Marina, si rompe un tubo gasolio in mare a Taranto
La rottura della valvola di una tubazione attraverso la quale era stata rifornita di gasolio una nave della Marina militare nella base navale «Chiapparo» di Taranto ha provocato lo sversamento in mare del quantitativo residuo di carburante. Si è creata una chiazza di gasolio nella zona antistante la base, che è stata assorbita in parte dalle panne di galleggiamento e poi smaltita del tutto dai mezzi navali antinquinamento della ‘Ecotaras’.L’inconveniente tecnico è avvenuto nella tarda serata di ieri dopo le operazioni di rifornimento dell’unità navale. «Nella fase di soffiaggio per la ripulitura della tubazione - secondo quanto riferito dal Comando Marittimo Sud - una valvola di sicurezza è saltata, causando la fuoriuscita del gasolio in mare. Erano già stati posizionati, come da prassi, i sistemi antinquinamento. Il vento poi ha spinto il carburante nella zona interna e non verso il mare aperto».
BONELLI «Taranto condannata ad essere avvelenata. Ieri circa 20 tonnellate di gasolio sono fuoriuscite in mar Grande per la rottura di una tubazione presso la base navale militare in località Chiapparo». È quanto denuncia il co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli riferendosi all’incidente di ieri sera nell’area antistante la base navale. «Tra diossina (Ilva), benzene (Eni) e petrolio - aggiunge Bonelli in una nota - Taranto si trova in una situazione drammatica con un futuro compromesso. Se passerà il progetto Tempa Rossa triplicherà il petrolio e lo stazionamento delle petroliere nel mar Grande passeranno da 43 a circa 130 con rischio altissimo e probabile di sversamenti e incidenti nel mar Grande con conseguenze drammatiche per economia, ambiente e salute». Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, secondo il quale «chi ha visto lo sversamento parla di scenario orribile. In Mar Grande erano state spostate le cozze che nel mar Piccolo risultavano a rischio diossina. Chi si è recato nel luogo della chiazza ha avvertito un senso di stordimento per le forti esalazioni». PeaceLink ritiene «ormai insostenibile la situazione e per tutelare il mare ha aderito anche alla mobilitazione contro il progetto Eni Tempa Rossa che porterà a un notevole incremento del traffico delle petroliere». (CdM)
Sversamento Gasolio porto di Chiapparo.
Alle ore 15.00 del 27/06/2014 sono iniziate le operazioni di recupero e contenimento del gasolio disperso in mare a seguito di operazioni per inertizzazione di una conduttura di gasolio, presso il Molo Polisettoriale denominato Chiapparo, sede della Marina Militare Italiana. Le attività si sono concluse alle ore 23.00 dello stesso giorno. Negli ultimi anni diversi sono stati gli sversamenti e gli incidenti nella rada del Mar Grande di Taranto. Nel documento presentato questa mattina dal Comitato Stop Temparossa, che denuncia i gravi rischi a cui il progetto dell’ENI esporrebbe ancora una volta la città di Taranto, si evidenzia che dal 2007 ad oggi 4 sono stati i più rilevanti per effetto e area marina interessata, il più evidente, vista la posizione della nave, è relativo all’incagliamento e arenamento della Motonave Burgas proprio vicino al litorale di Castellaneta Marina, una delle spiagge più belle e di maggior pregio turistico del territorio tarantino. Ma più volte si è rischiato il vero e proprio disastro ambientale e restiamo quindi in attesa di ulteriori notizie per comprendere meglio cosa è successo al Porto Militare e per capire quali ulteriori danni si sono arrecati al territorio. Anche se gli incidenti, apparentemente, sembrano differenti, il Wwf esprime preoccupazione per tutti gli attacchi che il delicato e compromesso ecosistema del Mar Grande subisce. Mar Grande, che nonostante tutto, sempre più chiaramente emerge come habitat ideale per la prolificazione di fauna marina protetta. A dimostrazione di ciò, durante la notte scorsa, al Lido di Sibari è stata osservata una nidificazione di Caretta caretta, evento raro ma non troppo poiché negli ultimi anni diversi altri nidi sono stati trovati e controllati dal Wwf, che ha così tutelato gli esemplari di questa specie che sul nostro territorio trovano le condizioni ideali per prolificare e vivere. Ulteriori conferme della forte presenza di fauna di interesse nazionale sono gli studi condotti dalla Jonian Dolphin Consevation, che ha mappato e riconosciuto centinaia di mammiferi marini durante 3 anni di lavoro e attività per la salvaguardia dei delfini dello Ionio. Queste scoperte dovrebbero porre il Mar Grande e lo Ionio in generale all’attenzione del legislatore per salvaguardare e proteggere l’esistente, invece che autorizzare ulteriori possibilità di rischio, rispetto a quelli già presenti. Il futuro della nostra economia, identità e territorio sarà sempre più legato all’indotto del turismo e della rinaturalizzazione ambientale del arco ionico. Restiamo, quindi, in attesa di una comunicazione dell’Arpa o della Marina per valutare con attenzione l’entità del danno arrecato. (Comunicato stampa WWF)
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