domenica 22 settembre 2013

Un titolo ambiguo...



Pare brutto, nel 2013, pensare di "buttare via" tutti quei soldi per migliorare (manco risolvere) la compatibilità ambientale? Costavano meno quattro tarantini tumorati e una fetta d'Italia trasformata in discarica per sempre?
E come "scongiuriamo" l'infrazione, col certificato medico taroccato come gli studenti che si assentano nel giorno delle interrogazioni?
Ah, che brutta cosa il giornalismo ambiguo (e manco troppo...)!

L'ilva produrrà acciaio pulito. Ma a che prezzo?
A Taranto si produrrà acciaio pulito. Quando non si sa. Nel frattempo, gli scarichi dell’Ilva finiscono sotto la lente della Commissione europea che, salvo dietrofront dell’ultimo minuto, giovedì prossimo aprirà una procedura di infrazione in materia ambientale contro l’Italia. Contraddizioni, ennesime, di una vicenda, quella dello stabilimento siderurgico più grande d’Italia, che è ben lontana da una soluzione.
Circa 2 milioni di tonnellate annue, sulle otto in totale concesse dalla nuova Aia, potrebbero essere prodotte con una tecnologia che non avrà più bisogno dell’agglomerato e delle cokerie. Il vantaggio è quello di un drastico abbattimento dell’inquinamento e un incremento della produttività degli altoforni. Saranno usati pallets di ferro preridotto e metano al posto del carbon coke. Inoltre, verrebbero ridimensionati i parchi minerali e lo spolverio, purtroppo tipico di queste aree, subirebbe una riduzione complessiva dovuta anche al fatto che il preridotto si presenta in forma spugnosa.
“Una sfida - ha detto il sub commissario Edo Ronchi - non solo per risanare la fabbrica, ma anche per produrre acciaio in modo pulito”. E annuncia un accordo con un pool di banche da 2,4 miliardi di euro per finanziare i lavori dell’Autorizzazione integrata ambientale. Un miliardo e 800 milioni per la stessa Aia in tre anni, il resto, invece, per manutenzioni e innovazioni impiantistiche.
LA SIDERURGIA ECOLOGICA IN EUROPA
Taranto, quindi, come la siderurgia austriaca. Il siderurgico di Linz è stato in grado, nel tempo, di adeguare le sue tecniche produttive alle migliori disponibili al momento diventando punto di riferimento normativo a livello europeo in materia ambientale. Inoltre, è riuscito a mantenere competitiva la propria produzione nei confronti della concorrenza degli operatori dei paesi emergenti. La città austriaca ospita un’acciaieria che produce più della metà dell’acciaio che si produce a Taranto. Eppure Linz è la seconda città dell’Austria per salubrità dell’aria.
O come a Dortmund, conosciuta come la città dell’acciaio e della birra nella Ruhr più profonda e industrializzata. Ma al giorno d’oggi non ci sono più minatori all’opera e gli altiforni sono ormai raffreddati da tempo. Restano in città le ex fabbriche diventate musei e luoghi di ritrovo culturale. E ancora Duisburg ed Essen, completamente riconvertite e ora fiori all’occhiello della cultura tedesca.
Metz, in Francia, Bilbao, in Spagna, Heerhungowaard, in Olanda. Tutte città riconvertite all’acciaio pulito. Tutte, tranne Taranto, dove invece si è ad un punto di non ritorno: o la salute o il lavoro.
VIOLATI I LIMITI, ITALIA A RISCHIO INFRAZIONE
“L’Ilva ha violato i limiti di vari permessi ambientali concessi dalle autorità italiane, e l'Italia non ha monitorato a sufficienza queste violazioni e non ha preso misure adeguate”, spiega una fonte della Commissione Ue. Al ministero dell’Ambiente, che è in costante contatto con la Commissione sui vari temi ambientali, al momento non è ancora arrivata nessuna comunicazione ufficiale. Però, secondo quanto apprende l’agenzia Ansa, già nelle prossime ore il ministro Orlando invierà una lettera al commissario all’ambiente Janez Potocnik, con tutti gli aggiornamenti inerenti la salvaguardia ambientale dell’Ilva, resi possibili dal commissariamento dell’azienda.
Dal marzo 2012 è attivo un fitto carteggio tra la Commissione e l’Italia finalizzato all’acquisizione, da parte di Bruxelles, delle informazioni necessarie a valutare la situazione. Le risposte italiane date finora non sono però bastate a rassicurare la Commissione sul rispetto delle norme europee in materia di ambiente. Tanto che la proposta di avvio della procedura d’infrazione ha superato la fase istruttoria ed è pronta per essere esaminata dal collegio dei commissari. Si lavora per scongiurarla. (panorama)

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