Il sindaco Taranto a Delrio su Ilva: Gnudi non faccia gli errori di Bondi
Rispetto dell'Autorizzazione integrata ambientale, dei posti di lavoro e della città a partire dal confronto con le istituzioni locali. Sono le tre priorità che il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, ha sottoposto, a proposito dell'Ilva, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, nell'incontro di oggi pomeriggio a Palazzo Chigi. Con Stefàno, anche il vice presidente nazionale dell'Anci, Michele Emiliano, già sindaco di Bari, e il vicepresidente della commissione Finanze della Camera, Michele Pelillo, del Pd, parlamentare di Taranto."Al sottosegretario Delrio - spiega Stefàno - ho evidenziato come l'ex commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, non abbia affatto dialogato con le istituzioni locali sull'attuazione dell'Aia. Nessuna informazione diretta su quella che per noi è una priorità. Bisogna allora recuperare subito il confronto e vedere come l'Aia viene applicata, se ci sono dei ritardi, quali e da cosa dipendono, in modo da rimuoverli. Per esempio, per la parte che ci compete direttamente, il Comune di Taranto sta continuando a sostenere tutti gli oneri relativi alla pulizia straordinaria delle scuole del rione Tamburi, le più esposte all'inquinamento dell'Ilva, senza che l'azienda ci abbia rimborsato nulla. E i patti non erano questi. Ho quindi chiesto a Delrio che il nuovo commissario Gnudi si confronti col Comune di Taranto e che, in caso di necessità, nella discussione siano coinvolti anche i ministeri interessati".
"Sono fiducioso dopo l'incontro odierno - aggiunge il sindaco di Taranto -. La partita Ilva è partita nazionale, lo confermano anche le diverse leggi varate dal Parlamento, e quindi la città non può assolutamente essere lasciata sola. L'ho anche segnalato al presidente dell'Anci, Piero Fassino". Sulla parte industriale, invece, Pelillo riferisce che Delrio ha annunciato che in questa fase si stanno approfondendo le manifestazioni di interesse avanzate verso l'Ilva da varie realtà e fra queste il gruppo franco-indiano di Arcelor Mittal e le imprese italiane Marcegaglia e Arvedi. (Sole24h)
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