venerdì 27 settembre 2013

Solidarietà tarantina

La donna, tre figli, tarantina che vive in Lussemburgo aveva segnalato la questione alle autorità comunitarie
Come è nata la decisione di scrivere alla commissione?
"In realtà non sapevamo con chi parlare e così ho cercato i numeri su Internet. Ho telefonato e mi hanno passato la persona competente Il 26 aprile del 2013 con Alessandro Marescotti e Fabio Mattacchiera abbiamo scritto una lettera al commissario all'Ambiente. Abbiamo raccontato di quello che stava accadendo a Taranto, di come la situazione nel capoluogo ionico fosse diventata oramai insostenibile".
E così lo avete convinto ad approfondire il caso.
"Si, perché abbiamo mandato dati scientifici, ci siano attenuti ai fatti, senza alcun accenno polemico. Così è cominciato il carteggio. Ho iniziato a fare pressing con le telefonate, mandando e mail alle quali ho allegato documenti, dati, come quelli epidemiologici o quelli contenuti nello studio Sentieri ed ancora ho inviato iprovvedimenti della magistratura. Così è nata la discussione con il Gabinetto del presidente della commissione. A maggio siamo stati ricevuti per la prima volta. E l'incontro, con nostra sorpresa, è durato due ore e mezzo. In quell'occasioneabbiamo mostrato un video, portato altre carte. Da allora ho cominciato a tradurre centinaia di documenti e li ho inviati a Bruxelles via e-mail".
I tempi dell'Europa sono stati più veloci di quelli dell'Italia.
"Si.
In questi decenni abbiamo parlato con tutte le istituzioni, ma le azioni sono quelle che contano".
E ora cosa vi aspettate ?
"Ci aspettiamo maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Saremo contenti se il governo si rendesse realmente conto di quella che è diventata la situazione a Taranto dove c'è emergenza non solo ambientale, ma anche sanitaria. Ecco è questo quello che ora, con la decisione della commissione europea, ci aspettiamo dal nostro paese".

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