martedì 17 giugno 2014

Ditelo con le piante!


Piero Gnudi, nuovo commissario dell’Ilva, sarà oggi a Taranto, dove incontrerà la dirigenza dell’azienda e inizierà a prendere confidenza sul campo con le vicende che la riguardano. Si attendono intanto notizie sul piano industriale
IL DEBUTTO DI GNUDI – Non ci sarà nessun incontro con le amministrazioni locali né con le associazioni, che dovrebbe avvenire presto. Gnudi non si sbilancia ancora, in ogni caso, mentre è passata oltre una settimana da quando, il 6 giugno, nelle sue mani è stato riposto il futuro dell’Ilva.

Uno dei problemi maggiori è la mancanza di liquidità, anche se gli stipendi di maggio sono stati versati. Non va altrettanto bene ai creditori, senza contare che non si ha ancora notizia su come verranno reperite le risorse per mettere in pratica le prescrizioni dell’Aia, vale a dire 1,8 mld che corrispondono alle stime per il risanamento ambientale.
Si era parlato di finanziamento ponte, di prestito, con il coinvolgimento delle banche e con una nuova cordata di proprietari (ArcelorMittal, Marcegaglia e Arvedi). Ma finora di risultati concreti ne vediamo pochi.
GNUDI vs BONDI – Se non altro, pare che il nuovo commissario, rispetto a quello vecchio, sia visto sotto una luce migliore e questo potrebbe rilanciare un dialogo migliore con le banche, quasi interrotto con Bondi.
IN AULA – Giovedì intanto sarà il giorno della prima udienza preliminare del processo per l’inchiesta Ambiente Svenduto. Gnudi ci tiene a restare una figura che non interferirà con le vicende giudiziarie, ma sappiamo bene che quell’inchiesta ha portato asvariati arresti e soprattutto al sequestro degli impianti di Taranto.
RONCHI, TUTTO DA VEDERE – Non ci sono notizie nemmeno sul fronte Edo Ronchi, non si sa se resterà al suo posto di subcommissario, probabilmente sì visto che nello stesso giorno dell’udienza presenterà a Roma il dossier "Il risanamento ambientale dell' Ilva dopo un anno di commissariamento". Insomma, Ronchi non sembra al momento uno che voglia lavarsene le mani, ma attendiamo novità.
TEMPO SCADUTO – Un nuovo allarme arriva intanto da Peacelink, che ricorda come la direttiva europea 2010/75/UE preveda (articolo 8 comma 2) che "laddove la violazione delle condizioni di autorizzazione presenti un pericolo immediato per la salute umana o minacci di provo¬care ripercussioni serie ed immediate sull’ambiente (...) è sospeso l’esercizio dell’installazione". Il governo italiano, dicono dall’associazione, non ha fatto sostanzialmente nulla per regolarizzare la situazione dell'Ilva, per questo è stata inoltrata una lettera alla Commissione Ue per chiedere che la procedura di infrazione lanciata contro l’Italia, aggiornata il 16 aprile scorso con una seconda lettera di messa in mora, sia portata alla stadio successivo e che si arrivi presto in Corte di Giustizia Ue.


L’ILVA DIVENTA ARTE – Chiudiamo con leggerezza. A Taranto è arrivato l’Ilva Magique, caricatura del più noto alberello profumato che solitamente appendiamo in auto. Ad inventarlo l’artista pescarese Pep Marchegiani, che ha realizzato questi alberelli “a metà” e li ha attaccati alle reti dell’Ilva. Voglia di minimizzare una realtà tragica? No, affatto.
Ecco le parole dell’artista: "Sembra finalmente che sia stata trovata la soluzione almeno all’annoso problema dei cattivi odori nella città dei due mari, se non fosse che quello degli odori è solo l’ultimo degli effetti di un inquinamento senza pari. Il progetto per “salvare” il capoluogo jonico non arriva né dalla politica né il frutto della tecnologia, ma dall’arte. Taranto è salva e la sconfitta dei cattivi odori emanati dall’industria è un successo senza precedenti. A guardare quegli ‘Ilva Magique’ di tutti i gusti verrebbe da sorridere, se non fosse che ci troviamo davanti ad una immane tragedia, mentre i cittadini muoiono ed il mondo osserva l’Italia sbigottito". (Anna Tita Gallo - greenbiz)

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