sabato 28 giugno 2014

Uomini d'onore


Ilva: gup,in libertà 4 "fiduciari" Riva arrestati a settembre 2013

Il giudice per l'udienza preliminare Wilma Gilli ha revocato oggi gli arresti domiciliari, ma imponendo l'obbligo di dimora, nei confronti di quattro "fiduciari" del gruppo siderurgico Riva arrestati a settembre dello scorso anno nell'ambito dell'inchiesta sull'Ilva.
  L'ordinanza di arresto fu eseguita lo scorso 6 settembre dalla Guardia di Finanza su provvedimento firmato dal gip Patrizia Todisco. L'istanza per chiedere il ritorno in liberta' dei quattro "fiduciari" del gruppo Riva era stata annunciata dai legali a margine della prima udienza preliminare del processo Ilva svoltasi a Taranto lo scorso 19 giugno.
  I quattro erano tutti agli arresti domiciliari e sarebbero potuti restare al massimo fino al prossimo 6 settembre, quando sarebbe scattata la decorrenza dei termini di custodia cautelare. Avendo pero' il gup Wilma Gilli disposto, nell'udienza del 19 giugno, la sospensione dei termini, i quattro "fiduciari" avrebBero corso il rischio di vedersi prolungata la detenzione ai domiciliari oltre il 6 settembre prossimo. Di qui, appunto, la decisione degli avvocati di chiedere al gup la liberta' per i quattro, cosa che il magistrato ha concesso oggi. Il gup Gilli ha deciso la sospensione dei termini ed aggiornato l'udienza preliminare al 16 settembre in quanto sul processo Ilva pende un'istanza di rimessione presentata dagli avvocati del gruppo Riva. Istanza di cui ha preso atto il gup inviando tutto alla Corte di Cassazione, la quale ora deve decidere se il processo si deve svolgere a Taranto oppure essere assegnato ad un'altra citta', che nel caso specifico sarebbe Potenza.
  Gli avvocati del gruppo Riva, infatti, sostengono che a Taranto, per le proteste che ci sono state e per quello che loro definiscono evidente condizionamento ambientale e psicologico, non ci sono le condizioni per uno svolgimento del giudizio in condizioni serene ed equilibrate. Il processo che vede coinvolte 49 persone e 3a parere dei legali dei Riva, trasferito da Taranto. La Procura, dal canto suo, ha presentato una memoria in cui cita l'assoluzione di qualche mese fa dei Riva dall'accusa di monopolio illegale nel porto - il pm aveva invece chiesto la loro condanna - per evidenziare come non sia affatto vero che a Taranto non ci sia serenita' di giudizio.
  I quattro "fiduciari" oggi tornati in liberta' sono accusati, insieme a Fabio e Nicola Riva, di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele suoi luoghi di lavoro, alla corruzione, al falso e all'abuso d'ufficio. Secondo la Procura, i "fiduciari" costituivano il "governo ombra" dell'Ilva di Taranto, la "direzione parallela" a quella ufficiale con cui la proprieta', i Riva appunto, impartiva gli ordini e controllava la situazione. (AGI).

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