domenica 30 novembre 2008
L'intervento del Comitato per Taranto alla Manifestazione Altamarea
Ieri si parlava di rifiuti...
Rifiuti a peso d'oro: secondo dati elaborati e diffusi da Cittadinanzattiva, in Puglia la spesa media annua del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è di 249euro, con un incremento del 6,9% rispetto all'ultimo anno. Il risultato è che in Puglia si paga 32euro in più rispetto alla media nazionale, pari a 217euro. Dopo Sicilia (280euro), Campania (262euro) e Sardegna (255euro), la Puglia è la regione dove mediamente si paga di più all'anno per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, mentre la spesa media più bassa si registra in Molise (117euro), a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese. Una differenza che trova conferma anche all'interno di una stessa Regione: a Taranto la Tarsu arriva a costare 347euro, 68euro in più rispetto a Brindisi, 117euro in più rispetto a Foggia, 151euro in più rispetto a Lecce e ben 155euro in più rispetto a Bari. Inoltre, rispetto ad un incremento tariffario che in Italia dal 2006 al 2007 è stato del 3,8% su base nazionale, in Puglia si è registrato un incremento ben maggiore (+6,9%)
...
rispetto al 2006, tra i capoluoghi di regione Taranto ha fatto registrare il più alto incremento tariffario (+26%), seguito da Bari (+5%); nessun incremento si è registrato a Foggia, Brindisi e Lecce. Commentando questi dati, Tonino d'Angelo, segretario di Cittadinanzattiva Puglia rileva che 'come dimostra il caso dei rifiuti, l'escalation delle tariffe locali è ormai un fenomeno fuori controllo ma del tutto ignorato da Governo e Parlamento, che avrebbero potuto inserire nelle misure anticrisi il loro blocco per il 2009 e l'eliminazione della addizionale provinciale. Da Tarsu a Tia, per le tasche dei cittadini il risultato è quasi sempre un aumento delle spese: nel 2007, in ben 30 capoluoghi di provincia, le tariffe rifiuti sono aumentate oltre il tasso di inflazione (2,6%)'. 'Sono lussi che non possiamo più permetterci - conclude - e per evitare i quali occorre far emergere la cultura della responsabilità e della sobrietà'.
Fonte: Teleradioerre
Taranto: migliaia in piazza per l'aria pulita, ma la Prestigiacomo tace
"A Taranto 17 ricerche sull'inquinamento e l'impatto sulla salute dei cittadini sono costate un miliardo ma non sono mai state divulgate. E ben 72 analisi sulla diossina e i PCB sono risultate sistematicamente "a norma". Ecco quello che i tarantini dovevano sapere e non hanno mai conosciuto dal 2002 al 2007" - afferma Alessandro Marescotti di PeaceLink. Grazie all'associazione PeaceLink che ha chiesto e ottenuto la pubblicazione su internet di quelle relazioni, i risultati sono finalmente visionabili sul sito di Arpa Puglia. E quei risultati parlano chiaro: "A Taranto viene scaricata una quantità di diossina superiore al totale della diossina industriale di Austria, Regno Unito, Svezia e Spagna" - evidenzia PeaceLink che è stata in grado di confrontare i dati delle misurazioni dell'Arpa Puglia e con il registro europeo Eper 2004: si tratta di 171 grammi/anno contro i 166 grammi/anno di quattro nazioni europee, cioè a Tanranto è resente diossina in percentuale del 92% di quella prodotta in Italia e dell'8,8% del totale europeo.
"Ma non c'è solo la diossina" - continua PeaceLink. "Taranto è sovrastata da una imponente nube di IPA. Gli IPA sono gli idrocarburi Policiclici Aromatici, e fra essi il benzoapirene ha un potere cancerogeno non meno insidioso della diossina". "A Taranto si convive anche con la radioattività del piombo 210 e del polonio 210, sostanza, quest'ultima, con cui fu avvelenato Aleksandr Litvinenko, l'ex agente del Kgb inviso a Putin". Come per la diossina, a lanciare l'allarme sono state ancora una volta le associazioni: l'Ail, l'associazione contro le leucemie, Peacelink e Comitato per Taranto. Come per la diossina, si arriva a "scoprire" il pericolo radioattività soltanto dodici anni dopo che è stato scoperto, e affrontato, all'estero. "Ma a differenza di quanto accaduto per la diossina, adesso a chiedere controlli immediati per la radioattività sono, oltre alle associazioni, anche i tecnici della stessa Arpa, l'agenzia di protezione ambientale, che, si scopre oggi, finora ha 'controllato' i camini dell'Ilva, l'acciaieria più grande d'Europa, attraverso un collegamento online il cui software è gestito dalla stessa Ilva" - riportava Carlo Vulpio sul 'Corriere della sera' del 31 ottobre scorso.
