giovedì 11 settembre 2008

Taranto e la diossina: siamo giunti allo stamping out!





Nelle parole di Angelo Fornaro cogliamo lo scoramento e la disperazione di un allevatore delle aziende del circondario tarantino colpite dal blocco dell'attività e presto dall'abbattimento di tutti i capi di bestiame.
Chiedere salute e salubrità è soprattutto investire sulla qualità della vita e sul futuro.
Negare questi diritti in nome del profitto (altrui) è una condanna che prima o poi si abbatterà su tutti.

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Siamo giunti allo stamping out!
E’ proprio questo il termine utilizzato per l’abbattimento di tutti gli animali situati in una zona infetta. Una volta questo provvedimento si adottava per proteggere l’uomo da zoonosi (malattie che dagli animali possono essere trasmesse all’uomo), nonchè per evitare la diffusione di malattie infettive che avrebbero potuto danneggiare gravemente gli allevamenti e quindi l’economia. Oggi stiamo vivendo una novità che dopo aver toccato Caserta si è fermata a Taranto. Purtroppo però qui non c’è nessuna mozzarella di bufala od altro prodotto di fama internazionale da difendere; presso il polo industriale di Taranto ci sono “solo” uomini, donne e animali. La “novità” che è entrata violentemente a far parte della nostra vita si chiama diossina ed ha contaminato le nostre terre, le carni ed il latte dei nostri animali. Proprio ieri abbiamo ricevuto la notizia che tutti gli animali saranno uccisi e la cosa particolare è che stanno ancora indagando per attribuire le responsabilità di questo disastro ambientale. Quando un allevamento viene considerato infetto si stabilisce intorno ad esso una zona di protezione per monitorare il problema ed evitarne la diffusione, la cosa “curiosa” è che al centro della zona infetta questa volta non c’è l’allevamento stesso, bensì il nostro prezioso polo industriale con una zona di sorveglianza che si estende per un raggio di 10 km…forse questo dice qualcosa….
Abbiamo saputo, dicevo, solo ora, a ferie concluse e con molto comodo, che tutti i nostri animali sono condannati a morte e che si procederà all’attuazione del provvedimento nei prossimi giorni. Sono stati stanziati 160.000 euro come risarcimento per tutte le aziende coinvolte e solo nella nostra sono presenti più di 450 capi. In questa cifra sono comprese le spese di trasporto, di macellazione e di smaltimento degli stessi. Una vera e propria elemosina bonariamente concessa, un obolo che tolte le spese basterà alle aziende per sopravvivere pochi mesi. Sì perché ci è stato più volte sottolineato che in realtà non avremmo avuto diritto a niente! Le leggi attuali non prevedono nulla a riguardo. Non importa se i nostri capi sono stati
selezionati attraverso le generazioni e non tutti erano destinati alla macellazione, non importa se una volta sterminato il gregge non avremo più l’opportunità di costituirne un altro perché l’ambiente è seriamente contaminato e nessun provvedimento ufficiale parla di bonifica del territorio…non importa!
Forse non importa ai burocrati e alla maggior parte dei politici, forse non importa a chi non realizza ciò che sta accadendo a Taranto, sicuramente non importa agli pseudo imprenditori che in ragione del profitto non esitano a rubare, ammazzare e distruggere. In un giorno quello che gli altri appartenenti a quanto pare a una categoria inferiore hanno costruito per anni col sudore! Ci è stato detto anche che in realtà non ci vietano l’allevamento ma solo il pascolo, perché potremmo attrezzare le stalle, tenere gli ovini ed i caprini all’ interno e comprare da fuori foraggi e mangimi. Non ci si rende assolutamente conto della nostra realtà, non ci si rende conto che si spenderebbe cento per guadagnare cinquanta…dopo il danno, la beffa; sarebbe come dire ad un paracadutista di non preoccuparsi perché non si vieta il paracadutismo, si vietano solo i paracadute.
Oggi nella nostra azienda, dove gli ovini e i caprini sono indenni da malattie infettive, dove non sono mai stati usati prodotti vietati, dove gli unici alimenti somministrati sono stati quelli offerti dalla nostra terra con lo scopo di preservare la genuinità dei nostri prodotti, così tanto reclamata e rimpianta ma sempre meno rintracciabile…la condanna è stata emessa. Dai tempi biblici questi animali erano usati come vittime sacrificali, a loro si attribuiva la dignità di poter sostituire l’uomo nell’espiazione di tremende colpe.

Oggi di nuovo sono vittime sacrificali per le nostre colpe, ma questa volta senza dignità, né valore.
Nessuna dignità e nessun valore da dare a tutte le vittime sacrificali che oggi l’idolatria del terzo millennio richiede…sono tutte già pronte, iniziando dagli abitanti del rione Tamburi…

Cordialmente

Angelo Fornaro

Nell'album fotografico troverete le foto che ritraggono la masseria Fornaro. Cliccate qui per vederle.

Tutta la solidarietà del Comitato Per Taranto va al Signor Fornaro, ai suoi familiari e a tutti coloro che sono stati danneggiati dalla diossina.



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