mercoledì 4 giugno 2014

L'obbrobrio continua

Tartarugaio: il giudice conferma il sequestro. Per Legambiente era e resta un "pugno nell'occhio"

Per il Tribunale del Riesame il "tartarugaio" non può essere dissequestrato.
Secondo quanto apparso sulla stampa, nelle motivazioni si legge: " la difformità rispetto all'elaborazione progettuale costituisce occupazione illegittima risultando mutato addirittura il rapporto tra era demaniale a terra  e specchio acqueo nonchè modificata la linea di costa".
E, inoltre: " non costituendo l'intervento contestato mera innovazione ma piuttosto occupazione, ne discende che trattasi di reato permanente sino alla demolizione (o quanto meno sino alla data del sequestro)".
Il sequestro fu disposto dal pm Bruschi che nel relativo decreto, sempre secondo quanto riportato dalla stampa, indicava: "Amomala risulta la condotta della Soprintendenza che , dopo aver approvato i progetti relativi all'opera, ha imposto verbalmente nuove varianti con la sospensione dei lavori e la redazione di un ulteriore progetto di variante, non si comprende bene a quale titolo".
Legambiente aveva espresso a suo tempo la sua assoluta contrarietà alla realizzazione dell'opera definendo pubblicamente l'intervento come "un indesiderato e velenoso fungo" . Per questo avevamo chiesto all'Amministrazione Comunale di ripensare l'intervento, consultando i cittadini, gli ordini professionali, tutti i portatori di interesse, e scritto al Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Lecce, Brindisi e Taranto chiedendo spiegazioni per gli stringatissimi pareri espressi dalla Sovrintendenza. Ma le nostre richieste sono rimaste senza esito.
Non sappiamo quale sarà l'esito del processo: per noi la costruzione del cosiddetto tartarugaio resta, in ogni caso, un autentico "pugno nell'occhio". (Legambiente)

Leggi  gli interventi di Legambiente al link

leggi la lettera al Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Lecce, Brindisi e Taranto

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