Ilva: su cassa in deroga divisioni tra sindacati, Fiom non firma
Le vicende delle ultime ore rischiano di far saltare nuovamente gli equilibri che all'Ilva sembravano essersi, in qualche modo, delineati col pagamento degli stipendi di gennaio, la ripartenza di alcuni impianti dell'area a freddo col ritorno al lavoro di circa 500 unita', e la decisione della Corte Costituzionale di respingere, in quanto inammissibili, i conflitti di attribuzione sollevati dalla Procura di Taranto sul decreto e sulla legge per l'Ilva rinviando tutto alle eccezioni di costituzionalita' sulla legge che saranno discusse ad aprile. Al nuovo scontro fra azienda e Procura sulla vendita diretta delle merci da parte dei custodi, si aggiunge infatti l'ulteriore divisione nei sindacati metalmeccanici, con Fim Cisl e Uilm Uil da un lato e Fiom Cgil dall'altro. Ieri, infatti, al ministero del Welfare, la Fiom Cgil non ha firmato ne' l'accordo sulla cassa in deroga per due mesi, primo gennaio-2 marzo 2013, per 1100 lavoratori delle aree a freddo e a caldo (l'azienda ne aveva chiesto 1393 nelle scorse settimane), ne' il verbale con cui l'Ilva si impegna ad attutire gli effetti negativi della cassa integrazione straordinaria chiesta dal 3 marzo prossimo sino a tutto il 2015 per un massimo di 6147 addetti del sito di Taranto contestualmente all'avanzamento dei lavori di risanamento ambientale imposti dall'Aia. La Fiom non ha firmato in quanto si e' creato gia' un collegamento fra cassa in deroga ormai in scadenza, il 2 marzo prossimo, e nuova cassa straordinaria, che il sindacato Cgil ritiene tutta da discutere, da ridurre nei numeri, ritenuti eccessivi, e soprattutto da verificare alla luce del piano industriale dell'Ilva "che ancora non e' stato presentato". Fim Cisl e Uilm Uil, invece, affermano di aver firmato la cassa in deroga per assicurare ai lavoratori che nel frattempo sono stati sospesi dall'azienda, la copertura economica. I soldi della cassa in deroga, circa 8 milioni, sono stati infatti reperiti dal Ministero. Non e' la prima volta che i sindacati metalmeccanici di Taranto si dividono sull'Ilva. E' gia' accaduto la scorsa fine estate, quando a fronte dell'intensificarsi dell'azione della Magistratura - la legge non c'era ancora - scioperarono Fim e Uilm ma non la Fiom, ed e' accaduto a gennaio quando ha scioperato per alcun giorni solo la Fim per protestare contro l'incertezza sul pagamento degli stipendi, poi corrisposti, e sulla decisione aziendale di serrare con lucchetti e catene tutte le portinerie della fabbrica. (AGI) .
Ilva: intesa per cig in deroga riguarda 1.100 addetti
Riguarda 1.100 lavoratori l'intesa per la cassa integrazione in deroga per lo stabilimento di Taranto dell'Ilva, siglata oggi al ministero del Lavoro. E' quanto si apprende da una nota del ministero diffusa dopo la riunione presieduta dal viceministro Michel Martone. La richiesta dell'azienda riguardava 1.393 lavoratori.L'accordo raggiunto al ministero del Lavoro per la cassa integrazione guadagni in deroga per l'Ilva riguarda ''un massimo di 1.100 lavoratori'' fino al 2 marzo. La concessione da parte del ministero della cig in deroga ''si rende necessaria al fine di consentire la prosecuzione delle azioni di bonifica necessarie a tutelare il diritto alla salute dei cittadini di Taranto e preservare l'occupazione dei lavoratori dello stabilimento'', ha spiegato il viceministro Michel Martone che ha appunto presieduto la riunione cui hanno partecipato i rappresentanti dell'azienda e i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.
''All'esito della riunione - si legge nella nota - il ministero del Lavoro, a seguito della richiesta congiunta dell'azienda e delle organizzazioni sindacali, con l'eccezione della Fiom, ha manifestato la propria disponibilità a concedere la cig in deroga in attesa dell'avvio del programma di ristrutturazione aziendale al fine di consentire la prosecuzione dell'azione di bonifica, necessaria a dare attuazione alle prescrizioni dell'AIA, che ha già richiesto la chiusura dell'altiforno 1 e delle batterie 3-4-5-6''. Nella nota diffusa dal ministero si rileva che ''l'azienda ha ribadito che, all'esito di questo periodo di cig in deroga, non dara' luogo a licenziamenti (mobilità) ma procederà agli investimenti necessari a sostenere il piano di ristrutturazione delineato nella richiesta di cig straordinaria presentata al ministero del Lavoro il 19 febbraio''. (IGN)
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