Insomma nella mappa redatta da PeaceLink delle città più inquinate d'Italia la capolista indiscussa è Taranto. "La diossina a Taranto è entrata nella catena alimentare e oltre 1200 capi di bestiame saranno presto abbattuti" - sottolinea PeaceLink. "A Taranto c'è un quartiere, il rione Tamburi, dove tutti fumano, anche i non fumatori, anche i bambini. Queste persone, senza volere e senza alcuna difesa, si 'fumano' i cancerogeni industriali in quantità variabili a seconda del vento e delle condizioni meteoclimatiche". Per questo le associazioni hanno lanciato la campagna "Quante sigarette si fuma il tuo bambino?" per spiegare ai genitori i rischi da inalazione di benzopirene nel quartiere Tamburi di Taranto e nella città.
Nei mesi scorsi il Ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo aveva nominato tra i membri della nuova Commissione IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) - che ha il compito di preparare l'istruttoria tecnica relativa al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale di circa 200 tra le maggiori aziende produttive italiane tra cui l’Ilva - l’ing. Bonaventura Lamacchia ma dopo che un articolo de 'L'Espresso' ne ha rivelato il 'curriculum giudiziario' (falso in bilancio, falso ideologico, evasione fiscale quantificata dalla Guardia di Finanza in oltre 30 miliardi, bancarotta fraudolenta e tentata estorsione ecc.) è stato sospeso dall'incarico dallo stesso ministro che ha deciso di fare "accertamenti amministrativi" in relazione al ruolo di Lamacchia come componente della Commissione. (L'inchiesta è partita da Radio Popolare Salento e Comitato per Taranto, nota del blogger)
A fronte del disegno di legge della Giunta regionale pugliese per limitare sugli standard europei le emissioni di diossina a Taranto, il ministro Prestigiacomo ha poi respinto le proposte di collaborazione del governatore della Puglia, Nichi Vendola, affermando che "Se questa legge passa, l'Ilva chiude in 4 mesi". Una proposta di legge su cui lo stesso direttore dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, ha espresso grande soddisfazione: "Una legge seria, realistica, che pone fine ad una situazione scandalosa, unica al mondo. Perché l’Italia ha una legge scandalosa che non pone limiti alle emissioni" - ha commentato Assennato. "In qualsiasi parte d'Europa, Slovenia esclusa, l'Ilva fosse stata avrebbe dovuto chiudere o abbassare le emissioni" - ha spiegato il professor Assennato. "Soltanto in Italia esiste una legge con dei limiti così alti".
PeaceLink ha inviato una lettera al Ministro Prestigiacomo nella quale - dopo aver ricordato che la "proposta di legge pugliese prevede che le emissioni di diossina a Taranto rimangano sotto il limite in vigore già da tempo in Friuli Venezia Giulia" spiega al Ministro - attraverso una dettagliata scheda tecnica inviata anche agli organi di stampa - che esiste una tecnologia che "si può montare e far funzionare entro la fine del marzo 2010" anche all'Ilva e quindi "non è vero che l'Ilva chiuderebbe se venisse applicata la legge regionale". "Anzi, aumenterebbe il personale occupato per via di questo nuovo impianto da realizzare e gestire" - sottolinea PeaceLink. "Il problema è solo di volontà politica essendo i costi ampiamente ammortizzabili: del resto non si vede perché se ne debbano far carico le acciaierie nel resto d'Europa e non anche quella di Taranto". E da quel momento il ministro Prestigiacomo tace.
