Questo blog nasce per dare voce ai cittadini attivi e determinati a "sollecitare" la riconciliazione di Taranto con la salute e la sostenibilità (non in termini politici -cioè vuoti e populistici- ma reali).
In occasione del futuro referendum cittadino sull'ILVA ospiteremo tutte le osservazioni (civili e sensate) che chiunque ci vorrà inviare in merito, fornendo quello spazio pubblico e il dibattito aperto che non sempre i media sono in grado di offrire.
Anonimo (commento ad un post)
Io sono un ragazzo di 20 anni tarantino. Se siamo o meno una massa di addurmsciut lo vedremo il giorno del referendum, credo che i risultati non saranno positivi. IO VOGLIO LA CHIUSURA DELLA FABBRICA DELLA MORTE, senza se e senza ma, senza il ricatto occupazionale! Rimbocchiamoci le maniche e troviamo un futuro degno da dare a questa città
Giovanni
Spett. associazione,
In passato in cambio di posti di lavoro accettarono una industrializzazione selvaggia del nostro territorio. Adesso ci ritroviamo una delle regioni più
povere d'Europa e con la più alta concentrazione di inquinamento d'Italia e d'Europa.
Oltretutto questo tipo di industrie chimiche, metallurgiche, energetiche, a forte tasso di capitalizzazione, non permettono la creazione di filiere
industriali, come è avvenuto nel nord Italia con l'industria metalmeccanica, con la nascita di tante piccole
aziende di componentistica che si sono allargate in tutto il mondo.
In un'ottica di una progressiva conversione e chiusura delle ciminiere che permetta alla Puglia una migliore qualità della vita, il referendum di Taranto
è una grande occasione per convertire questo vecchio modello industriale, riconvertendo l'ILVA.
E' un'occasione storica, forse irripetibile, che ci potrebbe far vivere in una Regione con un'aria (dalla terra di Bari a Leuca) più salubre.
Lo stesso sarebbe auspicabile anche per le centrali a carbone di Brindisi che bisognerebbe riconvertire a metano, considerato che la Puglia è attraversata da due metanodotti e oltretutto rendono inutile il rigassificatore.
Nella Puglia del futuro è necessario implementare dei processi produttivi in cui il cardine principale sia l'innovazione.
Sarebbe auspicabile che si sollecitasse l'informazione e la politica tarantina ad appoggiare questo referendum, elaborando nel contempo un piano di
conversione.
1 commento:
Il 4.444
4.444 nonè riferito alla celebre campagna pubblcitaria di una famosa telefonia mobile di qualche anno addietro, ma è un dato importante in termini di sostenibilità.
A 31/3/08 i lavoratori dello stabilimento Ilva di Taranto(stipendiati e salariati da Rivagoup) raggiungevno le 13.011 unità. di quesi solo 4.444 sono i tarantini o comunque cittadiniRESIDENTI nel capoluogo ionico.
Rppresentano,dunque, il 34,16% dell'intera forza lavoro salariata e stipendiata da Riva.
Essendo Taranto una città di 200.000 abitanti(negli ultimi 20 anni a popolazione è diminuita di 50.000 unità...chissà perchè??..)il siderurgico è la fonte occupazionale più importante...Non é VERO questo!!!!!!!!!!!!
tale percentuale è troppo bassa per una città che ha puntato tutto sul siderurgico.
al giorno d'oggi Ilva non soddisfa le esigenze di un territorio e della sua comunità in termini economici-occupazionali.
In conclusione:
- il 65,84% delle retribuzioi che Ilva elergice vengono spese fuori Taranto;
-tale situazone è dannosa per i commercianti della nostra città che non vedono entrare pecunia siderurgica;
- falso soddisfacimento del bisogo occupazionale.
NO ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE CON ILVA!è UNA BUFALA!!!
SI ALLO SVILUPPO ALTERNATIVO DELL'area ILVA...e del porto che Riva occupa...
VINCEREMOS!!!!
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