Le associazioni Contramianto e altri rischi onlus e Osservatorio Nazionale Amiantosi si costituiranno parte civile nell’udienza preliminare del processo Ambiente Svenduto sull’ILVA
che si terrà al Tribunale di Taranto il prossimo 19 giugno. Il Giudice
per l’Udienza Preliminare Vilma Gilli dovrà decidere sul rinvio a
giudizio degli indagati, richiesto dal Pubblico Ministero.
Al procedimento penale in atto sono interessate tre società e 49
persone, ex dirigenti del siderurgico tarantino, politici, imprenditori e
funzionari della regione. Contramianto sarà assistita dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA.
I reati contestati (e che dovranno essere accertati nel corso del processo) riguardano danni ambientali e alla salute di cittadini e lavoratori. Le ipotesi di reato riconducono questi danno all’inquinamento
provocato dall’ILVA. Tale situazione avrebbe determinato un intreccio
di presunti illeciti, di cui si sarebbero resi colpevoli gli imputati.
Ora, dopo le indagini, l’avvio di un processo che finalmente dovrà
chiarire quale sia stato il ruolo del siderurgico sui danni a persone e
habitat del territorio.
L’ILVA di Taranto è il maggiore centro siderurgico d’Europa di
produzione e trasformazione dell’acciaio costruito negli anni ’60. Si
ritiene che l’ILVA sia la possibile causa delle maggiori fonti
inquinanti industriali dell’area jonica: in oltre mezzo secolo, le
emissioni possono aver determinato effetti nocivi sull’uomo e sull’ambiente.
Per Contramianto, occorre monitorare costantemente la situazione,
avviando anche una radicale azione di bonifica ambientale.
L’associazione, inoltre, chiede di istituire a Taranto un Polo sanitario
nazionale per le patologie da inquinanti industriali: un centro di
eccellenza sanitaria in cui confluiscano le esperienze del mondo
scientifico.(Ambienteambienti)
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