Un sit pacifico, una catena solidale per la difesa di un territorio condannato a morire tra i rifiuti.
E quei rifiuti che in altre parti d'Europa ma anche nella stessa nostra stessa Italia, sono oramai diventati una risorsa da riutilizzare grazie ad una efficace raccolta differenziata, qui vengono messi in discarica, senza una minima riflessione sugli ingenti e gravi danni che provocherà questa discarica alle "future generazioni".
E si continua qui a parlare di discariche (72 nella sola Provincia di Taranto) e di inceneritori. Possibile che non si conoscano altre forme di smaltimento dei rifiuti?
Davanti a così tanta ignoranza e incompetenza dei nostri amministratori locali si rimane basiti.
Come far sentire la propria voce, la voce dei cittadini che rivendicano il diritto alla salute, alla difesa del loro territorio?
Urlare al mondo le ingiustizie subite e che si continuano a subire, forse non si può più in questo Stato? Denunciare situazioni di irregolarità, non rappresenta più un nostro diritto?
Nel territorio jonico abbiamo potuto appurare con i nostri occhi il primo settembre che Non Si Può più manifestare pacificamente.
Noi non solo condanniamo questi atti di violenza ma soprattutto condanniamo gli atti perpetrati per tanti anni tesi alla repressione e all'aggressione di una terra fertile di risorse, intelligenze, idee, iniziative, proposte di miglioramento della qualità della vita per tutti.
Era il 1987 quando Gro Harlem Brutland coniò il termine "sviluppo sostenibile". Sono passati ben 21 anni, ma di sviluppo sostenibile qui nel vasto territorio jonico nemmeno l'ombra!
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