Le prime agenzie sulla manifestazione
(ANSA) - TARANTO, 29 NOV - ''Ci avete rotto i polmoni'': accompagnate da questo e da altri striscioni preparati dagli studenti, alcune migliaia di persone - tra le 15.000 e le 20.000 - hanno partecipato oggi a Taranto alla marcia contro l' inquinamento, reclamando il diritto alla salute e l'abbattimento di polveri, fumi e gas che provengono dalle aziende dell'area industriale e in particolare da Ilva, Eni e Cementir. Tra cittadini, studenti e pensionati ha sfilato anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che ha annunciato ''interventi forti e urgenti''. ''E' possibile - ha detto Vendola - ridurre le emissioni di diossina. Due camini su tre dello stabilimento Ilva di Taranto hanno emissioni pari a 2,5 nanogrammi per metro cubo: questo - ha spiegato - dimostra che l'abbattimento che noi proponiamo si puo' fare, quindi, lo facciano, investano i quattrini''. Lunedi' prossimo - ha annunciato Vendola - sara' presentato al ministero dell'Ambiente lo schema di disegno di legge regionale per la riduzione del limite tollerabile dell'emissione di diossina in atmosfera, ''sperando - ha sottolineato - che sia approvato prima di Natale''. ''Deve cambiare la storia della Puglia e deve cambiare la storia del Mezzogiorno d'Italia'', ha poi detto Vendola, rilevando che ''cicli speculativi violenti, sempre nel nome del portare lavoro, ci hanno sottratto l'anima, ci hanno sottratto la salute, tante volte ci hanno tolto il respiro''. Con il presidente della Regione c'erano il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, il presidente della Provincia, Gianni Florido, ed esponenti politici di centrodestra e centrosinistra. Il corteo, partito dall'Arsenale si e' concluso a piazza della Vittoria, con un dibattito sulle soluzioni per ridurre l' inquinamento. Tra i nove punti programmatici indicati dagli organizzatori del comitato 'Alta marea' - che raccoglie varie associazioni cittadine - e' stato fortemente accolto il no al raddoppio della raffineria Eni e all'inceneritore, il si' alla bonifica dell'area industriale e della citta', il potenziamento del registro tumori, lo sviluppo del polo oncologico. Alla base delle richieste, i dati diffusi in uno studio (dall'associazione ambientalista Peacelink, dalla sezione tarantina dell'Associazione italiana contro le leucemie e dal 'Comitato per Taranto') secondo cui un bambino che vive a ridosso dell'area industriale inala in media 2,14 sigarette al giorno, cioe' 780 all'anno. D'altronde - hanno spiegato le associazioni con dati riferiti al 2000 - un operaio della cokeria dell'Ilva, in un turno di otto ore, puo' inalare a seconda delle mansioni svolte da 305 a 7.278 sigarette, mentre i bambini del quartiere Tamburi il 4 marzo 2004 hanno inalato benzo(a)pirene equivalente a 128 sigarette per colpa di un micidiale vento spirato dalla zona industriale.
sabato 29 novembre 2008
INSIEME!!!
Oggi ho sentito centinaia di persone ringraziare per questo, per quello, per la presenza, per i discorsi, per l'organizzazione, per tutto!
Nel corso della manifestazione sembrava calata la nebbia del buonismo e l'arcobaleno della bontà, come in una marcia di vincitori.
Ero anch'io felice e soddisfatto nel vedere tutte quelle persone, i fantasmi dell'istat (che dice che siamo 200.000 ma si vedono sempre le stesse facce...) che compaiono e tuonano con i loro canti, gli slogan, i discorsi animati tra amici, conoscenti o sconosciuti.
Un solo tema: vogliamo stare bene! vogliamo essere cittadini come tutti gli altri!
Oggi abbiamo scritto a caratteri cubitali la traccia di questo compito che ormai nessuno più può rimandare, con nessuna scusa o chiacchiera politica (a proposito, quanti "chiacchieroni", oggi!...)
Ma attenzione! A chiunque legga queste righe: lo svolgimento di questo tema è tutto da scrivere e se non vogliamo che resti una pagina vuota dobbiamo tutti metterci a scrivere, da soli o in gruppo, da lontano, qui o sotto le fabbriche e i palazzi del potere!
Diamoci da fare, portiamo avanti quest'onda cercando di incontrarci e di confrontarci.
La cultura e l'amore per la nostra città sono le uniche cose che non devono mai mancare in questo movimento!
Il Comitato per Taranto si riunisce ogni settimana, il giovedì alle 18.30 in via Duca di Genova 13 ma già dalla prossima settimana è stata programmata con MO' AVAST un'assemblea pubblica nel rione Tamburi insieme alle associazioni e ai comitati che hanno deciso di operare tra la gente, nei quartieri più emarginati.
Non appena avremo maggiori informazioni sulla sede lo comunicheremo sul blog.
Rassegna: Altamarea, "Chiacchiere e distintivo"
E' evidente l'imbarazzo e l'incapacità di collocarsi che sta sperimentando l'obsoleta classe politica tarantina di fronte ad un movimento che parte dalla gente stanca di sorbirsi chiacchiere e (vane) promesse.
NON FUNZIONA PIU'
Ma evidentemente non l'hanno capito... e allora via con i soliti comunicati stampa che sanno del famoso detto: "armiamoci e partite!"
Che squallore! Vogliamo fatti, fatti, fatti!!!
...intanto l'Ilva manda a casa 2146 lavoratori...
Anche ad Avetrana si muove l'onda ambientalista... Speriamo di incontrarci presto!
venerdì 28 novembre 2008
MO' AVASTE!
Ecco due righe per spiegare come un gruppo di cittadini fortemente disillusi possono organizzarsi e trovare la voglia di ricominciare dal basso per ricostruire una città possibile.
Il cambiamento non può venire dall'alto e ci siamo resi conto che spesso chi dovrebbe tutelarci dimentica di farlo.
Non è qualunquismo ma è la realtà di una città che ha dovuto attendere decenni per scuotersi finalmente con un brivido di risveglio che speriamo positivo e duraturo.
