Ilva: ricorso contro ordinanza vendita merci da parte dei custodi
Ilva ha presentato oggi al Tribunale
di Taranto una impugnazione in cui chiede l'annullamento
dell'ordinanza con cui il gip Patrizia Todisco ha autorizzato
la vendita da parte dei Custodi dell'acciaio sequestrato
all'interno dello stabilimento siderurgico il 26 novembre 2012,
vincolando il ricavato della vendita di questi beni in un conto
bloccato a disposizione dei magistrati in attesa di futura
sentenza senza che nulla del ricavato possa essere utilizzato
per l'attuazione dell'AIA. Ilva, in una nota , motiva l'istanza
presentata come una violazione all'articolo 1 del DL 207,
convertito poi nella legge 231 del 2012, che prescrive sia il
diritto all'esercizio di impresa che la commercializzazione da
parte dell'azienda di beni sequestrati. Le questioni di
illegittimita' costituzionale sollevate dal GIP e dal
Tribunale, secondo l'azienda, non fanno venir meno e non
sospendono la legge in vigore che deve quindi essere applicata
e alla quale Ilva intende attenersi. Nella richiesta di
annullamento, Ilva fa riferimento inoltre alla violazione
dell'articolo 260 comma 3 del codice di procedura penale,
relativo alla conservazione dei beni sequestrati, non
ravvisando l'urgenza del provvedimento in considerazione
dell'ormai prossimo pronunciamento della Corte costituzionale e
avendo la Procura aspettato oltre due mesi e mezzo prima di
chiedere il Provvedimento. Infine i legali dell'Ilva hanno
addotto vizi di motivazione in merito alla valutazione dei beni
da parte dei custodi.
(AGI).
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