sabato 2 novembre 2013

Ilva di Taranto: la parola ai movimenti

Nei giorni scorsi sull'esito delle conclusioni dell'inchiesta Ambiente Svenduto abbiamo dato spazio in questo blog ad alcuni movimenti e associazioni non solo di Taranto, che per primi hanno "parlato" e scritto, e tra questi anche la voce scomoda ed inopportuna del portavoce della Lilt di Lecce.

Oggi pubblichiamo con ritardo e ci scusiamo (anche se è sempre bene precisarlo: non siamo una testata giornalistica...) gli altri comunicati stampa: l'altra voce di Taranto.

Cittadini Fuori dal Comune - WWF


Iniziamo dall'ultimo, il c.s. del WWF Italia che intende costituirsi parte civile nel processo:

La gravità dei risultati dell'indagine della procura di Taranto sull’ILVA, cui va il plauso del WWF Italia, è nell'aver individuato la responsabilità di tutte le parti private e, purtroppo anche pubbliche, nella commissione di reati che, a vario titolo, hanno provocato direttamente ed indirettamente un danno ambientale alla città ed al territorio di Taranto ed alla salute dei suoi cittadini.
E’ grave che principi costituzionali come quello della tutela della salute - che implica la tutela dell'ambiente -, siano violati dai soggetti istituzionali quali Regione, Provincia, Comune, ARPA preposti alla loro attuazione.

La parola passerà ora nella mani dei Giudici, cui spetta il compito di accertare il grado di responsabilità per cui sono indagati i 53 destinatari dell'avviso di conclusione delle indagini.
Il WWF, che già aveva nell’estate 2012 depositato l'atto di significazione di parte offesa, si costituirà parte civile nel processo, non appena sarà disposto il rinvio a giudizio.


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Comunicato dei Cittadini fuori dal Comune: 


Il giorno della fine delle indagini è stato anche giorno dell’inizio della ricerca della verità a Taranto. Da anni chiediamo un risarcimento adeguato alla disastrosa situazione di Taranto, che oltre a passare dalle maglie della Procura, deve assolutamente far emergere la verità sulle responsabilità e indurre le coscienze al recupero della dignità perduta. Siamo convinti che chi ha avuto responsabilità, anche marginali, nella questione ambientale tarantino, debba spogliarsi delle sue cariche e affrontare il processo libero da incombenze istituzionali. Dovrebbe essere un impegno morale che dovrebbe accomunare tutti i cittadini che credono nell’etica della politica.
I cittadini #fuoridalcomune invitano tutte le realtà associative, i cittadini ad incontrarsi per discutere insieme, ancora una volta , le sorti di questa città. Ribadiamo la necessità di nuove forme di investimento ed una rapida riconversione con attività non inquinanti.
Sosteniamo la lotta degli operai che perdono il posto di lavoro, e invitiamo i lavoratori della Vestas del gruppo Marcegaglia, dell’indotto TCT, tra l’altro aziende che producono Green Economy, e tutti i disoccupati della città di unirsi alla nostra proposta per la città di Taranto.
1. Fermo degli impianti inquinanti a partire dall’area a caldo. Caratterizzazione, bonifiche e riconversione. Siamo convinti che questo processo possa portare almeno 30 anni di lavoro per tutti gli operai oggi impiegati e, plausibilmente, data l'enorme portata dell'opera necessaria, che ci sia bisogno di altra forza lavoro, quindi nuova occupazione. Per questo chiediamo di attivare, presso la Regione, corsi di qualificazione e riqualificazione professionale dedicati alla formazione e specializzazione di giovani e disoccupati come addetti alla riconversione. Ribadiamo la centralità del tema degli operai: nessuno deve restare senza lavoro. Pertanto chiediamo che agli esuberi previsti sia riconosciuto il diritto ai lavori usuranti, garantendo il prepensionamento ai circa mille operai anziani, mentre per tutti gli altri il reimpiego nei lavori di bonifica. Chiediamo che il Comune di Taranto chieda un cospicuo risarcimento a Riva, finalizzato allo sviluppo delle aree demaniali, per sostenere investimenti su cultura, archeologia, turismo; per risarcire l’agricoltura, l’allevamento e la maricoltura e per le attività marinare.
2. Pretendiamo economie alternative e sostenibili per la città. Siamo certi che anche risolvendo la questione Ilva, il problema occupazionale, sociale, culturale ed economico di Taranto resterebbero invariati. Da fonti giornalistiche apprendiamo che a Taranto e Provincia ci sono 110 mila disoccupati (fonte Gazzetta del Mezzogiorno), che Taranto è l’ultima città italiana per la qualità della vita (fonte Sole24). Crediamo che emigrare non sia più giustificabile e che i giovani della città abbiano diritto ad un tessuto economico che valorizzi le loro idee. Il problema di Taranto trova le sue radici in una politica inadeguata e complice alla logica della grande industria. La perdita del distripark, dovuta alla mancata presentazione di un progetto valido, la mancata realizzazione di una retroportualità, di infrastrutture, di un aeroporto. La mancata realizzazione dell’Area No Tax, che sarebbe certamente fonte di attrazione di capitali italiani e stranieri importantissima. Per tutte queste motivazioni, proponiamo che i locali chiusi, di proprietà comunale, nei quartieri Tamburi, Città vecchia e Borgo, nonché quelli provenienti dalle future dismissioni demaniali, adeguatamente bonificati, vengano messi a bando per ospitare laboratori di arte e mestieri. Riteniamo che questi investimenti debbano essere sostenuti con l'attivazione di un circuito per il microcredito, atto a finanziare progetti economici di piccola entità e per la valorizzazione del territorio. Chiediamo, inoltre, la riapertura degli albi per il riconoscimento del titolo di guida turistica, fondamentale per la città di Taranto e, ancora, l’istituzione di un parco marino o un santuario dei cetacei, affiancato allo sviluppo di diving per escursioni marine, valorizzando il tesoro del mar Piccolo per sport acquatici non invasivi quali canoa, vela e turismo sportivo. Suggeriamo anche uno studio di marketing per lo sviluppo territoriale. Questi primi passi, siamo sicuri, riqualificherebbero la città.
3. Infine, non certo per importanza, ritenendo la salute un diritto primario, pretendiamo l'esenzione ticket per la prevenzione delle patologie riconducibili all'inquinamento e l'abbattimento delle liste di attesa, come indicato nella campagna R.S.T. Riteniamo, ancora, che le strutture sanitarie locali debbano essere attrezzate con macchinari all'avanguardia per la diagnosi e la cura, tenuto conto del fatto che quelli attualmente presenti sono da considerarsi obsoleti ed inefficienti.


I cittadini #fuoridalcomune





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