Ognuno lo interpreterà a modo suo, ma noi domani, manifestando, condivideremo con altri gruppi cittadini la volontà di crescere nel dialogo con la gente, soprattutto con coloro che per ragioni socioeconomiche sono tagliati fuori dalle scelte importanti e subiscono ogni giorno l'aria e le bugie malate di questa città.
Vendola alla Manifestazione
QuiRegione
Riunione d'alto livello
Cosa "fumano" i bambini a Taranto?
Perchè manifestiamo domani?
I punti estesi della questione ambientale e sanitaria tarantina presentati in occasione della Manifestazione ALTAMAREA DEL 29 NOVEMBRE 2008
Manifestazione_Altamarea
10 milioni di euro per bonifiche a Taranto
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5. Caratterizzazione e messa in sicurezza dell’area ex Euro Ecology di Taranto per 4.300.000 euro;
6. Completamento delle attività di risanamento dell’area ex Cemerad di Statte per 3.700.000 e;
7. Messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dell’ex Matra di Statte per 1.800.000 euro.
Iniziative importanti ed attese da anni da cittadini ed istituzioni locali vengono dunque avviate a conferma della volontà del Governo Vendola di operare per il disinquinamento del territorio regionale”.
Qui Regione
I comuni possono decidere anche oltre confine...
Il problema è nato proprio con le isole amministrative del Comune di Taranto poste tra i territori di Lizzano e Fragagnano ove si vuole localizzare discariche estremamente pericolose...
Ancora una volta il "caso Taranto" fa scuola!
giovedì 27 novembre 2008
Medicina democratica si riunisce a Brindisi
Da precedenti incontri tra alcune realtà di movimento dell’area ionico salentina è emerso il bisogno di dar vita a forme organizzative stabili inter- provinciali al fine di individuare obiettivi e sostenere lotte comuni: Ad esempio pensiamo che il rilancio del nucleare in Italia con insediamenti in Puglia sia oggi un’ipotesi più che concreta. Ipotesi che deve essere
contrastata con un movimento organizzato in grado di mettere in campo la dovuta massa critica.
A tal fine riteniamo importante:
Costituire un coordinamento interprovinciale dei movimenti dell’area ionico-salentina.
Dotarsi di gruppi di lavoro che affrontino le problematiche legali , tecnico-scientifiche, legate alle singole vertenze e siano di supporto alle realtà locali.
Organizzare momenti di discussione ed incontri monotematici a Brindisi , Lecce e Taranto, momenti di formazione-informazione in grado di supportare la crescita dei movimenti.
L’incontro di Brindisi vuole quindi essere una tappa di questo percorso di formazione di un coordinamento interprovinciale, un momento per fare un bilancio sulle vertenze Rigassificatore, Carbone-Cerano e prepararci alle vertenze del domani Nucleare in primis.
GINO STASI, MEDICINA DEMOCRATICA
L'Espresso si preoccupa dell' "EMERGENZA DIOSSINA"
di Emiliano Fittipaldi
La diossina è ovunque. Tutti, se si facessero analisi ad hoc, se ne troverebbero un po' addosso. Ricchi e poveri, meridionali e padani, gli italiani iniziano ad assumerla già attraverso il cordone ombelicale e, appena nati, succhiando il latte materno.
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Leggi l'articolo integrale da L'Espresso
mercoledì 26 novembre 2008
Giornalismo in cattedra, una sintesi esemplare!
Inchiesta/ A Taranto si muore di diossina. In piazza contro l'Ilva.
A Taranto si muore.
Per la diossina.
Non ci sono più dubbi.
Non si respira più nella città pugliese. O quello che si respira fa morire. Quando si entra nella città dei due mari, non si può rimanere indifferenti. Una nuvola nera ti travolge, il colore del cielo è cambiato. E' grigio e invece anche solo 10 anni fa non lo era. C'è qualcosa che non va, e ora tutti, finalmente, se ne stanno accorgendo. Ai balconi sono appesi striscioni, anche se li stessi balconi hanno cambiato colore. Persino i palazzi più colorati sono diventati rossastri. Quelle tinte maledette del veleno.
Taranto. 200 mila abitanti, due mari e il più grande impianto siderurgico europeo, l'Ilva (l'ex Italsider svenduto dallo Stato al gruppo di Emilio Riva). Quello che produce il 93% di tutta la diossina italiana e l'8,8 per cento di quella europea. Ha il triste primato di città più inquinata del continente. Sì, una piccola città inquina più di una grande metropoli giapponese.
