«Mare piccolo» di Alessandro di Robilant è un racconto di dolore, amore e speranza nella città «dei due mari»: Taranto
ROMA – Partono domani a Taranto, le riprese di Mare piccolo di Alessandro di Robilant, un racconto di dolore amore e speranza nella città «dei due mari»: Taranto. Prodotto da Marco Donati per Overlook Production e Rai Cinema, con la partecipazione di Apulia Film Commission, Provincia di Taranto, Comune di Taranto, Taranto Film Commission e scritto da Andrea Cotti e Leonardo Fasoli, a partire dal libro «Stupido» scritto dallo stesso Cotti, il film è interamente ambientato a Taranto (sei le settimane di lavorazione), nel quartiere Paolo VI, zona sud della città, stretto tra la sagoma velenosa dell’Ilva e il profilo del Mare Piccolo.
Strade dissestate, bus che non passano mai, case prefabbricate. Inutile cercare librerie, farmacie, centri commerciali, negozi: non c'è niente, e quel poco che c'è – bar, alimentari, officine meccaniche – è abusivo e illegale. Qui, in questo quartiere al limite, vive Tiziano (l'esordiente Giulio Beranek). Anche lui è un ragazzino al limite. A scuola ci va poco e male, ha una famiglia piena di problemi, fa lavoretti per il boss locale Tonio (il tarantino Michele Riondino, tra gli interpreti de Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari, che sarà presentato al Festival Internazionale del Film di Roma), e sogna soltanto di andarsene via. Per lui il futuro sembra segnato, ancora di più quando finisce al carcere minorile. Ma Tiziano non è solo: ci sono la guardia carceraria (Giorgio Colangeli, David per L’aria salata), la professoressa d’italiano (Valentina Carnelutti, Caos Calmo e Tutta la vita davanti), la sua ragazza (Selenia Orzella), Lucia, la sua sorellina e sua madre (Anna Ferruzzo). Nessuno, neanche il padre Franco apparentemente lontano e ostile (Nicola Rignanese), è disposto a rinunciare, tutti vogliono credere che Tiziano abbia una possibilità. questa umanità dolente, buffa e contraddittoria che cercherà di salvarlo.
Per Alessandro di Robilant (già in concorso a Locarno con Il nodo alla cravatta e premiato poi alla Berlinale per Il giudice ragazzino), Mare piccolo è il ritorno al cinema a cinque anni da 'Per semprè e dopo il tv-movie 'L'uomo della carità – Don Luigi di Liegro': «Ho scelto di fare questo film perchè ho a cuore le storie a sfondo sociale, che si occupano dei dimenticati», spiega il regista, «e Taranto è una città dimenticata, profondamente ferita, con una realtà lavorativa drammatica: l’unica possibilità d’impiego sono le acciaierie dell’Ilva , da cui si esce quasi sempre gravemente malati. Ciò nonostante ho trovato nel quartiere Paolo VI un’umanità inaspettatamente piena di vita e di solidarietà, e ho incontrato una gioventù che, se solo gli fosse data una possibilità, potrebbe eccellere in qualsiasi campo. Ho trovato educatori che malgrado le enormi difficoltà in cui si trovano ad operare, dovendo sostituirsi a famiglia e società, non lascerebbero quel quartiere per nulla al mondo. Con questo film cerco di rendere giustizia alla qualità della gente che vive una realtà in cui è necessaria una volontà di ferro per mantenere viva la speranza di una vita migliore, di un futuro dignitoso».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
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