La Basilicata, così lontana così vicina è oggetto di forti interessi da parte delle multinazionali dell'energia per uno sfruttamento intensivo delle sue risorse e del suo territorio.
Taranto è un nodo strategico per queste attività, con la prospettiva che questi piani coinvolgono direttamente o indirettamente la nostra provincia che subirà sempre maggiori pressioni.
OLA DENUNCIA LE MANOVRE PER IL MEGASTOCCAGGIO GAS RUSSO IN VAL BASENTO: TROPPO FORTI GLI INTERESSI DELLE MULTINAZIONALI DELL’ENERGIA
Si è appreso che la Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente starebbe per rilasciare parere VIA favorevole per il mega stoccaggio di gas in Val Basento. Dopo lo stop al progetto del mega stoccaggio di gas da 1 miliardo di metri cubi, nei pozzi dismessi di petrolio e gas, in località Giugno Le Macine-Serra Pizzuta (Comuni di Salandra, Ferrandina e Pisticci), da parte dell’ex Ministro dell’Ambiente del 2007, con pubblicazione del nuovo annuncio VIA sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 14 marzo 2008 e l’integrazione per la procedura VIA da parte della Società Geogastock (con sede a Parma) nei mesi di maggio-giugno 2008, la Basilicata è sempre di più in mano ai grandi interessi delle multinazionali dell’energia - questa volta russe - confermandosi snodo energetico e di produzione di idrocarburi d’Italia e d’Europa
Un progetto che continua, evidentemente, ad essere conosciuto da pochi, dal momento che nessuno ha ritenuto portarlo, dopo un anno, a conoscenza dei sindaci e della popolazione. La OLA chiede pertanto all’Assessore Santochirico se la Regione Basilicata abbia o meno già espresso pareri di merito sul progetto e come mai, considerata l’importanza che riveste da vari punti di vista, non solo ambientali, non siano state attivate procedure di consultazione del pubblico e delle parti sociali e sindacali per il parere istituzionale della Regione nell’ambito della VIA attivata dal Ministero dell’Ambiente.
La OLA evidenzia, infatti, che il progetto della Geogastock S.p.A. è previsto al di fuori dell’area industriale della Val Basento, a causa dell’impossibilità dichiarata dalla stessa società proponente, di provvedervi nell’area industriale per il protrarsi della bonifica. Esso impegna anche aree agricole esterne limitrofe a SIC e ZPS della Val Basento, di cui se ne prevede il cambio di destinazione d’uso, prefigurando di fatto l’ampliamento della limitrofa area industriale della Val Basento senza che siano state approvate varianti al Piano Regolatore Industriale della Val Basento del Consorzio ASI di Matera, permettendo così una deregolamentazione della pianificazione del territorio e mentre sono in grave ritardo i lavori di bonifica dell’area industriale della Val Basento che diventa così il pretesto per realizzare altri siti in Basilicata, ove realizzare mega impianti energetici e di smaltimento di rifiuti tossici e nocivi.
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Petrolio, sarano i cittadini a decidere il futuro del territorio
Il ministero fa dietrofront sulla procedura di Via per le trivellazioni nello Jonio (dr148) per grosse lacune nella documentazione presentata dalla Consul Service srl, e la Regione in una delle poche volte in cui è sfavorevole alle trivellazioni riconosce che i luoghi non sono idonei alle estrazioni, per tutelare l'ambiente e il turismo del Metapontino.
La procedura di Via Ministeriale (Ministero dell'Ambiente)era avviata da tempo e sicuramente la mobilitazione di questi ultimi giorni da parte delle associazioni dei cittadini ha messo in luce lo scellerato progetto. Non ci illudiamo, la lobby petrolifera ripresenterà tutto allo stesso modo di come fa sulla terraferma.Nel frattempo però ne accadono delle belle. La Basilicata secondo i progetti Eni si accingerebbe a diventare il primo distretto italiano petrolifero con tanto di trivellazioni e centri oli (alias raffinerie). L'Eni vuole smobilitarsi da Ortona in Abruzzo per concentrarsi in Basilicata (lo conferma la stampa abruzzese e le dichiarazioni del sindaco di Ortona).
La cosa grave che coglie di sorpresa la Regione Basilica è quella di disegno di legge che esproprierebbe la Basilicata di tutte le autorizzazioni sulle estrazioni petrolifere e che darebbe potere decisionale al Ministero sulle procedure di Via, con l'accentramento del potere decisionale, politico e soprattutto economico della gestione dell'affare petrolio. Si avverano quindi le profezie di De Filippo che difendeva il petrolio dicendo che non era nostro ma dello Stato, e che le royalites non erano la soluzione ai problemi della Basilicata, nel frattempo, però dava pareri a trivellare a chiunque ed ovunque.
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