DIOSSINA, IL TRIPLO DI SEVESO - Perché gli impianti industriali che le sono stati costruiti attorno sono più grandi della città stessa. Un problema che esiste da 30-40 anni, ma che ora sta diventando drammatico. La situazione sta degenerando, i bambini ne soffrono, le mamme hanno nel latte la diossina. La diossina si accumula nel tempo, e a Taranto ce n'è per 9 chili, il triplo di Seveso per intenderci (la città intossicata nel 1976).
L'intera città protesta, grazie anche ai movimenti dei cittadini, alle trasmissioni tv che si sono occupate del caso, grazie alle associazioni ambientaliste. Grazie ai giovani e grazie anche a Facebook (il gruppo più famoso è Ti svegli la mattina respirando la diossina), dove i tarantini si sono mossi e hanno diffuso notizie agghiaccianti sullo stato si salute della città. Già, perché non tutti sanno che a Taranto, nel quartiere Tamburi (a ridosso dello stabilimento dell'Ilva) tutti fumano, anche i non fumatori, anche i bambini. Anche a 10,11, 12 anni. Queste persone, senza volere e senza alcuna difesa, si "fumano" i cancerogeni industriali in quantità variabili a seconda del vento e delle condizioni meteoclimatiche. Ed è come se fumassero da anni, decenni.
IL BAMBINO MALATO DI TUMORE DA FUMO E IL BESTIAME ABBATUTTO - E' agghiacciante il caso "unico nella storia della medicina, neanche al Gaslini di Genova sapevano che cosa dirmi", come dice ad Affaritaliani.it il dottor Patrizio Mazza, primario del reparto di Ematologia dell'ospedale Moscati di Taranto, del bambino malato di adenocarcinoma del rinofaringe. Il medico pensava di aver sbagliato diagnosi. E invece no. Quel piccolo di 10 anni aveva un "tumore da fumo". Un tumore che colpisce gli adulti, gli anziani, che hanno fumato per una vita. E invece Marco, che giocava per strada ai Tamburi, aveva respirato la diossina dell'Ilva. Ora ha 13 anni e si sta curando. "La causa è la diossina che respiriamo tutti i giorni. Qui si muore e basta". I cittadini sono arrabbiati. Ma non è tutto. Cinque adulti hanno scoperto di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo. La diossina è entrata anche nella catena alimentare: la Regione Puglia ha ordinato l'abbattimento di 1.200 pecore e capre. Sono pericolose. Un'emergenza nazionale.
IL DILEMMA POSTI DI LAVORO-SALUTE - Il problema è che Taranto è inquinata. Solo che si è trattato di un inquinamento "lento" costruito da 45 anni di fumi dell'acciaieria e per questo motivo "silenzioso" perché di mezzo c'era e c'è un intero sviluppo economico da salvaguardare. E oggi il prezzo che si paga è altissimo: bambini malati di tumore come fossero fumatori incalliti, diossina che si rileva persino nel latte materno. Ma il dilemma è molto più grande di quanto si immagini. Si tratta di un ricatto, un ricatto sociale. Scegliere tra il lavoro e la propria salute.
L'Ilva, senza considerare l'indotto, occupa circa 15 mila persone e rappresenta lo snodo centrale di tutta l'economia jonica. Per contro la logica del profitto applicata dalla dirigenza dello stabilimento ha fatto sì che la sicurezza ambientale fosse un elemento di secondo ordine. I controlli non sono stati adeguarti. Il risultato? Al di là dei dati relativi alla diossina, sono anche le emissioni di mercurio, IPA, benzene, PCB, arsenico e piombo a toccare livelli allarmanti. Ma qualcosa è cambiato. I cittadini, stanchi, ora hanno dato una risposta al ricatto. Scelgono la salute. Il lavoro sì, ma con super controlli e zero pericoli per i bambini. Solo a queste condizioni l'Ilva può continuare ad esistere. E i primi passi si stanno facendo.
LA LEGGE REGIONALE, UNA SPERANZA - E' la prima volta in Italia. Una legge regionale disciplinerà in Puglia con limiti più bassi l'emissione in atmosfera di diossine e furani (specificamente ''policlorodibenzodiossina, policlorodibenzofurani ed altre sostanze''). Il disegno di legge è stato approvato lo scorso 11 novembre dalla giunta regionale. La Puglia rispetterà una legge europea e non una italiana. La norma è fatta apposta per lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Una legge anti diossina che disciplinerà in Puglia con limiti più bassi l'emissione in atmosfera di diossina ed in particolare di policlorodibenzodiossina e policlorodibenzofurani.
L'aspetto più importante della norma riguarda gli impianti già esistenti e in esercizio che alla data di entrata in vigore della legge dovranno adeguarsi ai valori limite precedenti secondo un calendario che prevede a partire dal 1° aprile del 2009 una somma di 2,5 nanogrammi al metro cubo e soprattutto a partire dal dicembre del 2010 il limite di 0,4 nanogrammi al metro cubo, come per gli impianti di nuova realizzazione. Entro 60 giorni dall'entrata in vigore, i gestori degli impianti già esistenti devono elaborare un piano per il campionamento in continuo dei gas di scarico e presentarlo all'Arpa Puglia per la relativa validazione e definizione di idonea tempistica per l'adozione delo stesso.
