“Il posto più logico per realizzare una discarica? Un sito archeologico o un invaso naturale che approvvigiona l’acquedotto. Sembra una battuta, ma è assolutamente vero. I due casi, noti ma non troppo pubblicizzati, sono quello di Grottelline, a Spinazzola, e quello di Corigliano d’Otranto.”
“Nel primo caso la discarica, bloccata dalla procura di Trani, insiste su una importante area archeologica del Neolitico; nel secondo è invece a strapiombo su un invaso naturale da cui l’Acquedotto Pugliese prende l’acqua”. A dichiararlo è Carlo Vulpio, giornalista e scrittore, candidato alle europee con Italia dei Valori, come indipendente.
“La delicata questione ambientale legata a queste due realtà pugliesi diventa ancora più interessante, quando da un ufficio regionale sparisce una memoria su cui sono tenuti i dati sulle VIA (le valutazioni di impatto ambientale). Il NOE – prosegue Vulpio – ha stabilito un nesso tra la sparizione dei dati da un ufficio della regione e le questioni ambientali più pressanti: tra cui appunto Grottelline”.
“Presento a Torino “La città delle nuvole”, il mio libro inchiesta sulla vicenda ambientale di Taranto: è il mio contributo alla divulgazione dell’informazione, alla diffusione di quelle notizie che non girano sui circuiti di informazione. E’ giusto che i cittadini sappiano di Grottelline e di Corigliano, piuttosto che di Taranto e Brindisi. E’ giusto che il nostro impegno sia di informare e di confrontarci, di far luce e di opporci quando le scelte di chi governa sono a dir poco scellerate”. (Paese Nuovo)
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