L’assessore regionale all’Ecologia Michele Losappio non ha risparmiato una frecciata nei riguardi delle associazioni ambientaliste che ieri mattina hanno pacificamente manifestato dinanzi all’ingresso della direzione Ilva: “anche l’opinione pubblica negli anni scorsi ha taciuto. Adesso l’attenzione verso i temi ambientali è alta, ma talvolta si esagera. Non capisco, ad esempio, perchè manifestare quando Regione ed Enti locali decidono di verificare l’attuazione degli impegni da parte dell’Ilva. Dovrebbero protestare se non lo facessimo”.
La politica è l'amministrazione della polis, la polis è costituita dai cittadini che sono titolari e sovrani di tutti i diritti politici.
Che il rappresentante della Regione in campo ambientale si chieda cosa facciano i cittadini fuori dai cancelli della fabbrica che spande i suoi miasmi sulla città da mezzo secolo e perché questi insistano per essere presenti in un momento in cui si barattano a tombola (3,5, 4, 1, 0,4 nanogrammi) le concentrazioni di uno dei principali veleni genotossici prodotti dall'industria , è un'uscita che onestamente troviamo poco opportuna.
Poco opportuna perché, se è vero che l'assessore vuol essere garante dei diritti dei tarantini, avrebbe piuttosto dovuto esprimere soddisfazione in ordine all'attenzione e alla partecipazione di tanti cittadini alla causa che anch'egli dice di perorare, quella cioè del riconoscimento del rispetto della salute e della vita nella nostra provincia (e non solo nella nostra provincia, visto che veleni come la diossina non ricadono solo su Taranto).
I manifestanti hanno sottolineato l’urgenza di contenere le micidiali emissioni nocive e di garantire tempi certi e rapidi nella lotta all’inquinamento. Pertanto non una manifestazione contro la Regione , ma di sostegno a quanti incarnano le istanze della nostra comunità e di sollecito a quanti invece dovrebbero fare ma non fanno.
Si è parlato di abbattere gli inquinanti, della verifica degli impegni relativi agli Accordi di programma degli scorsi anni (accordi in cui, per inciso, la parola "diossina" non veniva mai nominata): ci chiediamo perchè farlo a porte chiuse, tenendo fuori la cittadinanza da argomenti così delicati e che la riguardano così da vicino. Finanche il giro dello stabilimento concesso ai giornalisti sarebbe stato diverso da quello dedicato alle istituzioni, lontano, cioè dagli impianti più inquinanti.
Quella tra istituzioni e pubblico interessato e tra Ilva e città, è una distanza inaccettabile, oltre che inattuale.
L'assessore Losappio e quanti altri possano esserselo chiesto, stiano pur certi che noi tutti, cittadini ed associazioni presenti in quel sabato rovente, avremmo preferito trovarci sulle meravigliose spiagge del nostro litorale, piuttosto che davanti ai polverosi cancelli del siderurgico.
Forse più che sulla nostra presenza, l'assessore avrebbe potuto spendere una parola di più sull'assenza dei vertici Ilva dalla conferenza stampa indetta dopo la ricognizione allo stabilimento.
Noi non siamo stati ammessi a prendervi parte e nessun rappresentante delle istituzioni lo ha chiesto per nostro conto, ma almeno i presenti quelli che hanno a cuore il bene della loro città e dei loro concittadini, avrebbero potuto fare domande e richiedere chiarimenti ai rappresentanti del siderurgico sulle prospettive di ambientalizzazione degli impianti, "concedendo" quella trasparenza che da anni ci viene negata, insieme alla salute ed alla dignità.
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