L'Arpa provvederà a effettuare verifiche a campione per valutare l'effettiva attuazione dei piani di campionamento e la relativa efficacia. L'elaborazione del piano di campionamento e la validazione da parte dell'Arpa Puglia sono adempimenti essenziali per la concessione delle autorizzazioni e l'attivazione di nuovi impianti. In caso di superamento dei limiti, Arpa Puglia li comunicherà alla Regione che diffiderà il gestore a rientrare nei limiti entro 60 giorni. Se ciò non accadesse, il gestore dovrà chiudere l'impianto. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si è detta "esterrefatta" per la legge regionale, perché che in questo modo in soli quattro mesi l'azienda è destinata a chiudere. La battaglia va avanti. Con Facebook, con la piazza, con i giornali. Taranto deve essere salvata. Non si respira più. Una speranza ci deve essere. I bambini hanno il diritto di vivere, di giocare, di non ammalarsi di tumore. Meglio senza lavoro che morti. E' un fatto.
Benedetta Sangirardi su Affaritaliani.it
Mazza: "Il tasso di tumori è aumentato del 40%. La situazione è drammatica"
"La situazione è drammatica". Non usa giri di parole il dottor Patrizio Mazza, primario del reparto di Ematologia dell'ospedale Moscati di Taranto. E lui che ha scoperto il "tumore da fumo" al piccolo di 10 anni. Un caso unico. Affaritaliani.it lo ha intervistato per capirne di più sulla salute dei cittadini. E i numeri sono drammatici...
Quanto è aumentato il tasso di tumori a Taranto?
"Io mi occupo da vicino di tumori ematologici e quindi di leucemie, linfomi e mielomi. Abbiamo un incremento calcolabile dell'ordine del 30-40% rispetto a quello che noi aspetteremmo sulla popolazione. Questo dato lo abbiamo verificato sui dati a livello ambulatoriale registrati sugli ultimi 10 anni, con un incremento maggiore negli ultimi tre anni".
Incremento che deriva dalla presenza di diossina?
"Sì. La diossina è una sostanza presente nelle emissioni industriali, si deposita nel mare, nel suolo, nel sottosuolo. E è ineliminabile. Ricorderà che cosa successe a Seveso tanti anni fa, dove raschiarono il terreno per mezzo metro per cercare di eliminarla quando possibile. La diossina crea un danno al Dna e determina un danno permanente.
Ma è solo la diossina...
"In realtà ci sono tante sostanze oltre la diossina: gli idrocarburi, i benzeni, i derivati del petrolio, le polveri sottili, i metalli, che vengono liberati dalla cosiddetta triade, la grossa acciaieria pesante, il Petrolchimico, il cementificio. In più sono più di 40 anni che è questa la situazione, quindi è un accumulo di combustione. Dove pensa siano stati messi? C'è una buona fetta che circola nell'aria. L'accumulo di combustione è stato tutto sepolto intorno all'Ilva e tutte le acque che filtrano, che penetrano nel terreno lo portano fino al mare e in tutto quello che c'è intorno. E' un discorso che dura da 40 anni... Ed è il vero problema."
Che cosa è cambiato oggi, perché se ne parla?
"Siamo arrivati al limite. La situazione è drammatica. Qui sono state accumuate sostanze in decenni che si respirano ovunque".
Quando una persona respira diossina, che cosa succede all'organismo?.
"Ci sono sostanze che hanno nocività locale, ma altre che arrivano in profondità, penetrano nel sangue e si depositano sui tessuti. Un esempio è il benzene, una sostanza penetrante attraverso il respiro. Va nel sangue, circola e va a finire nei grassi, sul tessuto adiposo e si deposita. Da qui le leucemie associate al benzene. La diossina incide più sui prodotti alimentari, sul mare".
E' diventato un caso nazionale quello del bambino malato di "tumore da fumo"...
"Venne da me tre anni fa un bambino. Si sospettava avesse un calcinoma, e invece la diagnosi disse altro. Era un linfoma del rinofaringe, che è una malattia che viene a persone adulte, anziane, che hanno fumato per anni. Una situazione unica, telefonai al Gaslini di Genova e non avevamo mai sentito parlare di un caso simile. Ho telefonato in altri centri, ma niente. Non c'è una terapia, l'abbiamo inventata per lui e per fortuna ora sta bene".
Che cosa può essere successo, come è avvenuto?
