venerdì 8 novembre 2013

Cronaca di un convegno


Ilva, Vendola non va dal vescovo Santoro

di Sandra Amurri.
La Chiesa a Taranto illumina il buio della politica e cammina sulle gambe di chi è rassegnato, abbandonato dalle Istituzioni e si trova solo a fare i conti con la malattia, la morte, l’ansia di un lavoro che non c’è o che teme di perdere . E diventa promotrice del convegno “Ambiente, Salute, Lavoro, un cammino possibile per il Bene Comune” a cui ieri hanno partecipato i ministri dell’Ambiente Andrea Orlando e della Salute Lorenzin. Mentre, seppure invitati “calorosamente” come sottolineato dal vescovo Filippo Santoro, il presidente della Regione Vendola, il sindaco Ippazio Stefàno e il direttore dell’Arpa Assennato, indagati, hanno deciso di sottrarsi al confronto. “Una scelta personale, ognuno risponde per sé”, è stato il laconico commento del vescovo, che dopo tanto tempo in Brasile da un anno e mezzo è nella città ferita in cui chi lo ha preceduto non ha disdegnato “opere di bene” dal Gruppo Riva in cambio dell’indifferenza di fronte a quella che la dottoressa Annamaria Moschetti ha definito una “strage di uomini, donne e bambini”. “Non posso chiedere scusa alla città per conto altrui, sapete il peccato è debito di chi lo compie” spiega il vescovo “di certo io mi sto muovendo in un’altra direzione da quella passata. Vogliamo provocare gli amministratori con le nostre domande per avere risposte”. Domande che non piacciono al ministro Lorenzin che, dopo un intervento accompagnato dai fischi, si è affrettata a uscire infilandosi, scortata, nell’auto blu. Niente conferenza stampa come auspicato dal vescovo, a cui ha partecipato solo il ministro Orlando: “Il problema dell’Ilva, oggi, dopo connivenze di ogni genere, si presenta più difficile ma non impossibile da risolvere. L’Aia può accogliere suggerimenti, correzioni e vi invito a segnalare ritardi negli interventi di risanamento” ribadisce. “La discarica Mater Gratiae va prima bonificata” dice rassicurando chi, a ragione, dalla platea esprime forte preoccupazione per l’autorizzazione data al suo utilizzo. “Nulla è scontato, di certo il commissariamento dell’Ilva rappresenta un passo rivoluzionario che segna una strada percorribile anche per altre realtà” spiega il ministro. Intervento apprezzato quello di Orlando, seppure con tante riserve di chi, in tutti questi anni ha ricevuto solo promesse disattese a scapito della salute e della tutela dell’ambiente. Parla di risanamento il ministro, da attuare anche “con un’aggressione dei beni della famiglia Riva” che, precisa “non è così semplice come appare”. IL MINISTRO della Salute Lorenzin, invece, non raccoglie l’invito del vescovo di creare una rete di laboratori per la prevenzione delle malattie derivanti dall’inquinamento con l’esenzione del ticket: “stiamo vivendo un’emergenza sanitaria… essere una società avanzata significa far convivere lavoro e salute”, si limita a dire. La platea ascolta sgomenta e fischia. Mentre strappa applausi il vescovo Santoro quando dice: “Sono arrivato a Taranto prima di papa Francesco a Roma, ma oggi sono travolto dal suo entusiasmo e mi sento più forte. Taranto è ferita e avverto su di me una grande responsabilità che mi impedisce di restare indifferente di fronte a chi deve risanare questa ferita e non lo fa. Cari ministri, vi prego di farvi portatori della sofferenza dei bambini dell’oncologi – co, di chi ha perso i propri cari perché voglio pensare a Taranto come a un luogo dove si possa rinascere, additata come esempio di ripresa anche di una classe politica nazionale e regionale che torni vicina a chi soffre. Vogliamo una parola chiara per sapere se siamo condannati o se c’è via di salvezza per la salute dei tarantini, per i lavoratori e soprattutto per i più poveri. Il telegramma che ci ha inviato papa Francesco sarà la nostra Magna Carta: prodigarsi per una soluzione che metta al centro uno stile di vita sostenibile”, e conclude: “Le nostre processioni non hanno mai avuto un soldo da Riva”. (IL FATTO QUOTIDIANO)

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