Malattie sospette nella carpenteria Ilva Taranto. Via a nuovi controlli
L'Ilva decide di veder chiaro nella situazione del reparto di carpenteria dello stabilimento siderurgico di Taranto dove lavorano 260 persone e dove sono stati segnalati poco meno di venti casi di malattia alla tiroide e altri di morte per tumore, l'ultimo dei quali è recente. Si sospetta fortemente un legame tra patologie ed emissioni inquinanti derivanti dalle lavorazioni (saldature e carpenteria).Ci sono già stati i controlli dell'Arpa Puglia e dello Spesal, il Servizio di prevenzione sui luoghi di lavoro dell'Asl di Taranto, la Procura della Repubblica, acquisite le relazioni dello Spesal, ha avviato un'indagine, e adesso l'azienda propone su base volontaria ai lavoratori di sottoporsi ad accertamenti specifici. Gli esami saranno organizzati su tre livelli. Gli interessati si sottoporrano al secondo e terzo qualora già il primo dovesse segnalare delle criticità. Il primo livello è di carattere generale e punta ad accertare la presenza di eventuali patologie alla tiroide attraverso esami di laboratorio, ecocolordoppler e visita endocrinologica.
Il secondo step prevede invece approfondimenti diagnostici in caso di patologia accertata attraverso ulteriori esami di laboratorio, ago aspirato ed esame citologico. Il terzo ed ultimo livello, infine, prevede percorsi individuali e mirati tra cui anche il ricorso alla Tac. Per evitare che si crei un eccesso di presenze nell'ambulatorio aziendale Ilva, dove si svolgono le normali visite mediche, questi controlli saranno fatti nel siderurgico da un presidio della Croce Rossa Italiana mentre l'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari) eseguirà tutti gli esami.
La situazione venutasi a creare nella carpenteria era stata anche oggetto di scontro, nelle scorse settimane, tra l'ex commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, e il direttore generale dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato. "Destituita di fondamento - ha infatti scritto Assennato - è l'affermazione contenuta nel rapporto del dottor Bondi secondo cui Arpa avrebbe escluso ogni nesso causale tra esposizione lavorativa e incidenza di tumori nei lavoratori del reparto". E ancora, ha sottolineato Assennato, "le conclusioni del commissario Bondi, che escludono il nesso causale tra esposizione dei lavoratori e incidenza dei tumori, essendo basate su evidenze non documentate, devono considerarsi puramente autoreferenziali". Nella relazione del 20 maggio scorso Bondi aveva infatti scritto che, per quanto riguarda la "mansione di carpentiere e vetroresinatore e il carcinoma tiroideo presso l'area carpenteria, si è immediatamente provveduto ad effettuare - con gli enti sociali competenti, con il Politecnico di Torino e con ditte terze specializzate - i monitoraggi ambientali presso l'area oggetto".
Bondi ha affermato che "gli esiti negativi in tal senso sono stati divulgati, da ultimo, anche dagli organismi di controllo (Arpa e Asl) intervenuti sempre su richiesta delle organizzazioni sindacali". Per l'allora commissario dell'Ilva, quindi, "l'esito delle indagini, allo stato attuale, esclude un'esposizione dei lavoratori agli agenti inquinanti". "Arpa - ha invece replicato Assennato - non ha alcuna competenza in merito e non ha avuto comunque richieste specifiche di supporto sul problema". Inoltre, ha ulteriormente puntualizzato l'Arpa Puglia, "il monitoraggio ambientale effettuato non può considerarsi adeguato ed esaustivo rispetto al problema". Secondo Assennato, "è quindi necessaria la programmazione e la realizzazione di un rigoroso e serio studio epidemiologico, condotto in modo trasparente da ricercatori indipendenti e qualificati. Tale studio richiederebbe tempi adeguati, certamente non inferiori ad un anno".
Nei giorni scorsi avevano preso posizione anche i sindacati metalmeccanici. "Chiediamo agli enti tecnici e alle autorità sanitarie di proseguire nei controlli all'interno dell'officina di carpenteria e all'Ilva di consentire, a sue spese, che i lavoratori del reparto possano sottoporsi ad esami specifici in modo da avere garanzie sulle loro condizioni di salute" aveva proposto Antonio Taló, segretario della Uilm. Il sindacalista aveva quindi definito "singolare" il fatto che l'Ilva avesse consegnato, "ma solo nei giorni scorsi", ai sindacati una relazione dell'Asl "dove si escludono collegamenti tra patologie e attivitá lavorative nella carpenteria, eppoi ci troviamo col recente decesso di Nicola Darcante che lavorava proprio in questo reparto e l'Asl che riapre le ispezioni. Vogliamo sapere come stanno le cose". "La decisione dell'Ilva di ricorrere a nuove visite è un passo avanti perchè ci consente chiarezza - commenta Vincenzo Castronuovo della Fim Cisl -. La situazione è delicata e merita tutti gli approfondimenti del caso. Si chiede il consenso dei lavoratori perchè si tratta di accertamenti che vanno oltre i normali protocolli aziendali". (Sole24h)
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