martedì 7 ottobre 2008
Dati ISPESL: morire di segretezza
«Quei dati sollevano un interrogativo inquietante: se il ministero della Salute conosceva da anni la grave situazione ambientale di Taranto perché non è intervenuto?».
Mentre l’Ilva non si pronuncia, chiedendo un po’ di tempo per valutare i dati, Franco Sorrentino, segretario generale della Uil, ricorda che le analisi effettuate dall’Ispesl e messe on line sul sito di Arpa Puglia erano note da tempo: «Quei dati li abbiamo utilizzati per lanciare l’allarme diossina, il professor Assennato rischia di scoprire l’acqua calda». Secondo il sindacalista occorre chiarire in fretta perché il ministero non si sia avvalso delle ricerche Ispesl sull’area industriale di Taranto per intervenire, spingendo affinché ci fosse una rapida e drastica riduzione dell’inquinamento.
Del resto i dati, e le relazioni che li accompagnano, non lasciano dubbi. C’è scritto che l’industria a Taranto è la principale fonte di inquinamento e che la città risulta direttamente interessata alle emissioni, soprattutto il quartiere Tamburi. Nel mirino, ovviamente, l’Ilva, ma anche Agip e Cementir. Le ricerche Ispesl, condotte collaborando con Asl e Istituto tumori di Milano, sottolineano poi l’incidenza del tumore al polmone nella popolazione che vive a ridosso dell’area industriale. «Dai dati raccolti nel corso degli ultimi sei anni - aggiunge il segretario Uil Sorrentino - ci sono le informazioni sufficienti perché la Regione e il ministero dell’Ambiente impongano all’Ilva, e alle altre aziende, di mettersi in regola pena il mancato rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale. Il problema va affrontato seriamente, i pannicelli caldi non servono a ridurre l’inquinamento. Altrimenti saremo costretti a fare una riflessione amara: le istituzioni nazionali, regionali e locali non sono in grado di intervenire. I dati ora a disposizione su internet spingono a dire questo per il passato, sollevando grossi interrogativi: le istituzioni non hanno letto quei dati? Forse li hanno sottovalutati?».
Dell’importanza dei dati Ispesl in chiave di Autorizzazione integrata ambientale parla l’assessore all’Ambiente del Comune di Taranto Sebastiano Romeo: «Guardo al bicchiere mezzo pieno. Per anni non abbiamo saputo nulla della situazione ambientale a Taranto perché il monitoraggio era inefficiente. Un buco nero durato decenni. Accolgo positivamente l’iniziativa di mettere i dati delle ricerche on line perché costituiscono un prezioso riferimento storico. Spero di poter utilizzare quei dati anche in prospettiva, aspettando a marzo del 2009 il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale alle aziende dell’area industriale. Sul sito del ministero dell’Ambiente stiamo contribuendo a costruire un “fascicolo” su Taranto che credo avrà il suo peso sulla concessione dell’Aia». L’assessore all’Ambiente del Comune non perde l’occasione per parlare anche di diossina: «I numeri del passato sono un punto di partenza e ci aiutano a valutare la situazione così come si è evoluta. E ci permettono di dire, come nel caso della diossina, che non bisogna interrompere l’azione di risanamento, e di introduzione delle migliori tecnologie per abbattere l’inquinamento».
non sololavoroIl segretario della Uil, Franco Sorrentino, attacca: «Se il ministero della Salute conosceva i dati dal 2004, perché non è intervenuto?L’assessore comunale all’Ambiente, Romeo, preferisce pensare positivo: «Almeno adesso i dati ci sono dopo dieci anni di nulla»E adesso si affilano le armi in vista dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) che verrà rilasciata a marzo dell’anno prossimo»
Fulvio Colucci
La Gazzetta del Mezzogiorno
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