mercoledì 25 settembre 2013

"Vivere a Taranto" visto e raccontato da Le Iene

 Vivere a Taranto: un video racconto che dovrebbe essere visto anche dagli operai in cassintegrazione della Riva Acciaio.

Nadia Toffa de Le Iene ieri sera, molto tardi, ha descritto molto bene la vita a Taranto, in particolare nel quartiere Tamburi. E' stato il suo un riassunto, di circa quindici minuti, di quello che succede dentro e fuori dell'acciaieria, il mostro che qui continua ad inquinare indisturbato. E' importante che anche gli operai della Riva Acciaio, quelli che ora stanno in cassintegrazione,  minacciati di licenziamento da parte del Gruppo Riva, possano vedere - se ancora non lo hanno fatto, questo video: un assaggio di come operai e cittadini, insieme, vivono questo dramma ambientale e sanitario. Affinché molti possano capire che a dover essere messo sotto accusa, non deve essere il gip di Taranto, che oltrettutto ha esplicitato come sia  l'amministratore giudiziario e quindi il commercialista Tagarelli a gestire i soldi sequestrati «purchè venga assicurata la prosecuzione dell'attività aziendale e salvaguardate le finalità del sequestro". A dover essere messa sotto accusa è la gestione del gruppo Riva che in tanti anni, dal '95 fino ad oggi nulla ha fatto per risanare l'ambiente tarantino, e per mettere a norma uno stabilimento che ha mietuto e che continua a mietere tante vittime, tra queste non solo operai Ilva ma giovani e bambini. Perchè i Riva non hanno mai investito i loro soldi nelle migliori tecnologie disponibili? Hanno preferito pensare al DIO Denaro, al Dio Profitto, a scapito della salute di tante persone. E cosa ha portato questa loro insensibilità, egoismo e avidità? ha portato MORTE. Una vera e propria strage che ha sconvolto la salute dei tarantini, l'ambiente e le tante attività che facevano di Taranto una città vivace dalle mille risorse: mitilicultura, agricoltura, pastorizia sono state messe in ginocchio da un terribile male chiamato Ilva. 
Come è possibile che ancora oggi esista tanta indifferenza rispetto a così tanta sofferenza?
 E' fondamentale allora che "le barricate" costruite fino ad ora dai cittadini e operai di Taranto incontrino quelle degli operai e cittadini del nord, finiti oggi sotto ricatto dei Riva. E che da queste "barricate" possano nascere dei ponti costruttivi, utili ad abbattere il "Sistema" quello di cui parlava Padre Zanotelli al Presidio a Taranto dei Cittadini fuori dal Comune.
Noi continuamente viviamo sotto ricatto, chi più e chi meno: la nostra esperienza la dobbiamo mettere a disposizione di chi oggi sta vivendo per la prima volta e in prima persona  il ricatto e la minaccia dei Riva, i quali fanno credere che se l'attività viene fermata è solo per colpa dei magistrati. E' questo il messaggio e pensiero della signora, Adriana Paladino, madre, e moglie di un operaio della Riva Acciaio che accusa la magistratura, in una lettera indirizzata a Papa Francesco, di aver messo in libertà circa 1500 operai, tra cui anche suo marito. Queste le parole esatte: " tutto si ferma, perchè???? Non perchè non c’è il lavoro, ma perchè i giudici decidono di sequestrare 7 stabilimenti della Riva Acciaio facendo della loro giustizia un’ingiustizia a scapito dei poveri operai disperati, circa 1500 esseri umani che hanno voglia di lavorare onestamente senza intrighi e scalpori". La signora ha ricevuto informazioni distorte, fuorvianti che l'hanno fatta cadere in un tranello e come lei in tanti ci sono caduti nella trappola dei Riva. Ecco, allora perchè è necessario oggi più che mai mettersi in contatto, creare dei ponti con queste persone in difficoltà economica. E fargli capire che "siamo nella stessa barca", o peggio noi stiamo in una situazione di difficoltà estrema. Perchè i nostri operai non solo sono sotto continuo ricatto, chi licenziato, chi minacciato sul posto di lavoro, chi a casa col "contratto di solidarietà", chi in cassaintegrazione... ma i nostri operai "vivono" una fabbrica che genera e che ha generato morte. Nella lettera la signora Palladino, scrive che è stata da sempre abituata a mettere in pratica l'insegnamento "  amare e aiutare il prossimo tuo come te stesso". Il prossimo, Signora Paladino, si trova a Taranto, ed è un malato cronico per inquinamento dovuto ai Riva. Iniziamo a mettere in pratica il secondo comandamento, perchè come i cattolici dovrebbero sapere " Non c'è altro comandamento più importante di questo " (Mc 12,29-31).



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