sabato 20 settembre 2008

Per l'Ilva, la morte di un operaio vale 150 euro

E' il titolo di un video pubblicato su Youtube che postiamo qui sotto...
Condividiamo la denuncia e promuoviamo la sensibilizzazione sul tema pur dissociandoci da ogni riferimento e strumentalizzazione di parte politica, non sempre altrettanto puntuale ed incisiva negli anni passati...





Non solo un video ma anche un comunicato:

"La segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista condanna il metodo ricattatorio e intimidatorio con cui l'azienda pensa di penalizzare i lavoratori che in data 23 e 24 aprile scioperarono di fronte all'ennesimo incidente mortale sul lavoro.
L'ILVA ha deciso di decurtare dal premio di risultato la mensilità di aprile in quanto ritiene che lo sciopero indetto dalle tre segreterie FIOM-FIM-UILM non era stato concordato con l'azienda, adducendo che non furono rispettati i tempi di raffreddamento previsti dal contratto integrativo. E' del tutto evidente che dietro presunte violazioni contrattuali vi è un attacco frontale al diritto di sciopero ed alla democrazia aziendale in generale.
In questo modo l'ILVA vuole colpire al cuore quei lavoratori che si mostrano sensibili al problema della sicurezza e che si battono per farla rispettare, in poche parole si vuole colpire i lavoratori con più chiara coscienza di classe.
Inoltre è del tutto evidente che Patron Riva vuole cancellare definitivamente il senso di solidarietà e rispetto tra i lavoratori fondamentale per reggere lurto del ricatto padronale.
Vogliamo ricordare all'azienda l'incidente avvenuto il 22 aprile del 2008 di un operaio di nazionalità albanese (forse anche questo aspetto contribuisce a rendere meno importante lavvenimento) di una ditta appaltatrice che dopo 8 ore di lavoro era ancora in fabbrica a svolgere la propria attività dall'altezza di 17 metri, quindi ben oltre l'orario consentito.
La segreteria provinciale del PRC si chiede se l'ILV A voglia anche programmare le morti sul lavoro, così i lavoratori non saranno sanzionati sul PDR.
Adesso basta non si può continuare con un'azienda che tende attraverso questi strumenti di eliminare ogni forma di dissenso e di solidarietà tra i lavoratori.
Pertanto chiediamo che sia restituito ai lavoratori il PDR della mensilità di aprile, anche perchè RIVA deve molto ai lavoratori che in questi anni hanno aumentato il livello di produttività ed il fatturato"senza ricevere nulla in cambio" anzi, vedendo peggiorate la loro condizione di lavoro e, devo molto alla città di Taranto che da anni subisce l'impatto ambientale e fai i conti con una macabra contabilità tanti dentro e fuori la fabbrica.
IL PRC fa appello a tutte le forze politiche, sociali e istituzionali della città e della provincia ionica affinché siano messi in campo tutti gli strumenti di pressione per restituire il maltolto ai lavoratori.
Come Rifondazione Comunista metteremo in atto tutte le azioni per sensibilizzare i lavoratori e la città rispetto a questo argomento e soprattutto affinché ai lavoratori sia restituito ciò che gli è stato illegittimamente tolto, perché la vita di un operaio non vale 150 euro."

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