martedì 26 gennaio 2010

Morte bianca, Arsenale nero. Abbaiano i sindacati

Colpito dalle lamiere, muore vigilante
Taranto, tragedia all'Arsenale militare. La vittima sommersa dai pannelli destinati al rifacimento del tetto

Stava facendo il solito giro di perlustrazione quando è stato travolto da una catasta di pannelli per la coibentazione del tetto di uno dei capannoni della prima officina polifunzionale dell’arsenale militare. Così è morto lunedì 25 gennaio, nel pomeriggio, Giovanni De Cuia, 53 anni, di Statte, dipendente dell’amministrazione militare arsenalizia. Una fatalità non senza responsabili, a sentire i sindacati che ieri pomeriggio stesso si sono espressi sull’argomento parlando esplicitamente di «ennesimo omicidio».
Il compito di accertare eventuali colpe è toccato ai tecnici dell’ispettorato provinciale del lavoro recatisi sul posto appena dopo l’incidente insieme ai carabinieri del distaccamento interno all’arsenale. I militari coordinati dal magistrato di turno, Filomena Di Tursi, hanno disposto il sequestro di tutto il cantiere per il rifacimento di uno dei due capannoni da ristrutturare. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, le coperture isolanti che dovevano servire a ricoprire il tetto dell’opificio, erano stati scaricati ieri mattina da una delle ditte incaricate dei lavori. Evidentemente, questo almeno è sembrato ieri, la massa di acciaio e plastica era stata posizionata in un punto inadatto che è poi franato. Altra ipotesi è che le lamiere, impilate sino a sette metri una sull’altra, non siano state legate con le apposite imbracature. Gli interventi in questione rientrano nel piano di ammodernamento degli arsenali per il quale il Ministero ha previsto uno stanziamento di 108 milioni di euro sino al 2012. A soccorrere l’uomo che è rimasto letteralmente sommerso dai pannelli, è stato l’equipaggio dell’ambulanza della Marina Militare che ha una postazione fissa proprio nell’arsenale. E’ stato il medico di bordo a constatare il decesso avvenuto quasi sul colpo per lo schiacciamento del torace. Inutili i tentativi per rianimarlo.

Immediata la reazione dei sindacati di categoria firmatari di un documento congiunto di denuncia. «Troppo spesso - scrivono - le segnalazioni rimangono inascoltate e per questo non si può parlare di casualità quando le lavorazioni e l’immagazzinamento del materiale viene effettuato senza alcun criterio e tantomeno nel rispetto delle norme di sicurezza». Più diretto è il commento del segretario della Uil pubblica amministrazione Difesa, Giuseppe Andrisano che punta l’indice contro la gestione commesse dell’arsenale «che dovrebbe permettere il controllo delle parti sociali pubbliche anche sui lavori gestiti dalle imprese private che operano nell’area». Durissima la nota diffusa dalla Camera del lavoro della Cgil di taranto. «Questo ulteriore omicidio - si legge - dimostra come, a partire dalla salvaguardia dell'incolumità fisica dei lavoratori, la sicurezza non può mai realizzarsi compiutamente senza il continuo rispetto delle normative applicate e senza i dovuti ed obbligati controlli». Anche la Marina Militare ha diramato una nota in cui si esprime il cordoglio per la famiglia del dipendente morto. L’amministrazione militare si dice pronta ad avviare «tutte le azioni necessarie per accertare la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità». Per questa mattina è prevista la mobilitazione dei circa 1.600 arsenalotti con assemblea generale in cui si decideranno le forme di lotta da intraprendere. (CdM)

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