La situazione a Taranto è sempre più grave. Lo conferma il ritrovamento di diossina nelle uova a 14 chilometri dall'Ilva, nella zona vicino all'Ipercoop (Paolo VI).
Che cosa può fare la società civile di fronte a questa nuova emergenza che allarga il gronte di indagine anche alle galline dopo le "ormai note" capre e le pecore?
Occorre più personale per il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto. Il Dipartimento Prevenzione sta compiendo un lavoro egregio ma con risorse umane limitate. Sarà potenziato per realizzare nuovi accertamenti con rapidità?
E' poi necessario rinnovare i contratti dei chimici che lavorano nel laboratorio diossine di Taranto scongiurando il collasso dell'unica "trincea antidiossina" che abbiamo.
Queste sono le urgenze da affrontare subito e che come cittadini poniamo all'attenzione di chi ha responsabilità politiche.
Ma dobbiamo anche uscire da una logica dell'emergenza per dare una strategia globale e un orizzonte a questo percorso. La Regione Puglia deve fare una scelta chiara e forte per Taranto: occorre creare un polo di eccellenza sulla ricerca ambientale.
A questo importante progetto avevano cominciato a lavorarci alla fine del 2007 le istituzioni locali e vari enti. Ora tutto tace: perché?
PeaceLink fa una proposta: rilanciare il progetto del polo di eccellenza prevedendo una robusta dotazione di uomini e mezzi.
Il Presidente della Regione Nichi Vendola, con l'assessore regionale alla sanità Tommaso Fiore e l'assessore all'Ecologia Michele Losappio dovrebbero prendere l'iniziativa e convocare il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, il direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, il direttore generale della Asl di Taranto Domenico Colasanto, il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto con il suo dirigente Michele Conversano, il presidente del corso di laurea in Scienze ambientali dell’università di Bari sede di Taranto Francesco Loiacono, gli
assessori all’Ambiente di Provincia e Comune di Taranto, rispettivamente Michele Conserva e Sebastiano Romeo.
Occorre individuare gli immobili che potrebbero diventare sede del polo scientifico e ospitare, nel contempo, anche le strutture e i laboratori dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale.
E' importante investire in questo polo di eccellenza. Le risorse finanziarie ci sono.
La Regione infatti aveva malamente stanziato 1 milione e 400 mila euro per portare in discarica le "alghe" spiaggiate sulle coste joniche: una spesa inutile e dannosa. Uno spreco che abbiamo segnalato e che sembra essere stato bloccato, salvo sorprese dell'ultima ora. Chiediamo che sia fatta una variazione strutturale di bilancio e che quella somma venga posta alla base del polo di eccellenza sulla ricerca ambientale a Taranto.
Alessandro Marescotti, Peacelink
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