venerdì 6 settembre 2013

Ecco il "governo occulto"!

Il sistema illecito, scoperchiato grazie al lavoro degli uomini della Guardia di Finanza del nucleo polizia tributaria, avrebbe cominciato ad esistere fin dal 1995, anno in cui il Gruppo Riva si insediò all'acciaieria tarantina. A finire in manette sono stati Alfredo Ceriani, fiduciario della famiglia Riva e responsabile dell'area a caldo, Enrico Bessone, dipendente della holding Riva Fire e responsabile dell'area manutenzione meccanica delle acciaierie, Giovanni Rebaioli, gestore dell'area parchi e impianti marittimi e Agostino Pastorino, responsabile dell'area Ghisa e degli investimenti; a scontare la sua custodia cautelare da 'casa', invece, sarà Lanfranco Legnani, colui che secondo gli investigatori sarebbe il vertice massimo della gestione di questo vero e proprio 'governo ombra'.
Secondo gli inquirenti, che stanno ricostruendo gli illeciti dietro all'Ilva di Taranto, i cinque indagati avevano il compito di assicurarsi che tutto all'interno dell'acciaieria fosse incentrato in direzione del "fulcro su cui si muove il solo ed unico interesse dei Riva" e cioè "quello legato alla produzione", senza curarsi minimamente, ad esempio, dello stato di salute sempre più compromesso di operai e 'semplici' cittadini di Taranto. Stando a quanto hanno scritto il procuratore Franco Sebastio, l'aggiunto e i sostituti sulle motivazioni e la richiesta di arresto cautelativo, Ceriani, Bessone, Rebaioli, Pastorino e Lagnani (considerato dagli investigatori il vertice massimo della 'gestione occulta' dell'Ilva) avrebbero "governato sino a poco tempo fa lo stabilimento di Taranto, dando disposizioni su tutte le iniziative e le attività adottate all'interno dello stesso che, poi, venivano eseguite o realizzate dal direttore o dai vari capi area le cui decisioni, comunque, dovevano essere sempre avallate e condivise dai primi". Insomma, chi aveva effettive responsabilità e deleghe non aveva sostanzialmente potere decisionale, tanto che doveva attendere l'ok di questa "regia oscura" che si muoveva dietro all'establishment ufficiale.
I reati per cui sono indagati i cinque componenti del 'governo ombra', così come per i responsabili della famiglia Riva, sono l'associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, l'avvelenamento di sostanze alimentari e l'omissione con dolo di cautele sui luoghi di lavoro, di cui dovranno rispondere agli inquirenti che indagano sull'Ilva.   (Internetional Business Times)

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