"Le sostanze tossiche, penetrate nell'organismo dei genitori, possono aver dato il danno sulle cellule germinali, aver creato delle mutazioni, che poi sono state trasmesse al figlio creando una predisposizione al tumore e più precocemente. E questa è la cosa più terribile. Il fatto che venga trasmesso alle generazioni future".
Possiamo dire che è come se tutti i bambini di Taranto fumassero?
"Beh, soprattutto quelli del rione tamburi: giocano lì, mangiano lì, vanno a scuola lì. Hanno una sovraesposizione nelle 24 ore. E' un danno che si può ripercuotere nel futuro molto più che nei loro genitori. Questo è molto preoccupante. Il fumo che viene fuori di una ciminiera è come il fumo di una sigaretta, niente di meno. Quindi certo, è come se fumassero. Fumo indiretto ma sempre fumo".
Sabato ci sarà la manifestazione. Ci sarà?
"Sì, ho dato la mia adesione".
Che cosa si deve fare, dottore?
"Il caso deve diventare nazionale. E' una situazione da intervento nazionale, non può essere solo un probema comunale. La posta in gioco è molto alta. E' ovvio che dietro ci siano questioni economiche. Il momento è particolarmente difficile per l'economia. E diventerà un fatto politico di scelte di vita per creare nuovi progetti alternativi per un'aerea che è molto vasta. La triade Ilva, Petrolchimico, Cementir occupa tre volte lo spazio che occupa la città. E mettere queste strutture a ridosso della città con le case attaccate... non so come sia stato pensato. Ma se non si progettano alternative, è dura".
E aumentare i controlli…
"Sono un problema. Le emissioni avvengono il sabato notte, la domenica mattina. Si vede una nuvola sulla città e io non so quanti controlli effettivi ci siano. So, anche da chi lavora all'interno di queste strutture, che si cerca il modo per sfuggire alle emissioni"
martedì 25 novembre 2008
EMERGENZA SANITARIA A TARANTO!
I due deputati sottolineano che, dal rapporto dell’Inventario Nazionale delle emissioni, a Taranto si accumulerebbe il 92% della diossina emessa in atmosfera e che inoltre vi sarebbe stato un incremento di emissioni dai 71,5 grammi del 2002 ai 91,5 grammi del 2006.
Zazzera e Palagiano rilevano che tutto questo contrasterebbe con i dati ufficiali del Ministero della salute, le cui analisi in puglia dal 2002 al 2007 avrebbero fornito risultati entro la norma sulle emissioni di diossina. (Fonte Telenorba)
Dalla sindrome di Nimby all'ospedale...
Nel Sud dilaga la sindrome Nimby
Ambiente ed ecomafia
di Angelo Pagliaro per Rivistaonline
In principio fu Scanzano Jonico. Scorie nocive da interrare negli agrumeti, un'ipotesi scellerata da realizzarsi in un contesto territoriale caratterizzato da una diffusa e antica presenza contadina. Viti allevate a pergolato, agrumeti e serre piene di fragole; un territorio generoso, seppur gravemente ferito dal fenomeno del caporalato. Fu subito rivolta; strade e stazioni ferroviarie occupate, presidi e barricate erette nei punti strategici delle città a difesa di quelle poche aree meridionali coltivabili con mezzi meccanici. In questi ultimi mesi la sindrome Nimby ha colpito i cittadini di Pianura, popoloso quartiere di Napoli, dove la discarica, chiusa da tempo, ha provocato nel tempo, ai residenti ed agli allevamenti zootecnici, danni, malattie e disturbi molto gravi. La paura che la riapertura della discarica possa continuare a mietere vittime innocenti ha fatto si che la popolazione erigesse barricate e arrivasse allo scontro fisico con le forze dell'ordine. La sindrome Nimby (Not In My Back Yard - Non nel mio giardino) si caratterizza per atteggiamenti di opposizione nei confronti della costruzione di opere nel proprio territorio che, sovente, nasce quando i progetti sono ancora in una fase previsionale. Molto spesso gli abitanti delle zone interessate non mettono neanche in discussione la potenziale utilità dell'infrastruttura che si propone di realizzare ma chiedono immediatamente che venga realizzata da un'altra parte. Si crea così un effetto a catena perché l'informazione viaggia veloce e quindi la protesta dilaga a macchia d'olio laddove s'individuano i probabili siti alternativi. Per quanto riguarda l'Italia, ed in particolare il Sud del paese, vi è anche un sano pregiudizio popolare che deriva dall'esperienza storica e giudiziaria. Sono tantissime le inchieste, ancora aperte, in varie procure della repubblica delle regioni meridionali (vedi Taranto e Grottaglie) circa l'affondamento di navi cariche di scorie tossiche e nocive, le discariche abusive, gli inceneritori, gli impianti di depurazione. Qualche anno fa, l'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, denominata in codice "Matrix", su un