martedì 12 febbraio 2013
Ilva: la procura di Taranto chiede al gip Todisco la vendita dell'acciaio sequestrato
E' di pochi minuti fa la la notizia della richiesta della Procura di Taranto al giudice Patrizia Todisco di vendere i prodotti posti sotto sequestro il 26 novembre scorso:
"La procura di Taranto ha chiesto al giudice delle indagini preliminari Patrizia Todisco di vendere i prodotti finiti e semilavorati sequestrati il 26 novembre 2012 benche' realizzati a dispetto del sequestro senza facoltà d'uso dell'area a caldo dello stabilimento. I magistrati a quanto si è appreso motivano la richiesta con la necessità di preservare coils e bramme, che sono soggette alle intemperie e potrebbero deteriorarsi. "(ansa)
TARANTO – E' sempre più scontro aperto sull'Ilva. L’ultima mossa arriva dalla Procura di Taranto, che ha chiesto al gip Patrizia Todisco di vendere i prodotti finiti e semilavorati sequestrati il 26 novembre 2012 perch‚ realizzati a dispetto del sequestro senza facoltà d’uso dell’area a caldo dello stabilimento. In tutto si tratta di circa 1,8 milioni di tonnellate di acciaio per un valore stimato dall’azienda tra gli 800 milioni e il miliardo di euro.
Domani, intanto, il caso Ilva approda davanti alla Corte Costituzionale. E’ fissata in mattinata la camera di consiglio che dovrà valutare l’ammissibilità dei due conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato presentati dalla Procura di Taranto contro il governo, uno per il decreto legge salva-Ilva, l'altro per la relativa legge di conversione. Domani sono 11 gli affari iscritti a ruolo che la Corte discuterà: l’ultimo riguarda appunto i conflitti sull'Ilva. In questa prima fase la Corte dovrà solo valutare se il ricorso ha i requisiti oggettivi e soggettivi per passare alla fase di merito: se cioè le parti in causa sono qualificabili come poteri dello Stato e se la materia del conflitto è fondata. Un passaggio, comunque, che non si può definire solo formale e che apre, di fatto, un nuovo fronte in una vicenda estremamente delicata.
In gioco ci sono posti di lavoro, un grande gruppo industriale che rappresenta uno dei cardini dell’industria pensate italiana, e la salute dei cittadini, compromessa da una produzione che inquina da anni. I magistrati hanno imposto per questo ripetuti stop all’azienda, disponendo il sequestro di prodotti e semilavorati e confermando le loro decisioni di fronte alle istanze di dissequestro avanzate dall’Ilva. Un braccio di ferro che l’approvazione delle nuove norme non ha fermato, anzi ha rinfocolato.
Soprattutto perch‚ la salva-Ilva consente al gruppo di proseguire produzione e commercializzazione dell’acciaio nonostante i sequestri. I pm sostengono che, in questo modo, il governo "legittima" la commissione di un reato e impedisce l’esercizio dell’azione penale interferendo con l’indagine per disastro ambientale: ci sarebbe un’ingerenza, dunque, nella sfera di esercizio delle funzioni della magistratura indicate nella Costituzione.
Ma in tutti questi aspetti la Corte Costituzionale si addentrerà in un secondo momento, quando affronterà il merito nel caso in cui domani i conflitti siano ammessi. Per diversi osservatori ed esperti, appare improbabile che la Consulta possa giudicare inammissibili i conflitti, anche perch‚, qualora persistessero dubbi in proposito, la Corte può sempre riservarsi di dichiarare l’inammissibilità in un secondo momento, durante la discussione di merito.
Quel che appare certo è che se si passerà al merito, i tempi saranno accelerati e il caso avrà quindi una sorta di corsia preferenziale. E’ stato lo stesso neo presidente della Consulta, Franco Gallo, nel giorno del suo insediamento, il 29 gennaio scorso, ad assicurare che si farà il possibile per accelerare l'iter della decisione, utilizzando la norma che consente alla Corte di dimezzare i tempi.
In questo caso, nell’ammettere il ricorso la Consulta potrebbe contestualmente con un’ordinanza intervenire sui termini dati alla Procura di Taranto per notificare il ricorso al governo, su quelli dati al governo per costituirsi e sui tempi per depositare il ricorso con prova dell’avvenuta notifica nella cancelleria della Corte Costituzionale. Se la strada seguita sarà questa e i tempi concessi saranno utilizzati interamente, si dovrebbe arrivare all’udienza di merito ai primi di aprile. (gazzettadelmezzogiorno.it)
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1 commento:
Video che immortala la bonifica dell'amianto effettuata in clandestinità dopo la cessazione delle attività dello stabilimento di laterizi Ala Fantini di Montemesola (Taranto) http://www.youtube.com/embed/nMtN5PMwq0s
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