città Vecchia: e se la bombardassimo?

Ci risiamo con la scoperta dell'acqua calda.
E' possibile che ogni "geniale" idea del primo scaldapoltrone che spara la sua balla sulla Città Vecchia di Taranto e disegna scenari da sogno utopistici, debba essere osannata da quattro giornali che non sanno neanche dove sta di casa l'urbanistica?
Andiamo con ordine.
Qualche mattina fa, il neoassessore alla Città Vecchia si sveglia e decide che regalerà il patrimonio del comune ai privati. Un ottimo ex-comunista, non c'è che dire, di quelli che si sono venduti oltre agli ideali anche la ragione e ora, come le Di Bello di un tempo e il Berlusconi-D'Alema di oggi, invocano il "buon privato" come grande soluzione di tutto!
Secondo la teoria del nostro bravo assessore, io, privato danaroso, dovrei prendere un rudere nel quartiere più abbandonato e pericoloso d'Italia, lo dovrei poi restaurare come un bene culturale di pregio (cosa che costerebbe un occhio della testa se fatto seriamente, ma pochi euro se invece di restaurare si fanno le porcate alla tarantina con tanto di moltiplicazione di livelli e volumetrie a base di laterocementone!) e poi, dopo 20 anni, andrei a bussare al municipio per restituirne le chiavi al primo sindaco che incontro??? Una stretta di mano ed amici come prima...
Peccato che siamo nella città dove le barriere sociali si possono tracciare con il bisturi sulla maglia ortogonale. Peccato che a Taranto esistano due appartamenti per abitante (nonostante la giunta comunista si stia dando da fare a rinnegare ogni promessa di riqualificazione e a dare via libera ai palazzinari alla Salinella e Paolo VI...). Peccato che la città vecchia sia un ridente mostro in putrefazione a 200 metri in linea d'aria dalle fabbriche pestilenziali. E lo spaccio? E gli impianti?
La realtà è che l'elefante del menefreghismo e dell'ignoranza goffa ha partorito per l'ennesima volta il topolino, e lo ha tirato fuori dal cilindro dell'ultimo politico senza coscienza e senza il senso della storia. Se solo Nistri avesse letto almeno un libro del padre...(cui dobbiamo sicuramente, però, il merito di un tale assessore...).
Per tornare al nostro giornalista "colto" che ha scritto questo bell'articolo. Se solo avesse letto il piano Blandino che tanto osanna, si renderebbe conto che la "boutade" di Nistri è in assoluto contrasto con la logica di piano che vedeva nell'intervento pubblico l'unica affidabilità in termini di restauro degli immobili di pregio e non. Non a caso fu proprio il "tanto studiato piano" (se solo il giornalista sapesse che Blandino al contrario di quanto si continua a millantare, non se lo caga proprio nessuno nelle università italiane e figurarsi in quelle straniere! c'è giusto un rigo in qualche enciclopedia tuttologica, ma non di più del rituale di accoppiamento dell'opossum, e solo perchè nel resto del sud non arrivavano i soldi industriali...) che, nell'intento di strappare di mano ai privati un bene così rilevante sul piano storico-urbanistico, lo spezzettò in stralci senza senso e deportò tutti i veri tarantini nelle eterne case parcheggio, a marcire là per sempre con la loro incantevole cultura materiale e insediativa millenaria, persa irrimediabilmente! Soldi di esproprio, di costruzioni di case di cartone, di spopolamento e demolizioni, betoniere di cemento hanno stravolto, scrostandola fino nelle pietre più intime, la meraviglia che affascinò i viaggiatori sette-ottocenteschi e i dotti Benedetto Croce, Cesare Brandi, Roberto Pane (già affranti per i primi scempi...).
Basta con il clichè del premio olandese, basta con il piano esemplare: quello è un frutto inacidito di cinquanta (50) anni fa!!! Ma chi di voi si farebbe costruire una casa con un progetto di 50 anni fa??? l'urbanistica da allora è infinitamente cambiata, nuovi strumenti sono a disposizione e nuovi metodi di approccio scientifico ma anche architettonico e soprattutto sociologico al delicatissimo tema della complessità urbana. Nuovi si, ma a Taranto ancora avveniristici. Ad Amsterdam, dai tempi del premio Blandino, per fare una metafora, oggi usano l'Iphone. A Taranto, con questo piano, siamo fermi al telefono con la manovella di Totò!
Per favore, giornalisti, se proprio non ne capite una mazza di urbanistica, limitatevi alla cronaca e non dite "ingenuità"!


Per non parlare della Gru killer... a Firenze Pacciani, a Taranto la gru! Ognuno ha i suoi mostri! Se solo si avesse il coraggio di dare un nome a chi ammazza gli operai!

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