venerdì 1 febbraio 2013

TeleRiva annuncia il Fantacciaio!

Ecco dal bollettino Ilva, alias Sole 24 ore, il nuovo show del Gran Circo: il Fantacciaio.
Dopo aver abbaiato a salve e dopo essersi resi conto che il solito "al lupo al lupo" del ricatto occupazionale non attacca più, soprattutto con magistrati irreprensibili come quelli della Procura di Taranto, i padroni della ferriera fanno dietrofront lanciando nella mischia un bel fumogeno (d'altronde si sa: loro sono esperti di fumi...)!
Il rimpasto societario, l'arrivo degli stranieri, la ricapitalizzazione della fabbrica, i cinesi, gli indiani, i sioux e perfino Batman che vuole l'acciaio per rifare il nascondiglio suo e di tutti i supereroi!

 
Bruno Ferrante si affretta a tirare su le sagome per il nuovo show delle ombre cinesi che andrà in onda nell'intervallo dei numeri clou in attesa dalla Consulta.
Musiche etniche e scenari apocalittici popolati da pelati invincibili come Bruce Willis accompagneranno i nostri prossimi giorni?
Mistero del Gran Circo!
A proposito, dov'è finito Clini? Si sarà travestito anche lui da Sceicco compratore?

L'Ilva pronta a ricapitalizzare

C'è una prima certezza: «Gli stipendi agli operai dell'Ilva saranno pagati». A cominciare da quello di gennaio (che sarà pagato il 12 febbraio). Ma l'impegno dell'azienda è garantire anche quelli dei prossimi mesi. E poi c'è un'ipotesi clamorosa: trovare un socio pronto a investire in Ilva dopo un aumento di capitale. «Stiamo lavorando a un piano di sostenibilità finanziaria che ci consenta di attuare gli interventi per l'autorizzazione integrata ambientale, considerando anche la ricapitalizzazione della società e siamo disponibili – questo l'annuncio clou di ieri del presidente del polo siderurgico tarantino, Bruno Ferrante, – a valutare l'ingresso di nuovi soggetti».
Le parole di Ferrante sono arrivate in serata alla fine del tavolo riunito a Palazzo Chigi che ha visto oltre all'azienda presenti anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera – accompagnato dal sottosegretario Claudio De Vincenti – e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Un vertice necessario per fare chiarezza dopo la decisione del Gip di mercoledì scorso di rigettare l'istanza dell'impresa al dissequestro vincolato dei prodotti nell'area a freddo che nella sostanza tiene ancora sotto chiave il milione e 700mila tonnellate di tubi e coils dell'area a freddo.
L'annuncio del possibile ingresso di nuovi soggetti, arrivato ieri a sorpresa, ora rimescola di nuovo le carte.
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La trattativa con uno o più soci da far entrare nel capitale della società sembra effettivamente in corso. Sui nomi e il loro identikit mancano però ancora le conferme. Si parla di una possibile pista indiana. Nei mesi scorsi era trapelata la voce dell'interesse del colosso indiano Tata steel con sede a Mumbai. Ma si fa anche il nome di un altro big indiano, l'Essar steel che tra l'altro in passato – a metà anni novanta – aveva in possesso proprio delle quote dell'Ilva che poi erano state acquistate da Riva. Ma l'interesse a investire in Ilva potrebbe arrivare anche dai big dell'acciaio di Russia e Cina, mentre l'ipotesi di un intervento statale – magari attraverso la Cassa depositi e prestiti – sembra da escludersi definitivamente. La strada che sarà seguita dall'azienda – nel caso la trattativa andasse in porto – sarà comunque quella dell'aumento di capitale che sarà sottoscritto dal nuovo socio.
Da Ferrante ieri è arrivato però anche un chiaro messaggio a tutte le parti che sono chiamate in causa in questa lunga e complessa storia: «Naturalmente – ha detto il presidente dell'Ilva – per poter attuare il piano finanziario abbiamo bisogno di un quadro di riferimento certo che oggi non è chiaro a causa dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria, quali il sequestro dei prodotti e il ricorso alla Corte Costituzionale che si dovrà pronunciare sulla legge 231 (la cosiddetta «salva Ilva», ndr)». Come dire che l'incancrenirsi dello scontro con la magistratura potrebbe mandare tutto all'aria. Gli occhi sono dunque puntati sulle decisioni della Camera di consiglio della Consulta che si riunirà il prossimo 13 febbraio per decidere l'ammissibilità dei conflitti di attribuzione che sono stati sollevati. La decisione dei giudici della Suprema Corte dovrebbe arrivare in tempi brevi, così almeno ha assicurato ancora ieri il presidente della Consulta Franco Gallo: «Stiamo accelerando il più possibile i tempi. Abbiamo la possibilità di ridurre i termini, li ridurremo a metà»
L'Ilva che oggi incontrerà i sindacati ha ribadito comunque l'apprezzamento per il Governo («è stata confermata una grande attenzione ai nostri problemi»). Che dal canto suo resta alla finestra continuando a monitorare tutti i fronti: dall'attuazione dell'Aia che prevede un denso cronoprogramma al nodo degli ammortizzatori sociali. L'ipotesi di una cassa integrazione in deroga per almeno 1.300 operai – daaggiungere agli attuali 2.400 in cassa integrazione ordinaria per crisi – è infatti ancora in piedi e oggi su questo si dovrebbe fare chiarezza con i sindacati. Ma accanto a questo ci sarà anche la buona notizia della riapertura di alcuni impianti dello stabilimento: «Credo che questo farà piacere alle organizzazioni sindacali – ha spiegato Ferrante – perché è il segnale di una precisa volontà». (Sole24h)

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