traffico di rifiuti speciali tra Calabria e Campania ha dato i suoi frutti: quattro arresti effettuati, nove avvisi di garanzia e 102 persone segnalate all'autorità giudiziaria. Venticinquemila tonnellate di rifiuti speciali hanno viaggiato di notte, a bordo di Tir, dalla provincia di Cosenza a quella di Salerno. Per capire meglio come si potrebbe risolvere il problema alcuni studiosi hanno esaminato le varie situazioni nei paesi europei. In Francia, ad esempio, si è individuata una figura super partes, un commissario incaricato di valutare gli elementi sociali e ambientali, prima di arrivare a decidere del destino dell'opera. Nel nostro Paese invece, si è scelta la linea dura. A Grottaglie, per esempio, si continua a caricare, si rimuovono i presidi ed i pochi cittadini a cui sta ancora a cuore il territorio e che protestano pacificamente vengono condotti nelle questure, identificati e denunciati. Le soluzioni per far convivere proficuamente tutela dell'ambiente e della salute da una parte e sviluppo economico e produttivo dall'altra, risiedono dunque nel riconoscere agli attori sociali e agli abitanti il ruolo che spetta loro e non possono risolversi con operazioni di ordine pubblico. Quando tra qualche anno, le indagini epidemiologiche riveleranno la triste verità dell'aumento vertiginoso di gravi malattie ( come sta accadendo a Crotone) lo stato dovrà riconoscere, come già avvenuto per gli obiettori di coscienza totali del servizio militare di leva, l'alto valore morale e civile di quella resistenza; dovrà ringraziare, a nome di tutta la comunità nazionale, quelle stesse persone che oggi strattona e spinge in cella calpestando, insieme al buon senso, la loro e la nostra dignità.
Sole d'avvenire: nuove centrali fotovoltaiche in provincia di Taranto
Un accordo per realizzare 5 MW di impianti fotovoltaici in Puglia e avviare lo sviluppo di ulteriori installazioni gia' in fase di completamento di iter autorizzativo, sia in Puglia che in Sicilia, per un totale di circa 30 impianti. E' quanto prevede la joint venture avviata da Pangea Green Energy e 9REN Group e dedicata alla realizzazione di 5 impianti fotovoltaici da 1 MW ciascuno in Puglia, come primo passo, con un investimento di circa 24 milioni di Euro. Altri impianti, in corso di autorizzazione, si sommeranno, infatti, a questi primi 5 per un totale di circa 30 MW tra progetti in Puglia, in Sicilia e in altre regioni. Gli impianti pugliesi saranno realizzati nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto. L'accordo prevede che la realizzazione degli impianti, venga affidata a Gamesa Solar, azienda del Gruppo 9REN, che si attesta tra i primi contractor spagnoli nel settore fotovoltaico e solare termico.
In particolare Gamesa Solar ha gia' installato in Spagna oltre 90 MW in impianti fotovoltaici e realizzato circa 160.000 m2 di collettori solari termici dal 2003 ad oggi. In Italia Gamesa Solar sta realizzando due impianti fotovoltaici in Puglia, in provincia di Taranto, da 1MW e da 650kW, investimenti che si inseriscono nel piano quadriennale del Gruppo che prevede, entro il 2012, circa 280 MW di impianti fotovoltaici in Spagna, 160MW in Italia - sia per conto terzi che per investimento proprio - oltre a 300 MW di impianti previsti su scala internazionale. Pangea, attualmente, ha progetti eolici per 250MW nell'Italia insulare, due wind farms in costruzione, i progetti fotovoltaici, due impianti da biogas da discarica di RSU in Italia, tre in sviluppo e un impianto nelle Filippine applicando il Protocollo di Kyoto. (ANSA).
E' nato il Comitato per un'alternativa energetica!
il Comitato propone, attraverso un'appello da sottoscrivere online, un’alternativa energetica, basata sulle fonti rinnovabili e il risparmio, anziché su un ingiustificato aumento dei consumi e sull’uso delle fonti fossili e del nucleare.
Si tratta di un testo che conta fra i propri sottoscrittori nomi illustri di personaggi del mondo della politica, della scienza e della cultura, contro le politiche orientate al ritorno alla produzione di energia nucleare.
L’obiettivo che si pone è di fare avanzare un’altra proposta di politica energetica basata sulle fonti rinnovabili e sul risparmio energetico, la sola scelta che permette di dare energia pulita al paese e contemporaneamente di ridurre le emissioni climalteranti. In linea quindi con gli obiettivi che l’Unione Europea renderà vincolanti nei prossimi mesi: ridurre, entro il 2020, del 20%, forse del 30% i gas serra attraverso un aumento del 20%, sia dell’efficienza energetica che delle fonti rinnovabili
Il testo integrale dell'appello
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