«Nella cordata Alitalia la presenza di Emilio Riva, ottantenne re dell’acciaio italiano, ha destato parecchia sorpresa. Certamente nella sua carriera le frequentazioni con Berlusconi, cene elettorali comprese, non sono mancate. Forse, però, non bastano i buoni rapporti con il premier per spiegare l’ingresso in Alitalia per uno che, come lui, non ha mai sopportato di dover mediare le proprie scelte con quelle di altri soci. E non ha mai partecipato a nessuna operazione finanziaria. Nelle ultime settimane la maggiore acciaieria del suo gruppo, l’Ilva di Taranto, si è ritrovata però di fronte a un problema la cui soluzione dipenderà dalle decisioni dal governo. La Regione Puglia ha reso note le rilevazioni sulle emissioni di diossina dello stabilimento. Troppo alte, ha sentenziato il presidente Nichi Vendola, affermando che se non ci saranno investimenti per ridurle non darà il benestare nell’ambito della procedura di autorizzazione ambientale in corso. Il parere della Regione, però, non è vincolante. Il via libera definitivo spetta al governo. E il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo si è già incontrata con i vertici dell’Ilva per rassicurarli. A Ferragosto la sorpresa: in una lettera agli uffici regionali, il ministero ha contestato la bontà delle misurazioni degli inquinanti. L’Ilva non chiuderà».
Fonte L’Espresso
Nessun commento:
Posta un commento