Uno studio della Provincia e dall'Istituto di scienze sull'atmosfera e del clima del Cnr di Lecce. Prende in esame la qualità dell'aria di Lecce, Maglie, Campi, Galatina; poi Leverano, Lequile, Maglie, Cutrofiano e Nardò.
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LEQUILE - L'influenza dell'Ilva di Taranto Capita di "sforare" per colpa d'altri. Un esempio per tutti, il caso di Lequile, dove il monitoraggio è stato effettuato tra il 27 febbraio ed il 13 marzo 2008. La centralina mobile è stata piazzata in via San Pietro in Lama a pochi metri dalla Strada Statale 101 (Lecce-Gallipoli): un sito urbano fortemente influenzato dal traffico veicolare che è stato monitorato in condizioni di vento proveniente prevalentemente da sud-est e da sud-ovest, tranne in avvio di periodo. Proprio quando è stato registrato l'unico sforamento di Pm10. È successo il 28 febbraio: 64,2 microgrammi al metro cubo (la soglia è a 50). La causa di questo dato non sembra addebitabile a fonti locali, giacché il 28 febbraio è stato l'ultimo giorno di un periodo in cui si sono registrate elevate concentrazioni di Pm10 in tutto il Salento, comprese le province di Brindisi e Taranto. Nei sei giorni di questo periodo, dal 23 al 28 febbraio, ha soffiato il vento di tramontana, proveniente da nord-ovest, alternato ad estesi periodi di calma di vento: condizioni che hanno contribuito all'arrivo di inquinanti dalla zona tarantina (il vento da nord-ovest) e che hanno sfavorito la dispersione degli stessi (calma di vento). In 6 giorni su 15 inoltre la stessa centralina mobile ha registrato una concentrazione atmosferica degli inquinanti associati a combustione (ossidi di azoto, benzene, toluene ed idrocarburi), ma non è stato rilevato alcuno sforamento dei limiti imposti dalla legge. Di particolare interesse la correlazione tra concentrazione di polveri (soprattutto PM 2.5), ossidi di azoto e idrocarburi, il che suggerisce una fonte comune che potrebbe essere il traffico veicolare.
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MAGLIE - L'incubo Copersalento riguarda soprattutto la diossina, non i macroinquinanti. Lo confermano i dati su Pm10 e gas inquinanti diffusi ieri dalla Provincia: un solo sforamento di Pm10 tra il 19 settembre ed il 13 ottobre 2008. Dal 2003 ad oggi sono stati rilevati 80 campioni di aria: nello stesso periodo sono 9 i superamenti della soglia di Pm10. Il monitoraggio, effettuato a 1 km dall'inceneritore della Copersalento (nel cortile dell'Istituto Agrario Lanoce), è stato condizionato da una rotazione dei venti da nord-ovest a sud-est. Lo sforamento si è registrato, in condizioni di calma di vento, il 30 settembre: 78,9 microgrammi al metro cubo a fronte dei 50 previsti come soglia dalla normativa. La cittadinanza può dirsi tranquilla fino ad un certo punto: servirebbe un monitoraggio costante, almeno annuale, per scongiurare il pericolo dei macroinquinanti in un'area già bersagliata dalla diossina, soprattutto considerando che l'analisi dei metalli presenti nel particolato evidenzia una correlazione tra nickel e cromo, che indica un probabile contributo da sorgente industriale. In compenso Maglie può consolarsi con la prima sperimentazione in Puglia di uno studio sulle particelle ultrafini, ossia quelle dal diametro che varia da 100 a 1 nanometro (un nanometro è un miliardesimo di un metro): la più grande di queste particelle ha un diametro di un millesimo dello spessore di un capello. A Maglie è stata rilevata una concentrazione di 50mila particelle al centimetro cubo: è stato in questo modo possibile evidenziare il contributo del traffico e della combustione di biomasse nelle pratiche agricole (sterpaglie e legna bruciate, per esempio). Le centraline hanno infatti evidenziato la concentrazione di gas inquinanti e particelle sottili e ultrafini di notte, quando i fuochi sono accesi in condizioni di calma di vento.
PROVINCIA DI LECCE - La qualità dell'aria salentina è buona. Lo assicura uno studio della Provincia di Lecce, l'ennesimo, condotto in collaborazione con l'Istituto di scienze sull'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr. Aggiornato al marzo di quest'anno, il lavoro curato da Daniele Contini (Isac-Cnr) da Salvatore Francioso (Provincia) evidenzia due criticità: la concentrazione di ozono soprattutto nel periodo estivo e nelle ore centrali delle giornata; la concentrazione del particolato atmosferico nella frazione Pm10. Meno forte, ma presente, il contributo delle emissioni di industrie locali (su tutte Colacem e Copersalento). In un territorio fortemente battuto dal vento, però, è probabile che i macroinquinanti locali siano respirati altrove, mentre a noi tocca inalare quelli ben più pesanti provenienti da Taranto (Ilva) o Brindisi (Cerano). (portadimare)
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